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Premio Tenco 2010: Terza serata

Si apre con un “pianoforte da concerto dal suono avuto dal mistero un pianoforte a coda lunga, nero” come avrebbe cantato Paolo Conte, un pianoforte a centro palco e lui, Vinicio Capossela in giacca bianca, a ripercorrere alcuni dei brani presenti nel suo primo disco “All’una e trentacinque circa” realizzato grazie all’incontro con Francesco Guccini e da Renzo Fantini, recentemente scomparso e poi suo produttore, come lo è stato dello stesso Guccini e del già citato Conte. Chiuso il set, visibilmente commosso, Capossela inizia una delle più belle orazioni funebri di sempre, scritta per ricordare la morte di Fantini, è davvero difficile riprendere dopo questo toccante racconto ma si rimette al pianoforte e propone uno dei brani che finirà nel prossimo disco, s’intitola “Sirene” un pezzo delicatissimo, evocativo, quasi evanescente, il suo viso al termine del brano è rigato di lacrime e abbandona così commosso il palco.

C’è bisogno di qualcuno che scuota il pubblico e ci pensa Enzo Del Re, il vecchio cantastorie, come s’è definito nella conferenza stampa di mezzogiorno perché dice “i cantautori sono un fatto commerciale”, vestito con cappellino, camicia, scarpe e borsello rossi, armato solo della sua voce e di una sedia utilizzata come fosse un cajon, ci canta della sua Puglia, del lavoro, della fatica che deriva dal lavoro, cantando appunto “Lavorare con lentezza”, una risposta di molti anni fa a chi oggi incita a una produzione sempre più esasperata con un sempre maggiore sfruttamento dei lavoratori. Riesce a trascinare il pubblico.

E’ invece da dimenticare l’esibizione di Marco Fabi, già salire sul palco dopo Enzo Del Re, sarebbe un’impresa per chiunque, ma la sua esibizione è davvero imbarazzante, se da un certo punto di vista la sua presenza avrebbe potuto segnare una ventata di melodia, che a dire il vero non guasterebbe a molti cantautori spesso poco abili sotto quest’aspetto, però i suoi testi sono da dimenticare e quel che è peggiore è che neppure le canzoni nel loro complesso, seppure melodiche, lascino traccia di sé … ma perché è stato invitato?

Da archiviare senza particolare sussulti, almeno per il sottoscritto, le due presenze straniere, entrambe premiate dal Tenco, parlo dell’irlandese Paul Brady e del cantante e chitarrista spagnolo Amancio Prada, la lingua straniera certamente non mi aiuta nel giudicare le loro performance, però a mancare sono secondo me soprattutto la presenza scenica o carisma che dir si voglia, forse meglio tra i due, da questo punto di vista, lo spagnolo.

Si ritorna a giocare in casa, è il momento di Piero Sidoti, vincitore della Targa Tenco per la migliore opera prima con “Genteinattesa”, con lui sul palco Nicola Negrini al contrabbasso, Claudio Giusto alla batteria, Antonio Marangolo (produttore e arrangiatore del disco) al sax e un altrettanto grande interprete, l’attore e amico d’infanzia, Giuseppe Battiston, qui nell'insolita veste di cantante. Nel breve set, Sidoti ci presenta una piccola carrellata di questi personaggi in attesa quanto inattesi, proprio perché personaggi senza peso, relegati ai margini della società proprio come “Lo scemo del villaggio” interpretato in maniera magistrale da Battiston.

È giunto il momento di chiudere, a essere chiamato sul palco per l’ultimo Premio Tenco della serata è Roberto “Freak” Antoni, già visto e rivisto durante il corso delle tre serate in veste di tappabuchi durante i cambi set, nelle mani il suo dizionario demenziale e capace di divertire i molti presenti in sala. Subito dopo la premiazione si unisce a “Quello che non nominerò per non cadere nel solito becero messaggio promozionale subliminale, comunque gli Skiantos” e con loro ripercorre la loro lunga carriera proponendo anche “Mi piaccion le sbarbine” che prima di eseguire, precisa, essere l’unico elemento che li accomuni con il nostro Presidente del Consiglio. E’ un gran finale, apprezzato dal pubblico.

Alla fine anche questo 2010 ha avuto la sua edizione del Tenco, s’è rischiato molto di non riuscire a realizzare nulla e la paura di una fine imminente è stata per il momento scongiurata, occorrerà però muoversi per tempo in vista dell’edizione 2011 per non farsi cogliere impreparati, per non ridursi a metter su un cast solo all’ultimo momento (la scaletta di questa edizione 2010 è stata secondo me molto disomogenea forse proprio per la fretta) e per evitare anche contestazioni nelle singole assegnazioni di premi com’è avvenuto in parte quest’anno.

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