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Giuliano Ciao

Flavio Giurato - Le gocce di sudore più duro

“E per quanto ti ho visto e per quanto ti ho sentito
tu sei una giornata di riposo dove si comprano i giornali.
E per quanto ti sento e per quanto ti vedo
tu sei una gioia personale che scroscia all'improvviso”
Flavio Giurato, da Orbetello, ali e nomi

Se la grandezza di un libro si vede dalla quantità di passi sottolineati a matita, dalla sequenza di annotazioni, dalle frecce che si dipanano verso pensieri scritti a latere, dalle pagine deturpate con l’orecchio, be’, questo è un signor libro.
 

Se la grandezza di un artista si vede dal numero di coloro che, a distanza di 30 anni, se ne dichiarano fortemente ispirati, be’, Flavio Giurato è un signor artista.

Questa recensione potrebbe benissimo terminare con questi due periodi ipotetici della realtà. Ma faremmo torto all’enorme lavoro compiuto dal suo autore, Giuliano Ciao, architetto di formazione, che al suo primo libro ha deciso di lanciarsi in un’impresa titanica, al limite dell’umano: provare a entrare nella “stanza segreta” di Flavio Giurato, uno dei cantautori più enigmatici, più laterali della scena italiana, uno che a cavallo degli anni ’80 sbalordì e sbaragliò tutti con tre album che apparvero come UFO negli italici cieli musicali. Il debutto sorprendente Per futili motivi(1978), il capolavoro epocale Il tuffatore(1982, portato all’attenzione di un vasto pubblico dalla trasmissione “Mr.Fantasy” di Carlo Massarini e Paolo Giaccio) e lo sconcertante Marco Polo(1984) segnarono infatti altrettante tappe di un percorso artistico davvero unico, quello di un bellissimo e altissimo rampollo della buona borghesia romana, nonché promettente giocatore di baseball, che, non più giovanissimo, lascia tutto e si vota corpo e anima alla musica, ridefinendo a poco a poco lo stesso concetto e struttura di canzone.

Poi più nulla. 
Silenzio.
Per 18 (diciotto) anni. 
Chi lo dava per morto, chi per disperso, chi giurava e spergiurava di non essere mai stato lì.
In realtà Giurato in quegli anni alla Noodles, dietro il piccolo cabotaggio di allenatore di una squadra giovanile di baseball e il suo lavoro da oscuro regista in programmi RAI, continuava a scrivere, ad appuntare idee, a fissarle su nastri casalinghi. 

Nel frattempo, con i tre dischi ormai abbondantemente fuori catalogo, coloro che avevano fatto in tempo a essere trafitti da quella voce così diversa da tutto, da quei versi così raffinati, da quel mondo così orgogliosamente (ma anche tormentatamente) altoborghese, ecco quelli, dicevamo, si scambiavano file mp3 su Napster, mettevano in piedi siti amatoriali a lui dedicati, ne mantenevano in vita l’esile ma tenace culto, attirando clandestinamente nuovi proseliti. Fin quando qualcuno (per esempio un caparbio ammiratore sardo) è andato a stanarlo, e a convincerlo a risalire su un palco, e poi a tornare in sala d’incisione: siamo ormai nel 2002 e Flavio Giurato decide che è ora di tornare al mondo e sconcertarlo di nuovo. I tre dischi di questa seconda vita (Il manuale del cantautore,La scomparsa di Majorana,Lepromesse del mondo) sono oggetti da maneggiare con cura, che non tollerano un ascolto distratto, sono esperienze artistiche complete, complesse, a volte urticanti, non sempre facili da sostenere, canzoni che non sono più neanche canzoni, sono fiumi sonori che spesso oltrepassano i dieci minuti, flussi di coscienza ammalianti e ipnotizzanti che si muovono su più livelli di significati, a volte con scarti logici inusitati, fino a lasciare frastornati, allibiti. 

Attorno alla figura di Giurato (“un autore che si è sperperato, che ha dilapidato sé stesso, che ha scelto di non rincorrere niente se non i suoi fantasmi”), Giuliano Ciao (nella foto a sinistra) costruisce con grande passione e abilità un libro che rassomiglia all’oggetto del suo esistere, un testo che volentieri deraglia, che cambia prospettiva, che torna su sé stesso, che ingloba suggestioni, analisi critiche, testimonianze, ricordi, incontri epifanici con il diretto interessato, scritti sparsi dello stesso Giurato. A una prima parte (“Le gocce di sudore più duro”) più canonica, che si sofferma, pezzo per pezzo, disco per disco, sull’opera di Giurato, ne segue una seconda (“Archeologia di un cantautore perduto”) più corposa, cangiante ed errante che ricostruisce la (ri)scoperta di Giurato dando voce a coloro che (addetti ai lavori, amici, semplici fans, allievi di baseball, suoi musicisti e collaboratori, artisti protagonisti della scena musicale attuale) hanno avuto la vita segnata da questo indefinibile artista che sembra vivere in un mondo che solo occasionalmente incrocia il nostro. 
La terza parte (“L’eccesso di se stessi”) è infine quella in cui Giuliano Ciao profonde tutto se stesso, leggendo l’opera di Giurato attraverso gli strumenti della cultura filosofica e letteraria contemporanea, nel tentativo di catturare (per quanto si può) l’essenza della frastagliata personalità e della intensa poetica di questo meraviglioso outsider della musica italiana. 
“Flavio Giurato- Le gocce di sudore più duro” ruba il titolo a un verso di Orbetello ali e nomi, e allude alla visione atletica, fortemente corporea (ma anche totalizzante e perciò rischiosa) che Flavio Giurato ha della musica, ma crediamo di non sbagliare ipotizzando possa anche essere riferito allo stesso autore, al suo tour de force di sei anni di duro lavoro attorno a un artista di culto che, incredibilmente, non era ancora stato oggetto di una monografia critica (se si esclude una meritoria miscellanea di “omaggi” del 2004, autentico Sacro Graal dei giuratiani, uscita ben presto dai cataloghi).
Se proprio dobbiamo trovare il fantomatico pelo nell’uovo in queste 400 densissime pagine, dovremo cercarlo in qualche piccolo refuso tipografico, nella mancanza di un indice dei nomi finale (se non quelli degli intervistati), o nell’omissione della collaborazione con i Rosybindy e Faust’O, un altro eccentrico (sia detto etimologicamente) della nostra canzone.

Ma insomma, sono davvero inezie: questo è un volume da leggere con grande attenzione, assolutamente da avere (personalmente il mio libro musicale del 2020), un lavoro che, ne siamo sicuri, vi costringerà a tornare sui dischi di Flavio Giurato (la prima parte, in particolare, sollecita implicitamente una lettura sincrona all’ascolto), per cogliervi illuminazioni finora rimaste nell’ombra, significati nascosti, possibili, sottintesi. Per ascoltare gioielli come Un colpo di vuoto, Il rondone, Mauro, Il tuffatore, Valterchiari, Orbetello ali e nomi, Marcia nuziale, Vela e mare, Marco e Monica, L’ufficialino, Digos La grande distribuzione con orecchie nuove,come se fosse la prima volta.
Un tassello in più nella percezione del mondo.
Una gioia che scroscia all’improvviso.
Non è poco. 

(Le foto di Giurato sono di Giuseppe Palmisano)

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In dettaglio

  • Artista: Giuliano Ciao
  • Editore: Crac Edizioni
  • Pagine: 390
  • Anno: 2020
  • Prezzo: 20.00 €

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