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Teatro Ariston Sanremo, 22-24 Ottobre 2015

Premio Tenco 2015

Premio Tenco 2015. Tra la Via Emilia, il West e il “poetico realismo”

"Come una cosa viva lanciata a bomba contro l’ingiustizia".

Finiscono così le tre serate del Premio Tenco, trentanovesima edizione. Con l’Ariston in piedi, qualcuno a pugno alzato, tutti a cantare quella che sola poteva chiudere e mettere il punto conclusivo alla Festa che il Club Tenco quest’anno ha voluto dedicare a Francesco Guccini: La locomotiva. Perché chi è fan del Maestro lo sa bene, Lei e Lei sola è la canzone alla quale è permesso concludere i concerti. O, dovremmo dire, era permesso, dato l’addio ai palchi e alle scene musicali di Guccini, comunicato nell’estate 2013. La locomotiva dicevamo, con Flaco Biondini, Jimmy Villotti, Vince Tempera, Antonio Marangolo, Deborah Cooperman, Pierluigi Mingotti, Roberto Manuzzi e Ivano Zanotti, i musicisti che per anni hanno fatto la stessa strada con Francesco. I tre giorni del Premio Tenco 2015 si chiudono così con un «arrivederci, da qualche parte» che Guccini, salito sul palco negli ultimi istanti, dice al microfono con quella sua bella voce roca a strascicata. E a noi lì, nel salutarlo, viene proprio da credergli. E quindi, arrivederci Guccio.

Senza seguire la scaletta delle tre serate (dal 22 al 24 ottobre), come in un bel puzzle, appoggiamo su un grande tavolo immaginario i pezzi e proviamo ad incastrarli. Uno, centrale, è sicuramente la performance del cantautore canadese Bocephus King (l’unico al quale è stato concesso a grande richiesta un bis) che mischia blues, country, gipsy, e che ha saputo toccare con mano d’artista il gioiello Autogrill, riscrivendola e portandola dal bancone di un’autostrada lungo la provincia emiliana ad uno di quei saloon tanto cari all’immaginario americano, mantenendone intatta la poeticità. Un altro pezzo da aggiungere è Le mie parole che già nel 2002 segnò il prezioso rapporto tra Samuele Bersani e Pacifico, e che nell’esecuzione sul palco del Tenco (Bersani colpito da un brutto abbassamento di voce non ha potuto cantare, ndr) ha rinnovato la bellezza di veder premiati, con la Targa alla miglior canzone (Le storie che non conosci), due dei cantautori più intensi, capaci e artisticamente sinceri della nostra musica. Accanto, sul piano del tavolo, mettiamo La ballata degli annegati eseguita da Cesare Basile (Targa Tenco al miglior album in dialetto), il cantastorie siciliano, che di terra, radici, sole e ombre, sa scrivere e cantare. Avvicinare a questo l’album Extra dei Tetes de Bois non è difficile, tutto combacia alla perfezione, e loro prendono applausi, Targa come migliori interpreti, rispettoso silenzio e ascolto attento durante il breve set, anche perché la voce di Andrea Satta, sempre ispirata e preziosa, incanta.

Un altro dei pezzi fondanti di questa bella fotografia è il fermo-immagine di Carmen Consoli voce e chitarra ne Il vecchio e il bambino, la cantantessa sempre bella elegante intensa, riempie di atmosfera il palco dell’Ariston solo stando ferma davanti al suo microfono, gonna scura e capelli raccolti. Eleganza che è la cifra stilistica del miglior album premiato con la Targa Tenco 2015, Il mio stile di Mauro Ermanno Giovanardi che, nonostante la presenza nella cinquina dei finalisti di artisti di ottimo livello, vince grazie ai quei suoi pensieri viscerali detti ad alta voce, l’intonazione da crooner che porta sempre sul palco, in un album che è un film a colori e ombre.  Un pezzo fondamentale per questo immaginario puzzle che piano piano si va formando, è certamente nella voce, nel gioco, nel vino e nelle storiacce di Bobo Rondelli, l’unico che avrebbe potuto eseguire L’avvelenata senza sfigurare, e così è stato.  All’angolo destro di questa fotografia aggiungiamo quel “per sempre tuo Cyrano” a voce piena, guidata dalla maestria dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo, di Vanessa Tagliabue Yorke, in un’esecuzione al femminile di uno dei brani cardine di Guccini: e lei sfiora quasi la perfezione. Nell’angolo opposto un’altra donna, Cristina Donà, delicata ed eterea la sua versione di Stelle, ritira meritatamente la Targa alla miglior canzone (Il senso delle cose). Ad unire i due angoli, nel centro di questa linea immaginaria tutta al femminile Jacqui McShee, la cantante inglese che mescola sapientemente folk e atmosfere jazz, va a chiudere momentaneamente l'elenco dei premiati dal Club Tenco come migliore artista, elenco che parte da Leo Ferré (1974) per arrivare al David Crosby della penultima edizione. A riempire gli incastri tra i pezzi c’è la nuova generazione, ci sono Appino, Giovanni Truppi e La Scapigliatura. Quest’ultimi interessanti, raffinati, filosofo uno, studente di giurisprudenza l’altro, elegantemente naif senza ricadute leziose, vincono la Targa Tenco come opera prima.

C’è un tempo che si ferma, quasi tutto sembra essere al proprio posto, c’è il silenzio attento, le risa di cuore, il rispetto, i grazie, le mani da stringere, le cene alle due di notte, le tavolate dove la musica è l’invitata d’onore, l’infermeria e i bicchieri che brindano, i ricordi dolci e malinconici di Sergio Staino, i racconti dei tour e dei panini con il salame come il miglior catering che si potesse desiderare, e poi c’è l’amico Roberto Vecchioni che recita Bisanzio, che dà il teatro della sua voce e dei suoi gesti ad Incontro. Poi l’ultimo pezzo, come in un film da riavviare all’inizio, c’è Auschwitz con Mauro Pagani, Edmondo Romano e Vittorio De Scalzi. E infine Antonio Silva, lo storico presentatore del Tenco e il sipario da aprire, o da chiudere.

 

I tre giorni del Tenco 2015 si erano aperti con l’inaugurazione della nuova sede del Club Tenco, agli ex magazzini ferroviari del lungomare Italo Calvino di Sanremo. Una sede fissa è un luogo dove si può entrare, che accoglie, dalle porte aperte, un luogo vivo, rumoroso, presente. Una sede sono mura, sedie, tavoli, persone, idee. Una sede è incontro. Un luogo dove “riunire tutti coloro che, raccogliendo il messaggio di Luigi Tenco, si propongono di valorizzare la canzone d'autore, ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo” (dallo statuto del Club Tenco). Già, poetico realismo.

Foto di Giuseppe Verrini

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In dettaglio

  • Data: 2015-10-22
  • Luogo: Teatro Ariston Sanremo, 22-24 Ottobre 2015
  • Artista: Premio Tenco 2015

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