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La nave de Vero, Marghera

Roberto Vecchioni

La vita che si ama tour

Possono la bellezza e la felicità celarsi e all’improvviso svelarsi all’interno di un centro commerciale, nella penultima sera dell’anno, fra gli acquisti per il cenone e buoni banalissimi propositi per il 2017? Perché di bellezza e di felicità si è parlato e si è cantato molto quella sera, ed è un piacere parlarne (e scriverne) anche in questo momento. Sì, sappiamo che la bellezza può, può salvare dal torpore di giorni festivi e noiosi come dall’orrore delle notizie terribili di questo nostro tempo. Può, anche magari solo per una sera, per questa sera. Può, a maggior ragione, se a raccontare la bellezza (e la felicità) è lui, il professor Roberto Vecchioni, nella sua veste di cantautore e scrittore, sul palco di una specie di auditorium nel cuore di un enorme nuovo centro commerciale.

Siamo a Marghera, quasi Venezia ma ben distante dalla meraviglia della città magica, al centro commerciale La nave de Vero la sera del 30 dicembre, quando su un piccolo palcoscenico blu senza sipario circondato da tavolini dove (ahinoi) si può anche mangiare, arriva Vecchioni con la sua band a regalare una bellezza e (ebbene sì) anche una felicità inaspettate. All’improvviso tutto scompare - i tavoli, i cibi del Mc Donald’s, le borse della spesa, i sacchetti dei negozi - quando lui si fa centro, fuoco del racconto, cantore di storie e incantatore con le sue storie. Non ci sono Saffo, Pessoa, Velasquez o Rimbaud stasera a dargli la mano sul palco, non ci sono le loro inquietudini, le loro lacrime, la loro meraviglia, ma le sue (e le nostre, quelle di cui avevamo in fondo un gran bisogno). C’è Vecchioni padre, soprattutto, e c’è Vecchioni figlio. Ma anche l’amante, il marito, il professore, il viaggiatore, il nonno. Sono i suoi racconti a svelare grandi storie d’amore e piccoli momenti di felicità, sono le sue parole ad annullare tutto ciò che sta intorno, sorrette dalla musica e dalle emozioni del pubblico che si liberano in applausi, si fanno sorrisi e brividi indifferentemente.

Si comincia con il brano Canzoni e cicogne ad introdurre  in modo poetico e metaforico il tema dei figli, a cui segue un lungo appassionato discorso sulla felicità che culmina, come davanti ad una ipotetica scolaresca, con l’invito a non credere al destino perché “il destino è un trucco” dice “e io non voglio vincere una mano, voglio vincere la partita!” Dopo alcuni brani piuttosto noti pescati dal proprio repertorio, Vecchioni entra nel vivo nell’argomento ucardine della serata, che poi è quello che dà il titolo al tour e che si ispira al suo ultimo libro. È uscito infatti a metà novembre un cofanetto che contiene, oltre al volume La vita che si ama. Storie di felicità già edito per Einaudi, il cd Canzoni per i figli ( DME produzioni, curato da Lucio Fabbri) che contiene 9 brani completamente riarrangiati e un inedito. L’autore spiega di aver scelto per questo disco le canzoni più intime, le più personali scritte nel corso degli anni, quelle che (a parte un paio) in pochi conoscono, che di volta in volta ha dedicato ad uno dei suoi quattro figli: Francesca, Carolina, Arrigo ed Edoardo. I brani, ricantati con la voce ancora più calda e meno spigolosa di oggi, si arricchiscono rispetto agli originali di nuove sfumature ed emozioni, in una veste acustica essenziale, in cui ogni parola si carica di storia personale e di affettività vissute.

Per ogni canzone presentata stasera da questo disco Vecchioni racconta un aneddoto, un ricordo o l’episodio che l’ha ispirata, ricollegandosi così alle storie presenti nel libro (12 racconti e una poesia). Così  La mia stanza, canzone del 2002, è una sorta di dono per la  figlia Carolina che viveva adolescente di sogni e di musica, mentre per la successiva Le rose blu il racconto si fa emozione e commozione. È la battaglia più grande e più dura quella che il figlio Edoardo combatte da anni contro la malattia, ed è l’impotenza di un padre che arriva a proporre un patto a Dio quella cantata in un brano che da sempre mette i brividi ma che in questa versione raggiunge una bellezza sublime anche grazie alla preziosa chitarra acustica di Massimo Germini che con grande maestria accompagna Vecchioni dal 2002 in tour. Oltre a lui, stasera sul piccolo palco ci sono  anche Roberto Gualdi alla batteria, Marco Mangelli al basso, ed Eros Cristiani che si destreggia tra pianoforte e fisarmonica.

