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PalaRavizza, Pavia

Fiorella Mannoia

La linea di confine che segna la strada verso “SUD”

 

Come descrivere il movimento che ha indotto in tutto il corpo e dentro l’animo la serata che ha regalato Fiorella Mannoia al pubblico di Pavia?

La piacevole tempesta scatenata dai suoni del suo ultimo lavoro Sud non ha lasciato scampo a nessuno, nemmeno a coloro che pensavano di riparare sotto qualche Cielo d’Irlanda anch’esso dalla parte del sound tintinnato (versione voce e tamburello), a tratti dolcemente suadente e perfino “rivoluzionario”.

L’atmosfera creata dalla coloratissima scenografia aveva echi di sole d’Africa, rimbalzi di spiagge sudamericane, sapori e colori perfino piccanti d’India.

Sul palcoscenico il corpo ritmico degli strumenti comandava la scena: due batterie magistralmente domate da Diego Corradin; bonghi, tamburi, tamburelli e oggetti di provocazione musicale gioiosa, con l’animo di chi deve per forza cantare e ballare per lasciarsi dietro i dolori di un mondo che, per forza e per destino, se l’è presa con una parte di questa terra che deve imparare a girare insieme.

Fiorella appare sul palco piena di questa voglia, avvolta da questo desiderio: essere un pezzo di un enorme arcobaleno di suoni e melodie.

E poi balla, ma lo fa davvero e con cura, grazie alla partecipazione dei ragazzi del Progetto Axé, che, come dice l’artista, «in Brasile recupera i bambini e i ragazzi di strada; insegna loro a conoscere la bellezza, che è l’unica chiave per aprire le porte del cuore. Lo fa attraverso l’arte, la musica, la danza, la capoeira, la creatività. Forse diventeranno artisti professionisti, forse no, ma non saranno mai più quelli di prima: il loro percorso di vita sarà diverso e i loro figli saranno diversi perché grazie a questo progetto sono cambiati loro ».

Quando lascia spazio al repertorio (Sally, I treni a vapore, Mio fratello che guardi il mare ecc.) entra in campo una sezione di archi con due violini e un violoncello che non fanno solo assaporare qualcosa di delizioso al palato, ma solleticano il cuore con delle versioni toccanti e a tratti davvero particolarmente emozionanti, come quando verso la fine del concerto la Mannoia omaggia il grande Lucio Dalla con un dolce delicato saluto, interpretando Cara, non con la sua sola splendida voce ma con la profondità di chi probabilmente ha voluto bene e ha condiviso momenti musicali incisi per sempre in una donna che come Fiorella, e solo poche altre, hanno saputo portare in canto le emozioni dei nostri grandi autori italiani.

A proposito di autori, con molta vanità l’artista ha più volte sottolineato come la scelta di esserlo per la prima volta dei suoi brani abbia portato una ventata di novità, ma anche di coscienza lirica inaspettata.

E poi accade quello che non ti aspetti: ecco che fa capolino, irruento sulla scena, Frankie HI-NRG; avremmo dovuto capirlo dal cambio d’abito della Mannoia, per tutta la serata in impegnativi abiti (alcuni addirittura confezionati dagli stessi ragazzi del Progetto Axé) e d’un tratto in jeans e maglietta.

E cantano, dialogano con il corpo e con le note, quelle di Buontempo e di Quelli che ben pensano.

Cosa dire poi della fiduciosa Non è un film, che Frankie ha scritto per Fiorella, premiata con il riconoscimento di Amnesty International, cantando la realtà tragica di chi cerca una speranza in un Paese diverso per un futuro migliore.

Pensavamo di essere stati stupiti a sufficienza ed invece ecco che arriva una desueta Via con me suonata in versione caraibica con la kora, una sorta di arpa africana.

Particolarmente apprezzata Quando l'angelo vola, un brano che la Mannoia ha idealmente dedicato a Thomas Sankara, presidente del Burkina Faso dal 1984 al 1987, che sfidò le grandi potenze rifiutandosi di pagare un debito che non gli apparteneva: non è un caso se la sua avventura venne fermata con il suo assassinio a 38 anni, ma le sue idee sopravvivono ancora oggi (durante l’esecuzione campeggia il suo volto).

Per ultima ho voluto lasciare la straordinaria interpretazione di Quello che le donne non dicono: davvero toccante la scelta di far scorrere sullo schermo alle spalle i volti di tante donne, di tutti i sud del mondo, ricchi di cultura, di tradizione e lotta di resistenza, sociale e culturale.

Ad accompagnare la Mannoia sul palco c’erano, oltre al già citato batterista, una band composta da Carlo Di Francesco (percussioni, produttore artistico e arrangiamenti), Davide Aru (chitarra e arrangiamenti), Fabio Valdemarin (pianoforte), Luca Visigalli (basso), Arnaldo Vacca (percussioni), Andrea Pistilli (chitarra), Natty Fred e Kaw Dialy Mady Sissoko (cori), Fabrizio De Melis (viola/violino), Giuseppe Tortora (violoncello) e Mario Gentili (violino).

 

 

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In dettaglio

  • Data: 2012-05-15
  • Luogo: PalaRavizza, Pavia
  • Artista: Fiorella Mannoia

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