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1969-2019: 50anni per lo Space Electronic di Firenze

Storie di Architetti e Architetture 2019.

Conferenza “Radical Disco: Space Electronic”

Milano, 10 ottobre 2019 - Refin Studio (Via Melone, 2)

“Storie di architetti e architetture” è il progetto di Ceramiche Refin sviluppato insieme ad Emanuele Piccardo e volto a celebrare alcuni tra i più importanti anniversari che ricadono nel 2019, indagando e valorizzando gli studi degli architetti coinvolti.

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La conferenza nasce dall’anniversario dei cinquant’anni della discoteca Space Electronic di Firenze aperta il 27 febbraio 1969, opera del gruppo di 'architetti radicali' che si riunirono sotto il nome di Gruppo 9999 ed in particolare per la determinazione di Fabrizio Fiumi, Carlo Caldini e Mario Bolognesi (qui sotto una foto tratta dall'Archivio 9999, Firenze 1969)

ll divertimento della generazione dei ventenni nella seconda metà degli anni Sessanta del secolo scorso si chiamava soprattutto Piper, per capirci quello dove erano di casa artisti come Jimmy Fontana, Mal e una giovanissima (e trasgressiva) Patty Pravo. La città di Roma, così come Torino, erano l'avanguardia di un modo nuovo di concepire lo spazio per far divertire la gente, poi verranno Rimini, Firenze, Milano, Forte dei Marmi. In quegli anni cambia il rapporto tra spazio e fruitore. Ciò è indotto dall'architettura radicale della discoteca, concepita come una macchina, con immagini ammalianti proiettate con il Kodak Carousel e le lavagne luminose, dove i frequentatori sono avvolti in un ambiente privo di confini culturali e sociali, al cui centro c'è il divertimento rappresentato dal ballo e dalla conquista di nuovi amori, come sottolineano i critici Pierre Restany e Tommaso Trini.

Progettare una discoteca per un giovane laureato rappresenta la prima occasione di realizzare un'architettura. Nessuna di queste discoteche è un edificio nuovo bensì è ricavato in spazi preesistenti, spesso collocati sottoterra come se il divertimento dovesse essere poco visibile alla società bacchettona e non ancora pronta a questa rivoluzione. Il Piper è il contenitore in cui ballare, dibattere, partecipare, che l'architetto Leonardo Savioli (docente di Arredamento e Architettura degli Interni nel '66-'67 alla Facoltà di Architettura di Firenze), suggestionato da uno dei suoi assistenti, Adolfo Natalini - poi divenuto membro di Superstudio - definisce ‘spazio di coinvolgimento’.

Un approccio differente arriva invece dal 9999, un gruppo di giovani architetti (tra cui Fabrizio Fiumi e Carlo Caldini) che pensano lo spazio in maniera innovativa e realizzano, nel 1969 a Firenze, lo Space Electronic. Qui il tema è una forte attenzione al riciclo dei materiali. È il caso dei frigoriferi che si trasformano in contenitori per performance teatrali o per ricostruire la Vegetable Garden House - premiata al MoMA durante la mostra Italy: The New Domestic Landscape nel 1972 - e ancora divani gonfiabili, proiezioni di immagini in monitor a circuito chiuso invadono uno spazio di per sé, senza tutto questo palinsesto, alquanto modesto.

Dunque l’obiettivo della conferenza del 10 ottobre a Milano è raccontare la genesi dello Space Electronic in relazione con i progetti degli altri Piper, da quello romano, il più noto, fino al Bamba Issa degli UFO in Versilia, passando per il Piper di Pietro Derossi a Torino, attraverso una serie di documenti di archivio come disegni, fotografie e filmati provenienti dall’Archivio dei 9999 e di Ugo La Pietra.

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Data: 10 ottobre 2019 ore 17

Luogo: Milano, Showroom Refin Studio (Via Melone, 2)

Titolo: Radical Disco: Space Electronic

 

 

 

Partecipanti:

Elettra Fiumi  – regista, Archivio 9999
Marco Ornella  – Critico e curatore
Emanuele Piccardo - critico di architettura, direttore di archphoto.it

Moderatore: Emanuele Zagor Treppiedi, redattore rivista Zero

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