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Michela Lombardi

Una donna oltre Bacharach

Dietro il successo di Karima, la cantante di Livorno che a Sanremo ha duettato con Burt Bacharach, c’è anche lei. Infatti Michela Lombardi, artista jazz di Lucca, ha adattato per lei il testo di una canzone dell’autore americano. Ma la stessa Lombardi è un’interprete dei brani di Bacharach tanto aver dedicato a lui un concerto sabato 17 ottobre al Fesival della Creatività di Firenze, per il calendario di Lucca Jazz Donna 09 Extended, ospite dello spazio di "Donna è Web". Con Michela Lombardi Piero Frassi al pianoforte e Nino Pellegrini al contrabbasso.


Come nasce il suo interesse artistico per Bacharach?

«Sono otto anni che affronto i brani di questo grande autore. Mi sono innamorata dei suoi successi soprattutto andando con amici a vedere i suoi concerti. Il pianista con cui collaboro, Piero Frassi, lavora anche con Karima Ammar che canta questo repertorio, e che grazie a Sanremo ha avuto la possibilità di collaborare personalmente con Bacharach. Per la sua voce lui ha scritto How the Heart Knows e quando lei ha avuto bisogno di una versione in italiano ha chiamato me, sia perché conoscevo i brani di Bacharach sia perché scrivo testi. Per questo è nato il brano Un domani per noi due dove accanto alla firma del maestro c’è la mia».


L’idea di questo tributo è recente?

«Il progetto va avanti da quattro anni, ma abbiamo avuto poche occasioni di presentarlo dal vivo. Stiamo già lavorando su una serata a Milano per la presentazione di un libro (The book of love di Giampiero Vigorito) dedicato a Bacharach. Il programma varia spesso anche perché ci piace riscoprire alcune perle nascoste. Spesso inoltre presentiamo i medley (antologia di brani) che Bacharach stesso ama proporre».


E’ mai riuscita a incontrarlo?

«Ne avrei avuto la possibilità, ma ho avuto molte opportunità di lavorare altrove proprio quando Karima e Frassi aprivano i concerti di Bacharach. Non ho perso la speranza, perché comunque la collaborazione con Karima va avanti e non è esclusa una trasferta in America».


Nelle sue incisioni lei sceglie sempre di affrontare brani relativi a un solo autore...

«Ho inciso due omaggi a Chet Baker, la prima voce del jazz che mi ha influenzato. Ma la cosa più entusiasmante è stato l’incontro con il sassofonista americano Phil Woods avvenuto grazie al discografico Paolo Piangerelli. Sapeva che scrivevo testi e mi aveva fatto avere un brano dedicato a Urbino sul quale aggiungere delle parole. Gli ho mandato un file Mp3 con la mia voce per fargli sentire come avrebbe potuto suonare il testo, e subito dopo mi ha mandato altri brami. Adesso abbiamo inciso tutto il materiale che uscirà nei primi mesi del 2010».


I prossimi impegni?

«Mi aspetta una serie di tre concerti in un importante festival in Germania, a Unna, quindi l’apertura della stagione jazz all’opera di Tel Aviv con un concerto dedicato a Chet Baker».

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