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Sala Ferrari, Napoli

Fausto Cigliano

I miracoli (musicali) avvengono ancora. Anche a due passi da una trafficata tangenziale, in una piccola e intima sala di Napoli, in un caldo pomeriggio di primavera. Un miracolo silenzioso, di quelli veri che non hanno bisogno di urla e clamore, ma che si manifestano a pochi, a chi sa accogliere un dono di inestimabile valore come l’Arte del Maestro Fausto Cigliano. La Sala Ferrari è gremita di gente adulta, tra loro un bambino che spalanca occhi, orecchi e cuore davanti al prodigio della Musica. Che fortuna per lui vivere un’esperienza così significativa! Il sorriso di Cigliano accoglie e abbraccia i presenti. L’impeccabile chitarra di Gianluca Marino inizia a suonare e la “voce” di Napoli avvolge tutti. Si va indietro negli anni, al 1835, a Me voglio fa’ ‘na casa di Gaetano Donizetti; da qui parte il viaggio in quell’universo immenso e meraviglioso che è la Canzone Napoletana, accuratamente intervallato brano per brano dalla guida all’ascolto di Marino.

L’atmosfera è subito alle stelle, come si suol dire, merito della voce calda e dell’anima vibrante di Cigliano perfettamente in sintonia con il suono della chitarra classica. In ordine cronologico si gustano capolavori come Marzo (1892, meglio conosciuta come Catarì), I’ te vurria vasà (1900), Uocchie c’arraggiunate (1904, la preferita di Eduardo De Filippo), Reginella (1917), Silenzio cantatore (1922, la più bella a detta di Cigliano), Canzone appassionata (1922), Passione (1934, proposta in versione bossa), ‘Na sera ‘e maggio (1937), Simme ‘e Napule paisà (1944), Che m’è ‘mparato a ffà (1957) e Sarrà chisà (1959, primo posto al Festival di Napoli).

Dietro queste canzoni c’è tutto un mondo fatto di storie, sentimenti, emozioni e di autori come Salvatore Di Giacomo, Mario Pasquale Costa, Vincenzo Russo, Eduardo Di Capua, Libero Bovio, Gaetano Lama, Gigi Pisano, Giuseppe Cioffi e tanti altri che hanno contribuito (e ancora contribuiscono) a far grande la Canzone Napoletana nel mondo. Molti dei gioielli sopracitati sono stati incisi da Fausto Cigliano in bellissime e abbastanza recenti (dunque non difficili da recuperare) raccolte come L’Oro di Napoli vol. 1 & 2 e Silenzio cantatore, veri e propri ricettacoli di un’Arte – e di un modo di fare Arte – ormai in via di estinzione. Il Maestro saluta il pubblico con una speciale versione in italiano e poi in napoletano di E se domani, canzone presentata al Festival di Sanremo 1964 in coppia con Gene Pitney, scritta da Carlo Alberto Rossi e Giorgio Calabrese, ripresa e portata al successo da Mina. La sensazione di essere stati testimoni di un “miracolo” resta dentro, come quegli occhi di bambino spalancati dinanzi a tanta meravigliosa bellezza.

 

 

 

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In dettaglio

  • Data: 2016-04-17
  • Luogo: Sala Ferrari, Napoli
  • Artista: Fausto Cigliano

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