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Deasonika

Tredicipose

Dopo due anni dalla loro partecipazione a Sanremo, i Deasonika, affermata realtà dell’indie rock italiano, danno alle stampe Tredicipose, il loro quarto lavoro in studio, un concept album curiosamente aperto al visivo: il disco è infatti affiancato dal dvd del mediometraggio “Dovunqueadesso” di Simone Covini, e da un booklet impreziosito dalle fotografie di Alice Pedroletti, che forniscono un suggestivo commento ai testi.

“Tredicipose” germoglia da una lontananza senza consolazione, da una solitudine incolmabile e crudele di un amore mancato o finito, un dolore che sa di nichilismo, di perdita di identità, ma a tratti anche di speranza. Questa galleria di tredici scatti, di tredici gradi di elaborazione del dolore – in un cammino in cui si inciampa, si torna indietro o ci si slancia verso l’accettazione – è aperto da E.B.O.W.S., breve strumentale con un riff di chitarra ossessivo e distorto che ci proietta in Viole, primo singolo dell’album, in cui di questa attanagliante separazione viene sottolineata la nota più radiosa e “floreale”, una sorta di epilogo di una narrazione circolare. Segue poi Song X, ruggente e rabbiosa risposta al brano precedente, il cui fervore si cerca inutilmente di soffocare in La stanza brucia, ballad cantata a perdifiato, con un grido finale che sa di disperazione. Seguono Trasparente e Instabile, due facce della stessa medaglia di smarrimento e incertezza, la prima luminosa e pop, l’altra cupa, ossessiva e ruvida. Questo sbandamento diventa paura di affrontare il mondo da soli in Photographs? e trasfigurante vuotezza in Kurt Cobain (la mia faccia a metà). Nota a margine per All the Other Guys, Thank You e The Beauty Thoughts, le parentesi più sbiadite dell’album: i testi in inglese le banalizzano, nonostante la solidità e la perfetta integrazione con il resto del progetto. Si torna a intravedere la luce con Gregorian, seguito ideale di Viole, della quale riprende alcune note eteree in una danza decadente e sognante, che ben si sposa con Le rebelle, ultima traccia del disco tratta dall’omonima poesia di Baudelaire, emblematica sintesi dell’intero album.
“Tredicipose” è un lavoro maturo, ben confezionato e concettualmente originale, per certi versi anomalo nel panorama italiano. L’ennesima conferma del talento di una band a cui manca solo una ventata di freschezza nei pur curatissimi arrangiamenti.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Marco Trentacoste
  • Anno: 2008
  • Durata: 56:29
  • Etichetta: Edel

Elenco delle tracce

01. E.B.O.W.S.
02. Viole
03. Song X
04. La stanza brucia
05. Trasparente
06. All the other guys
07. Instabile
08. Thank You
09. Photograph?
10. Kurt Cobain? La mia faccia a metà
11. The Beauty Thoughts
12. Gregorian
13. Le rebelle

Brani migliori

  1. Viole
  2. Gregorian
  3. Le rebelle

Musicisti

Max Zanotti: voce, chitarre, piano
Francesco Tumminelli:
chitarre ed effetti
Walter Clemente:
basso
Stefano Facchi:
batteria
Marco Trentacoste:
chitarre, synth e rumori

Gianluca Morelli: voce in #8