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Rino Zurzolo, un contrabbasso per amico

La prematura scomparsa di Rino Zurzolo è una perdita umana e artistica che lascia un segno profondo nel nostro paese.

Di tutta l’esperienza del sound napoletano creato sotto l’egida di Pino Daniele, ad oggi rimane una grandissima memoria propulsiva. Propulsiva significa che come un motore in funzione, produce energia, produce idee e soprattutto crea la sintesi di un suono che è oltre la cultura comune. Le idee le fanno le persone, tali rimangono. Come è risaputo gravemente, le persone muoiono. E le idee? Hanno il tempo dell’infinito quando attecchiscono e quando sono molto valide. 
Così
Rino Zurzolo, famoso per essere stato il propulsore della ritmica armonica di Pino Daniele, non gioca più a muovere le armonie. È in una dimensione a noi sconosciuta se non si è ferventi cattolici. Ma il suo sound, la sua idea di come usare il contrabbasso come uno strumento estremamente creativo rimane e rimarrà. Le sue linee armoniche che ha tracciato assieme al settore ritmico della band storica di Pino, sono di una estrema serenità sonora da far paura.

Eppure, chi ha conosciuto Rino Zurzolo avrebbe potuto pensare il contrario. Invece, chi come il sottoscritto ha avuto la fortuna di conoscerlo nella duplice veste di didatta e di esecutore, ha la certezza di una persona estremamente ricercata, con una serenità nascosta e con un alto vigore creativo negli occhi. Gennaro (chiamato più semplicemente Rino) Zurzolo è stato capo di un pensiero contemporaneo di suonare il basso. Molti hanno imparato da lui e molti ancora impareranno. Le sue docenze nel campo del jazz erano (anche) estremamente curiose. Era divertente apprendere da lui (nella foto in fondo, un’istantanea di un momento particolare nel 2016, durante un concerto per la Festa Europea della Musica dove tutti insieme hanno eseguito il brano Je so’ pazzo). Possiamo anche sembrare esagerati, ma imparare con lui era ‘semplice’. Il suo percorso è quindi fatto di tante sfaccettature ed oggi ciò che mancherà sarà proprio la leggera presenza che tanto ispirava alla risoluzione dei problemi. Zurzolo ha avuto quindi un percorso affascinante. Ha operato nel suo ambito con la moglie flautista Valentina Crimaldi (qui insieme in una foto del 1994, tratta dal suo profilo facebook) creando alcune produzioni dove l’idea era sempre quella propulsiva. Seminare per raccogliere i virgulti. La sua predisposizione all’apertura gli ha permesso di intrattenere quindi rapporti con molti suoi colleghi, napoletani e non. È stato docente di un gruppo creato da Gianluigi Di Franco per il suo percorso musicoterapico, primo in Italia ad essere condiviso con un conservatorio. E la mia memoria va ad un concerto indimenticabile che tenne assieme a Di Franco, voce e basso. Pochi avrebbero fatto di uno strumento un mezzo atto a creare armoniche melodie. Probabilmente la sua voglia di ricercare era così grande da vederlo sempre attento a nuove forme di impasti sonori, di percorsi da fare. Pertanto la sua memoria rimarrà per tanto tempo ancora; con essa la sua essenza umana gentile e presente, come poche.
Marco Ranaldi


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