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Paolo Jachia

La donna cannone e l’Agnello di Dio – Tracce cristiane in Francesco De Gregori

Paolo Jachia è un autore prolifico, preciso, appassionato, professionale, che ha abituato i suoi lettori ad un approccio sempre profondo ed appassionante ai temi ed agli autori da lui trattati. E questo saggio “sull”immaginario cristiano” presente nelle canzoni di Francesco De Gregori ne è un ulteriore prova. Accompagnato da un minisaggio sui Baustelle (da leggere tutto d’un fiato per la sua ricchezza di contenuti e per la capacità di scoprire temi nascosti fra le pieghe delle canzoni di questo eclettico gruppo musicale), il saggio di Jachia ci conduce ad una rilettura affatto scontata e certamente affascinante della produzione del cantautore romano nella quale, affrontando alcune sue canzoni (31), un inedito e la traduzione di Series of dreams di Bob Dylan, l’autore mostra e dimostra che nella poetica e nell’arte di De Gregori la presenza del mistero cristiano è certa e feconda. E ciò avviene sia per quanto riguarda lo sviluppo delle sue argomentazioni che, nella sua scrittura, divengono metafore ficcanti e fondamentali per lo sviluppo del suo discorso, che per la necessità e l’urgenza di comunicare attraverso un metalinguaggio caldo ed appassionato.

Attraverso la lettura delle pagine di questo saggio appaiono, come elementi di indubbia fonte di ispirazione, le figure di Bob Dylan e di Fabrizio De Andrè. Entrambi, con le intuizioni e le genialità che sono note, sono stati fonte di luce ispirativa per De Gregori che, comunque, è sempre stato in possesso di una scrittura originale e personalissima grazie alla quale ha saputo esprimere e spiegare molto di più quanto, a prima vista, i suoi testi potessero comunicare. Non per niente la scrittura del “Principe” è stata spesso etichettata come “ermetica” a causa dell’impossibilità (?) di capire fino in fondo il senso compiuto di alcune sue canzoni. Ma grazie all’esegesi, ci si passi il termine, dei testi trattati da Jachia, ci “esplode” tra le mani la possibilità di una rilettura, non solo dei testi presi in considerazione, ma della metodologia con la quale viene affrontata una canzone, un tema, il mistero cristiano e, di conseguenza, quello dell’uomo.

Ovviamente questo non è un libro che intende convincere nessuno in merito al tema religioso, che è personale e spinoso, assoluto e, purtroppo spesso, totalizzante. Certamente, però, è un libro che invita e stimola a leggere un artista in maniera più profonda di come, generalmente, si è portati a fare, fermandosi sulla piacevolezza delle rime, sulla rotondità della melodia ma non andando alla radice del senso delle parole nella loro accezione più completa (come la lettura di varie canzoni rende evidente, su tutte quella de La donna cannone). Qualche forzatura, forse, è presente nella ricerca del senso cristiano delle parole spese da De Gregori in alcune delle canzoni prese in considerazione ma, paradossalmente, sono argomentazioni benevole perché aiutano a stimolare la voglia di ricerca toccando la sacralità delle parole, cercando di divellerne il senso apparente per giungere alla radice del suo segno più profondo, autentico e misterioso. Certamente non si tratta di una lettura semplice e l’approccio metodologico alla lettura non può essere quello che potremmo definire “acquisitivo-divulgativo” bensì dalla lettura di questo libro può e deve scaturire la scoperta di una ricchezza straordinaria nascosta tra parole “ordinarie”. Qui sta il genio di De Gregori, qui sta il talento di Jachia. Qui dovremmo poter trovare la perizia del lettore accorto che non accetta le apparenza ma si immerge nella lettura “tra le pagine chiare e le pagine scure” certo che, seppure qualcuno afferma che nella canzone “non c’è niente da capire”, alla fine tutti dovremmo ricercare le parole “dell’ ultimo discorso registrato dell’uomo che voleva parlare”.

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In dettaglio

  • Artista: Paolo Jachia
  • Editore: Ancora
  • Pagine: 200
  • Anno: 2009

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