Seguono, fra le altre canzoni tratte dal disco, la bellissima Figlia e Canzone da lontano, dedicate alla primogenita Francesca (i due brani naturalmente più datati della compilation) e la più recente Due madri (dall’album Io non appartengo più del 2013), in cui le protagoniste sono le figlie di lei e della sua compagna, delle quali nonno Roberto racconta la storia, una storia di coraggio soprattutto, ma anche, naturalmente, di amore e di immensa felicità. Ed è poi alla madre, a sua madre, che Vecchioni dedica un bellissimo momento con la poesia Che c’eri sempre  (presente sia nel disco che nel libro) recitata sulle note della chitarra di Germini e poi con la canzone Dimentica una cosa al giorno.

C’è spazio anche per ascoltare il racconto di una favola, quella tratta dalle Mille e una notte e riportata anche da J.L.Borges nel suo Libro dei sogni, il cui protagonista Mohamed dal Cairo si reca in Persia ispirato da un sogno, alla ricerca proprio della felicità, non accorgendosi che questa si trova invece dietro l’angolo. La favola è citata nel libro di Vecchioni, precisamente nel primo racconto dal titolo e-mail, come monito ai suoi figli (e ai lettori) nella ricerca affannosa della felicità. “Perché la felicità è lì, a portata di mano, lì che non dobbiamo nemmeno farci chissà quali viaggi con la mente o frustarci l’anima per essere più in là “ scrive Vecchioni ed è per questo che, a pensarci, la felicità di questa sera è su quel piccolo palcoscenico incorniciato da tende blu, nella voce matura di un esile uomo vestito di blu, in una notte - ovviamente blu - di dicembre. E poco importa che l’ambiente non sia il teatro che un concerto del genere, di due ore piene, meriterebbe; l’importante è anche poterla ascoltare, applaudire, condividerla, riuscire quasi a toccarla e, se possibile, illudersi di fermarla in una foto, in una autografo sul libro, in un sorriso al volo dopo il concerto, questa benedetta felicità!

Solo alla fine arrivano anche i brani più famosi della lunga carriera del cantautore; chiudono infatti il concerto il successo sanremese Chiamami ancora amore, la ben più datata Luci a San Siro e la sempre coinvolgente ed attesa Samarcanda. È così, cantando e danzando insieme che si compie la festa della musica e delle parole che fanno bene, quelle che fanno pensare e spesso capire, finché non torna il silenzio, dopo i saluti, i sorrisi, gli inchini e gli applausi, e oltre. Alla fine “(...) le parole  tornano illusioni e si ripongono alla rinfusa nella scatola. Loro camminavano lì, nella meraviglia di sentirle. Chiudi la scatola, per un’altra volta, per un’altra persona. Lì si richiudono le parole, si nascondono, le rivedrai sul palco; oltre è la vita, la paura di essere uguali a tanti, di non capire, di esserne fuori. Loro, le parole, vivono la loro piccola danza.” (dal racconto Two meglio che one, pp.85-86, Roberto Vecchioni, La vita che si ama. Storie di felicità, Einaudi, 2016)

Foto di Valeria Bissacco

SCALETTA CONCERTO 30.12.2016
Canzoni e cicogne
Bandolero stanco
La mia ragazza
Le mie ragazze
La mia stanza
Le rose blu
Figlio figlio figlio
Figlia
Un lungo addio
Dentro agli occhi
Due madri
Milady
Canzone da lontano
Mi porterò
Che c’eri sempre (recitata)
Dimentica una cosa al giorno
Sogna ragazzo sogna
Chiamami ancora amore
Luci a San Siro
Samarcanda

Cofanetto: Libro + CD

Libro:
Roberto Vecchioni
LA VITA CHE SI AMA - Storie di felicità
pp.168
Einaudi, 2016
13 racconti sulla felicità

CD:
Roberto Vecchioni
CANZONI PER I FIGLI
Etichetta: DME Produzioni
Produzione artistica: Lucio Fabbri, Amarena Music
Produzione esecutiva: Danilo Mancuso DME Srl
Anno di uscita: novembre 2016

 

 

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In dettaglio

  • Data: 2016-12-30
  • Luogo: La nave de Vero, Marghera
  • Artista: Roberto Vecchioni

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