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Nina Zilli

Da Nina Simone alla Zilli

Soul, reagge, rocksteady, gli ingredienti con cui questa giovane artista si è nutrita e con cui adesso nutre il suo pubblico. Dopo avere curato la produzione artistica del suo ep, adesso Nina si divide tra i live e lo studio di registrazione per il disco. Si dice che il nome influisca sul carattere di chi lo porta. Lei si è scelta quello della “donna con il cazzo più duro della storia”: Nina Simone. Ed anche la Zilli, come la sua Nina, ha già le idee molto chiare.


Da dove nasce l’idea di realizzare un ep e non un cd completo? È come se avessi avuto fretta di uscire allo scoperto.

In effetti è andata proprio così. Siamo usciti con un ep per questioni di tempo, volevamo uscire subito anche se, rispetto alle nostre previsioni, l’ep è uscito tardissimo. Però non volevamo aspettare di finire l’album, quello lo stiamo facendo adesso.

Puoi darci qualche anticipazione del disco che stai registrando?

È un completamento dell’ep, quindi ci saranno quelle canzoni con l’aggiunta di cose nuove. Il sound seguirà lo stesso filone dell’ep, quindi molti elementi vintage e ricco di archi. Ci saranno sia elementi rocksteady che soul.

Il tuo primo singolo, 50mila, è stato un duetto con Giuliano Palma. Parlaci di com’è nata questa collaborazione.

Giuliano l’ho conosciuto dieci anni fa. Siamo appassionati della stessa musica e con il fatto che io cantavo già questo genere, l’ambiente è piuttosto piccolo e ci si frequenta L’ho conosciuto quando lavoravo al Roxy Bar e lui era lì come ospite. Mentre registravo l’ep gli ho fatto ascoltare i provini e lui è impazzito per 50mila. Mi ha detto che era la canzone perfetta da cantare insieme, visto che da anni dicevamo di volere fare un duetto ma non c’era mai stata la canzone giusta.

Oggi è sempre più difficile per un giovane farsi produrre da una major e tu, primo ep, sei già con una major. Come sei approdata alla Universal?

Semplicemente portando il mio disco. In passato avevo realizzato un disco, Chiara & Gliscuri, prodotto dalla Sony. Questa volta ero più pronta, sono arrivata alla Universal più sicura e loro mi hanno lasciata fare.

Nel tuo ep c’è anche una cover, L’amore verrà, un brano che le Supremes cantarono in italiano a Sanremo. Come mai hai scelto la versione italiana rispetto a quella in inglese?

Ho scelto quella canzone innanzitutto perché quest’anno ricorre l’anniversario della Motown e volevo fare questo omaggio. La versione in italiano, invece, l’ho scelta perché ho fatto questo ragionamento: o andavo sullo sconosciuto oppure prendevo un pezzo molto forte e lo cantavo in italiano. All’inizio volevo scrivere il testo di You can’t hurry love, poi ascoltando un disco in cui venivano raccolte canzoni che gli stranieri cantarono in italiano, ho scoperto che la versione nella nostra lingua c’era già. Era la mia preferita di questo disco ed ho deciso di riproporla.

Quando ti sei avvicinata al rock steady e alle altre sonorità che ci sono nell’ep ed hai deciso di diventare da Chiara a Nina Zilli?

Ho sempre ascoltato un sacco di musica. La black la ascoltavo da piccola in macchina con i miei genitori. Crescendo ho continuato ad ascoltare quelle canzoni ma con un orecchio diverso. Oltre a queste, durante la mia adolescenza ho iniziato ad ascoltare il reagge e il rocksteady.

Per quanto riguarda la scelta del nome, invece, tutti mi chiamano la Zilli che è il cognome di mia madre. Non volevo più chiamarmi Chiara visto che l’avevo usato per realizzare il disco con il gruppo che avevo. Dato che uscivo da sola ho preso il nome da Nina Simone, la donna con il cazzo più duro della storia, per tutto quello che musicalmente ha rappresentato e per il suo carattere forte.

Hai mai pensato di partecipare a programmi tipo X Factor? Oggi molti emergenti scelgono quella via per avere più visibilità. Che ne pensi?

Non ho mai pensato di partecipare a quel genere di programmi. Sicuramente X Factor è più utile a ragazzi molto giovani. Come prima esperienza è uno bello schiaffo in faccia. Dai 20 anni in su, invece, lo trovo sempre meno sensato. Se hai una personalità forte non penso che la soluzione migliore sia cantare quello che qualcun altro ti impone. Io non mi ci vedo a partecipare a programmi del genere perché per come sono fatta io non posso cantare e indossare le cose che mi dice qualcun altro. Cantare e scrivere sono le cose che mi piacciono di più e non voglio che interferiscano altre persone. O se devono farlo, che lo facciano il meno possibile.

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