Da dove nasce l’idea di ..." />
Nina Zilli
Da
dove nasce l’idea di realizzare un ep e non un cd completo? È come
se avessi avuto fretta di uscire allo scoperto. In
effetti è andata proprio così. Siamo usciti con un ep per questioni
di tempo, volevamo uscire subito anche se, rispetto alle nostre
previsioni, l’ep è uscito tardissimo. Però non volevamo aspettare
di finire l’album, quello lo stiamo facendo adesso. Puoi
darci qualche anticipazione del disco che stai registrando? È
un completamento dell’ep, quindi ci saranno quelle canzoni con
l’aggiunta di cose nuove. Il sound seguirà lo stesso filone
dell’ep, quindi molti elementi vintage e ricco di archi. Ci saranno
sia elementi rocksteady che soul. Il
tuo primo singolo, 50mila,
è stato un duetto con Giuliano Palma. Parlaci di com’è nata
questa collaborazione. Giuliano
l’ho conosciuto dieci anni fa. Siamo appassionati della stessa
musica e con il fatto che io cantavo già questo genere, l’ambiente
è piuttosto piccolo e ci si frequenta L’ho conosciuto quando
lavoravo al Roxy Bar e lui era lì come ospite. Mentre registravo
l’ep gli ho fatto ascoltare i provini e lui è impazzito per
50mila.
Mi ha detto che era la canzone perfetta da cantare insieme, visto che
da anni dicevamo di volere fare un duetto ma non c’era mai stata la
canzone giusta. Oggi
è sempre più difficile per un giovane farsi produrre da una major e
tu, primo ep, sei già con una major. Come sei approdata alla
Universal? Semplicemente
portando il mio disco. In passato avevo realizzato un disco, Chiara &
Gliscuri, prodotto dalla Sony. Questa volta ero più pronta, sono
arrivata alla Universal più sicura e loro mi hanno lasciata fare. Nel
tuo ep c’è anche una cover, L’amore
verrà,
un brano che le Supremes cantarono in italiano a Sanremo. Come mai
hai scelto la versione italiana rispetto a quella in inglese? Ho
scelto quella canzone innanzitutto perché quest’anno ricorre
l’anniversario della Motown e volevo fare questo omaggio. La
versione in italiano, invece, l’ho scelta perché ho fatto questo
ragionamento: o andavo sullo sconosciuto oppure prendevo un pezzo
molto forte e lo cantavo in italiano. All’inizio volevo scrivere il
testo di You
can’t hurry love,
poi ascoltando un disco in cui venivano raccolte canzoni che gli
stranieri cantarono in italiano, ho scoperto che la versione nella
nostra lingua c’era già. Era la mia preferita di questo disco ed
ho deciso di riproporla. Quando
ti sei avvicinata al rock steady e alle altre sonorità che ci sono
nell’ep ed hai deciso di diventare da Chiara a Nina Zilli? Ho
sempre ascoltato un sacco di musica. La black la ascoltavo da piccola
in macchina con i miei genitori. Crescendo ho continuato ad ascoltare
quelle canzoni ma con un orecchio diverso. Oltre a queste, durante la
mia adolescenza ho iniziato ad ascoltare il reagge e il rocksteady. Per
quanto riguarda la scelta del nome, invece, tutti mi chiamano la
Zilli che è il cognome di mia madre. Non volevo più chiamarmi
Chiara visto che l’avevo usato per realizzare il disco con il
gruppo che avevo. Dato che uscivo da sola ho preso il nome da Nina
Simone, la donna con il cazzo più duro della storia, per tutto
quello che musicalmente ha rappresentato e per il suo carattere
forte. Hai
mai pensato di partecipare a programmi tipo X Factor? Oggi molti
emergenti scelgono quella via per avere più visibilità. Che ne
pensi? Non
ho mai pensato di partecipare a quel genere di programmi. Sicuramente
X Factor è più utile a ragazzi molto giovani. Come prima esperienza
è uno bello schiaffo in faccia. Dai 20 anni in su, invece, lo trovo
sempre meno sensato. Se hai una personalità forte non penso che la
soluzione migliore sia cantare quello che qualcun altro ti impone. Io
non mi ci vedo a partecipare a programmi del genere perché per come
sono fatta io non posso cantare e indossare le cose che mi dice
qualcun altro. Cantare e scrivere sono le cose che mi piacciono di
più e non voglio che interferiscano altre persone. O se devono
farlo, che lo facciano il meno possibile.Da Nina Simone alla Zilli
Soul,
reagge, rocksteady, gli ingredienti con cui questa giovane artista si
è nutrita e con cui adesso nutre il suo pubblico. Dopo avere curato
la produzione artistica del suo ep, adesso Nina si divide tra i live
e lo studio di registrazione per il disco. Si dice che il nome
influisca sul carattere di chi lo porta. Lei si è scelta quello
della “donna con il cazzo più duro della storia”: Nina Simone.
Ed anche la Zilli, come la sua Nina, ha già le idee molto chiare.
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