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Villa Arconati, Bollate (MI)

Gianmaria Testa - Stefano Vergani e Orchestrina Acapulco

Nella meravigliosa cornice di Villa Arconati si consuma, in un tripudio di luci sapientemente orchestrate e zanzare preventivamente allontanate, il concerto di Gianmaria Testa. Quando mi appropinquo alla Villa già sento lontana una voce matura, calda che mi fa pensare a un cantautore navigato ed in effetti Stefano Vergani, che apre la serata con la sua Orchestrina Acapulco ( si fa per dire "-ina": sono sette elementi tra tromba, trombone, violoncello, batteria, chitarra, contrabbasso e tastiere!), di palchi grandi e piccoli ne ha calcati parecchi nonostante la sua giovane età. Tra questi anche quello importante del Tenco, vincendo la Targa Tenco come "miglior artista emergente" nel 2005. Dopo aver scaldato il pubblico con tutta l'energia sprigionata dai suoi musicisti chiude la sua esibizione con un omaggio al grande cantautore e scrittore Ivan Della Mea scomparso un anno fa.

 


Dopo un velocissimo cambio palco e una pausa sigaretta per i fumatori presenti in sala, fa il suo ingresso in punta di piedi Gianmaria Testa, entra ed interpreta voce e chitarra il pezzo "La Nave" di Angelo Ruggiero, che ci fa entrare nell'atmosfera intima di questa serata. Prosegue, ispirato come sempre, intonando "Dentro la tasca di un qualunque mattino" e da solo con la sola chitarra riesce a passare tutta la semplicità e la poesia di un vivere quotidiano che solo i grandi poeti sanno raccontare nel modo più onesto. Ora tocca alla "Veduta aerea" che ci fa vedere dall'alto di quel suo sguardo così attento ai dettagli metaforici: «i bicchieri erano pieni ma qualcuno li ha bevuti e ora lo so cosa farai domani». Su "Città Lunga" entra silenzioso Piero Ponzo, suo fidato accompagnatore musicale da una decina d'anni e arrangiatore musicale di due album importanti del cantautore piemontese. L'ultima strofa «e com'è lunga la città senza di te» lascia il passo all'assolo del clarinetto di Ponzo: si compone così il duo in perfetta simbiosi.

 

 

Arriva finalmente il pezzo che aspettavo, "Dentro al cinema", un pezzo di una leggerezza e ritmo che ti conquistano all'istante. La introduce con l'ironia che lo contraddistingue facendo riferimento alla situazione socio-politica del nostro Paese, che definisce "un brutto film che ci hanno costretto a guardare dentro a un cinema"; il rimando è al triste teatrino della nostra classe dirigente ma il pezzo è godibilissimo, reso ancora più divertente da Piero Ponzo che si mette con nonchalance a suonare la valigia-custodia sulle sue gambe.


Su "Sei la conchiglia" l'inventivo Ponzo suona il clarinetto portandoci a bordo palco le onde del mare. Gianmaria legge poi un brano tratto dalla raccolta di poesie-calligramma "E' partita Iva" di Pier Mario Giovannone (autore anche del brano appena cantato): dopo un elenco ben nutrito di "forze", il pezzo si compie con «… ci vuole la forza di un bue, per fare l'amore un giorno su due!». Risate complici di un pubblico divertito, abituato - si vede - ad un colloquio diretto col cantautore, anche in contesti tutt'altro che raccolti. Ponzo apre col flauto "Un aeroplano di carta" per poi riprendere il clarinetto sul finire del pezzo, l'effetto è quello di avere due musicisti in più sul palco… «e un canarino canterino» risuona nelle orecchie, accompagnato da molteplici strumenti.


«C'erano quando ero bambino tante bellissime lucciole» - racconta Testa - «e ci capitava a me e a mio fratello di metterle nei barattoli… il giorno dopo le ritrovavamo brutte… Non esiste una sola verità che valga per tutti» e fa volare la sua "Lucciola d'agosto" illuminata dall'harmonium indiano suonato da Ponzo. Di nuovo un siparietto dell'inaspettato duo comico Testa- Ponzo, ora il cantautore imbracciando la chitarra elettrica e inforcando un paio di occhiali da sole annuncia il suo primo pezzo rock-blues raccontando proprio che l'ha scritto come conseguenza dell'acquisto della chitarra elettrica… «il look al giorno d'oggi è importante», si fa dare dal pubblico un paio di occhiali anche per il suo accompagnatore, a cui evidentemente non basta il sax per bene interpretare il ruolo. Il duo convince e diverte anche nella veste insolita.


Introduce poi la struggente "Seminatori di grano" in cui ogni singola strofa è un'immagine che ti si imprime nella mente con la forza propria delle grandi opere d'arte. Parla del "Quarto Stato" di Pellizza da Volpedo, di quella fiumana di persone che avanza con una meta e una speranza negli occhi pressoché scomparsa - a distanza di un secolo - dagli occhi di altre persone che si muovono oggi in massa. Poi subito l'attacco di "Rock", sentita profondamente e resa ancora più suggestiva dalla voce nuda di Gianmaria che canta ad un certo punto senza né chitarra né clarinetto ad accompagnarla.


Dopo aver ammonito il popolo italiano, migrante per eccellenza, ma spesso dimentico di ciò, dedica la sua "Una barca scura" agli stranieri che sulle coste italiane non riescono nemmeno ad arrivare, perché muoiono prima di portare a compimento il viaggio della speranza.


La serata volge al termine, si capisce dalla scelta di brani più sussurrati e leggeri che indirizzano verso una notte fresca e stellata gli spettatori di Arconati… Il sax di nuovo ad accompagnare la sua chitarra per rispolverare pezzi dal primo disco, "Polvere di Gesso" e "Gli amanti di Roma" che dedica dolcemente ai due figli presenti in sala. Torna sul palco richiamato calorosamente dal suo pubblico e dopo aver rievocato un Poeta come Pier Paolo Pasolini, che in tempi bui come questi che viviamo saprebbe vedere lucidamente e raccontare, aggiunge un sentito omaggio a De André, regalando alla platea la sua versione di "Hotel Supramonte".

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In dettaglio

  • Data: 2010-07-08
  • Luogo: Villa Arconati, Bollate (MI)
  • Artista: Gianmaria Testa - Stefano Vergani e Orchestrina Acapulco