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Paolo Jachia-Francesco Paracchini

Baglioni-Morandi: due capitani coraggiosi

Due mostri sacri della canzone italiana. Due tra i più preparati giornalisti e critici musicali. Da una parte Gianni Morandi e Claudio Baglioni. Dall’altra Francesco Paracchini e Paolo Jachia. Che poi, detta così, sembra quasi una sfida (calcistica? Vista la foto di copertina che vede i due “capitani coraggiosi” con la maglia della loro squadra del cuore).
Ok, chi scrive ci scherza un poco sù, ma in effetti questo Baglioni-Morandi: Due capitani coraggiosi (edito da Azzurra Publishing) una sfida lo è davvero. Prima di tutto perché i due (Paracchini-Jachia) giocano d’anticipo, scrivendo il libro d’estate, quando il tour (vero evento del 2015 musicale italiano) degli altri due (Morandi-Baglioni) non è ancora partito, ipotizzando (e quindi rischiando) una loro “scaletta” dei brani proposti. E poi una sfida lo è davvero, perché decidono di sviscerare l’opera dei due artisti, entrando dentro i pezzi, analizzandoli con la loro conoscenza e competenza. Ma anche con le loro differenze di scrittori e critici. I due si sono, infatti, rigorosamente divisi i compiti: Paracchini ha preso in esame l’opera di Morandi, mentre Jachia si è addentrato dentro quella di Baglioni. E la scelta, alla fine, risulta vincente. Nei libri scritti a quattro mani il rischio, a volte, è quello di smussare gli angoli, cercare di armonizzare le parti, alle volte anche con qualche forzatura. Cosa che non accade qui.

La scelta, dicevamo, risulta vincente, perché mentre Paracchini (tendenzialmente più didascalico) si concentra sulla storia di Morandi, collegandola alla storia della canzone italiana che va dagli anni Sessanta a oggi (senza tralasciare di leggervi in controluce anche frammenti della nostra storia italica); Jachia (più “professorale”) si getta anima e corpo nei testi di Baglioni, quasi vivisezionandoli, cercando possibili interpretazioni in un lavoro di esegesi davvero encomiabile (e vada qui ricordato il preziosissimo lavoro di Paolo Talanca che “regala” a Jachia un suo arguto saggio dedicato ad Avrai).

Non solo, l’aver separato i capitoli morandiani da quelli baglioneschi (spero mi si perdoni tali aggettivi!) permette anche di capire meglio, giunti al termine della lettura, l’evoluzione umana e artistica dei due. Morandi raggiunge il successo - davvero strepitoso - negli anni Sessanta, conosce quindi un lento declino tra la fine degli anni Sessanta e Settanta – quando sulla scena irrompono i cantautori – per poi risalire la china grazie – in particolare – ad una canzone come Uno su mille. Ma emerge anche la figura, quella di Morandi, di un interprete che, al di là delle canzonette da musicarelli, ha cercato sempre nuove strade, confrontandosi proprio con quei cantautori che avevano preso il suo posto nelle classifiche (Paracchini ricorda giustamente che la sua rinascita parte con l’album Cantare del 1980), oppure mettendosi a studiare contrabbasso al Conservatorio di Santa Cecilia. Dall’altra il Baglioni che esce dalle pagine di Jachia è uno dei più raffinati scrittori di canzoni del suolo italico; un cantautore capace di vendere qualcosa come 3.800.000 copie con l’album La vita adesso (record assoluto della discografia italiana), ma al tempo stesso sperimentare nuove strade con il successivo Oltre (e sicuramente quanto c’entra in tutto ciò i fischi ricevuti dal Nostro durante la tappa torinese dell’Human Right Tour!). Insomma, se Morandi ha saputo unire con disinvoltura Andavo a cent’allora e Fatti mandare dalla mamma con Che cosa resterà di me di Battiato e La storia di De Gregori; Baglioni, invece, ha dovuto fare i conti con i critici che non gli perdonavano gli amori adolescenziali di E tu o le “magliette fini” di Questo piccolo grande amore. E proprio a proposito di “magliette fini”, Jachia riporta un curioso e divertente aneddoto: “[Baglioni] ha detto di aver ricevuto lettere di gente, gente nata con la miseria degli anni Cinquanta, che sosteneva di aver capito che la canzone parlasse di ‘maglietta lisa’. Poi una lettera spedita da una che si chiamava Gina, non Lisa, e che era contenta di una canzone dedicata a una ‘maglietta Gina’. Altre lettere, da altri più snob, che avevano capito ‘maglietta fine’”. Questo per dire che il libro è anche una miniera ricca di aneddoti e curiosità, di citazioni tratte da interviste in cui gli stessi Morandi e Baglioni spiegano, correggono, integrano possibili spiegazioni.
Un libro, insomma, gustosissimo – felice anche l’idea di sganciare i capitoli, in modo che si possano leggere non necessariamente uno attaccato all’altro – che non può scappare ai fans dei nostri “capitani coraggiosi”. Ma forse neppure a qualche critico un poco snob.
Il libro è uscito per Azzurra Music ed è stato distribuito in allegato con molti quotidiani locali. Ora è possibile trovarlo in alcune librerie, direttamente da Azzurra Music o sul sito de L'Isola della Musica Italiana.

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In dettaglio

  • Artista: Paolo Jachia-Francesco Paracchini
  • Editore: Azzurra Music
  • Pagine: 144
  • Anno: 2015
  • Prezzo: 7.90 €