È un libro denso ed intenso questo Nudi di canzone, che Paolo Talanca ha saputo curare con particolare attenzione. La prefazione di Franco Fabbri è una sorta di sigillo di garanzia circa le intenzioni e gli obbiettivi che il libro si prefigge, ed è bene che il lettore non si lasci trarre in inganno della sua “esilità”. Nelle oltre 130 pagine vengono passati in rassegna varie modalità artistiche che esprimono l'arte di costruire canzoni, a beneficio di tutti coloro che con questo genere di espressione riescono a manifesta emozioni, affinché esse si riproducano per arrivare al maggior numero di persone. Jazz, rock, pop, canzone d'autore, teatro-canzone, canzone “progressiva”: ogni ambito osservato è analizzato con cura certosina senza perdersi in particolari voli pindarici pieni di analisi spesso irrisolte.

Il rischio di un libro come questo è che si perdano i punti di riferimento ed i relativi obiettivi per farsi trascinare, magari, in inutili polemiche circa la predominanza di stili rispetto ad altri. Questo lavoro, invece, predilige l'analisi approfondita e puntuale delle diverse “scene” artistiche e lo fa in maniera efficace e mai ridondante, andando sempre direttamente sul concetto (sui concetti) che vuole esprimere. Anche grazie alla copiosa bibliografia proposta, è possibile al lettore, trovare spunti e suggerimenti per proseguire il lavoro di ricerca consultando altri testi.

Il libro di Talanca ha il pregio d'essere accademico ma senza la saccenza di chi fa il professore di mestiere e, grazie alla sua passione (che ha intelligentemente ha aperto la collaborazione ad altri qualificati soggetti) è possibile leggere un saggio che si consiglia di sfogliare con grande calma e attenzione, magari raddoppiando la lettura di ogni capitolo prima di passare al successivo.

Da segnalare, tra i tanti interessanti passaggi, quello sulla canzone pop d'autore dove il curatore, accompagnato dalla penna di Marco Di Pasquale, prende in esame la figura artistica di Claudio Baglioni analizzandone la sua capacità di proporre la forma canzone intersecata alle sue indubbie doti di ammaliatore del pubblico riuscendo a costruire il fondamentale rapporto tra medium e fruitori del messaggio. Poche righe (supportate da un intervento di Enrico de Angelis, datato 1986) ma ficcanti e dirette che illuminano un mondo ed un modo di intendere la canzone come una sorta di “fratellanza” tra artista e pubblico che sentono di rappresentare ed in parte anche essere una sola cosa alla ricerca dell'emozione perfetta. Perché questa è la ragione della canzone così come ci viene raccontata: la ricerca dell'emozione come elemento fondamentale della costruzione di un percorso che è arte, passione, necessità, l'utilizzo delle liriche e delle note al servizio di un compito alto. Quello di emozionare e, nel contempo, di fare cultura.

Se le canzoni emozionano, certamente un libro come Nudi di canzone aiuta a capire quali sono i meccanismi affinché da un'idea, da un'ipotesi, da un'intuizione possano scaturire sentimenti interiori ed esteriori che rimangono nel tempo. Un libro, questo, non per capire la canzone e /o la canzone d'autore, ma uno strumento per incominciare a delineare il senso di una forma artistica. Che può piacere o meno ma che, comunque, esiste ed è una sorta di marchio di fabbrica dell'arte italiana del passato e presente secolo.