Gigi Cifarelli Quartet Live @ Idroscalo Area Tribune - Segrate (Mi) - 02.08.2013.

Prendiamo una calda (ma non troppo, in verità…) serata estiva lungo le rive del “mare di Milano”, l’Idroscalo, luogo in cui, quando la luce del giorno inizia a scemare, parafrasando una vecchia pubblicità, “si crea un’atmosfera”… ed allora, in questa situazione intima, quasi familiare, un po’ pifferaio magico, un po’ maestro di cerimonia, ma sempre brillante intrattenitore, Gigi Cifarelli ha presentato una ennesima versione del suo Quartet, formazione con la quale, ormai da diversi decenni, calca i palchi di tutta Italia raccontando le sue storie “di chitarra”.

Un gruppo di musicisti, di grandi musicisti, è vero, ma non solo… fra i quattro si crea immediatamente una situazione di complicità, di scherzo, (a partire dalla scelta dei brani, in pratica decisi al momento durante una serie di “huddle”, raggruppamenti in stile basket, tutti intorno alle tastiere a sfogliare il “quadernone”…), in cui il chitarrista pavese si diverte a mettere in difficoltà i suoi tre compari con stacchi, finte chiusure e “reprise” del tutto improvvisate, che sgorgano spontanee e nascono lì per lì.

Dopodichè, intendiamoci: per musicisti come Flavio Scopaz, storico bassista di Eros Ramazzotti, strumentista fra i più noti e dall’esperienza ultratrentennale, Francesco Corvino, giovane ma affermato batterista,  con all’attivo collaborazioni di grande spessore (fra gli altri Tony Esposito, Mario Venuti, New Trolls, Francesco Baccini, Anna Oxa, Gatto Panceri, Mina, Mario Lavezzi e, recentemente, Ornella Vanoni…) e Nicolò Fragile, tastierista, arrangiatore e produttore, un’esperienza ed una varietà di collaborazioni invidiabile (da Mina ad Eros Ramazzotti, Irene Grandi, Renato Zero, Vasco Rossi, Gianluca Grignani, Mario Venuti, Stadio, Alex Baroni, Celentano, Ornella Vanoni, Loredana Bertè, Roberto Vecchioni, Mario Lavezzi, ma anche tastierista dei Gotthard, e l’elenco non finisce qui…), raccogliere la sfida è assolutamente un piacere che permette loro di mostrare al pubblico doti tecniche, interpretative ed un interplay davvero fuori dal comune.

La scaletta della serata, improvvisata ed a detta degli stessi musicisti provata molto poco, si dipana fra composizioni dello stesso Cifarelli, So’ pien, Blues for Silvio Verdi, Borsa Nuova, Doctor Taylor… alternate a standard internazionali, My Funny Valentine, Cantalupe Island, e le beatlesiane The long and winding road e Yesterday, passando dal jazz alla fusion anni ’80, al blues più “torrido”, con una linearità ed una fluidità che suscitano l’ammirazione dei presenti.

Gran finale con la presenza, in qualità di ospite, di Antonio Galbiati, musicista, autore e produttore qui nelle vesti di cantante.

Per offrire una descrizione sintetica dello spettacolo, si potrebbe parlare di una serata fra amici, di un’atmosfera del tutto informale, rilassata, in cui la tecnica si è messa al servizio del groove, si è fatta essa stessa strumento per comunicare sensazioni, feeling, emozioni, ed in questo i quattro protagonisti non hanno certo lesinato energia, grinta e sudore, come nella più genuina tradizione.

Ognuno di essi è fortemente impegnato in numerose attività che si svolgono nell’ambito musicale: didattica, produzione, arrangiamenti, scrittura di brani, tour, ma è innegabile che l’essersi ritagliati questo spazio per “sfogarsi” e suonare semplicemente per il puro piacere di farlo, è stato, per loro, un momento di vera e profonda gratificazione che hanno avuto la capacità di trasmettere agli ascoltatori.

E la musica, come compito primario, ha proprio quello di suscitare emozioni…