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XII edizione del Premio Bianca d’Aponte-Città di Aversa: vince Sighanda con L’aciddruzzu. Ad Agnese Valle con Cambia il vento il Premio della Critica

Giovanna Dazzi, Clarissa Vichi e Chiara Minaldi premiate per Composizione, Testo e Interpretazione

Standing ovation per Fausto Cigliano. Energia e sorrisi da Irene Grandi, madrina dell’edizione 2016

Ci ha di nuovo riuniti tutti Bianca d’Aponte, nella sua Aversa, in occasione del Premio a lei intitolato e dedicato alle cantautrici, come lei.

Raro che qualcuno di noi addetti ai lavori si distragga in questa circostanza e diserti l’evento, per due di fondamentali ragioni. La prima di queste è il prestigio che nei dodici anni di storia il Premio si è conquistato; sempre di elevatissimo livello gli artisti che calpestano il palco del Teatro Cimarosa in quei giorni, e pure l’organizzazione artistica e tecnica che si mette in movimento in occasione dell’evento; inoltre, l’attenzione rivolta esclusivamente alla creatività femminile resta unica su scala nazionale, e le dieci finaliste arrivano alla due giorni di ottobre dopo una selezione importante, per numero di iscritte e per qualità dei giurati (qui in fondo ne riportiamo i nomi). L’altra ragione è di importanza altrettanto significativa, ma in parte meno “tecnica”, e per alcuni aspetti quasi impalpabile; o meglio, impalpabile solo per chi non ne è partecipe: la ragione è semplicemente Bianca. Infatti, questa ragazza ci ha lasciato parole e note la cui forza comunicativa continua ad ammaliare i cuori che attraversa, e più ce ne sono più si contagiano gli uni con gli altri, e sempre più si estende anche a livello territoriale l’eco di quella forza, tanto da generare nuovi eventi e nuove occasioni di parlare di poesia femminile, di musica femminile, di voci femminili, e sempre, ancora, di Bianca. Su tutti il Bianca d’Aponte International di Barcellona, organizzato da Cose di Amilcare e ideato da Sergio Secondiano Sacchi del Club Tenco (il prossimo appuntamento, il terzo, sarà il 5 marzo 2017).

«Questo Premio scaturisce solo dall’amore», aveva spiegato con semplicità Gaetano d’Aponte, papà di Bianca. Come disse il cantautore Carlo Mercadante lo scorso anno, da questo stesso palco, in un indimenticabile monologo a lei dedicato, è «... l’amore genitoriale, che invece di subire il silenzio di una voce che si spegne, decide di accenderne altre cento; è l’affetto di chi non vuole lasciare che uno, sottraendosi a uno, faccia zero, ma che moltiplicandosi a cento faccia non cento, ma centomila; perché i calcoli di una calcolatrice non sono mai uguali a quelli del cuore, perché “Sai che l’amore ha disegni un po’ strani...” (un verso di Bianca, n.d.r.)».

Da tempo non siamo più i soli a parlare della “magia di Bianca”.

Eccoci di nuovo qui, dunque, a raccontarvi quanto accaduto pochi giorni fa.

Il sipario si è aperto venerdì 28 ottobre, quando la vincitrice uscente Irene Ghiotto si è seduta al pianoforte per dare il benvenuto al pubblico con il suo canto. Ed è stata subito dichiarata la liaison con il Club Tenco, giacché i presentatori erano Antonio Silva – storico presentatore del Premio Tenco, appunto, coinvolto ad Aversa fin dallo scorso anno – e Steven Forti, legato all’associazione Cose di Amilcare, già presentatore del Bianca d'Aponte International. Eccellente l’accoppiata, giocata con lo spirito irresistibilmente autoironico di Silva, intento al gioco del “vecchio” che compete senza speranza con il “nuovo”, cioè l’inappuntabile Forti, che non sbaglia nulla, lì a farsi da spalla l’uno con l’altro, sorridendo con leggerezza, nei passaggi di palco.

Le finaliste, per la prima serata, hanno avuto il compito e l’opportunità di far ascoltare ciascuna una canzone propria non in gara; un’occasione per far conoscere il proprio stile a pubblico e giuria, per raccontare qualcosa in più del loro fare artistico. E a loro si sono alternati gli ospiti: c’erano Mauro Ermanno Giovanardi (“Jo”, nei La Crus) e Bungaro, le ex concorrenti Giorgia Del Mese e Patrizia Cirulli, alla quale è stato consegnato il nuovo Premio “Musica della Poesia”; c’erano i grandissimi Fausta Vetere e Corrado Sfogli, che hanno regalato al pubblico un set unico, nella loro rievocazione di un tratto dell’opera di Roberto De Simone, messo in scena dalla Nuova compagnia di canto popolare esattamente quarant’anni fa (nel 1976), La Gatta Cenerentola; c’era Giuseppe Anastasi – autore per grandi nomi della canzone – nel ruolo di cantautore; c’era un Peppe Voltarelli che ha conquistato il pubblico con la forza della spontaneità, e lo ha fatto ridere con i racconti, e lo ha fatto piangere con le canzoni; c’era la tedesca Vera Gotschall che ha cantato Bianca (Ma l’amore no), e hanno cantato Bianca pure i Letti Sfatti, insieme a Fausto Mesolella (da sempre direttore artistico, qui) con la canzone che hanno scritto per lei, Brilla una stella.

La seconda serata ha accolto altri ospiti eccellenti. Primo fra tutti l’attesissimo Fausto Cigliano, uno dei grandi e storici personaggi della nostra canzone. L’artista partenopeo, accompagnato dalla chitarra di Gianluca Marino, ha reso omaggio a Bianca recitando un brano da lei scritto in dialetto – una rarità, nel repertorio della giovane cantautrice – brano che lui stesso ha definito “poesia immortale”: Nenia a sora morte. Commovente, se questo aggettivo può rendere appena l’emozione provocata in sala dalla sua interpretazione, dalle parole di Bianca. E ha cantato Uocchie ca arragiunate, e pure Canzone appassiunata, per terminare con una E se domani, con piglio spiritoso e divertito, che merita un pubblico in piedi, entusiasta, mentre il sindaco di Aversa Enrico de Cristofaro gli consegna il Premio Bianca d’Aponte alla Carriera.

Fausto Mesolella ha offerto un personale omaggio a Giorgio Calabrese, legato per tanti anni a questo Premio e scomparso pochi mesi fa; e ha cantato la sua Benedetta la Sicilia, toccante omaggio alla terra che più di ogni altra ha saputo accogliere con amore la moltitudine di persone fuggite dal terrore alla ricerca di pace. L’artista russa Elena Frolova è stata insignita del Premio Bianca d’Aponte International, istituito lo scorso anno in collaborazione con Cose di Amilcare. E ancora Mariella Nava, che dal giorno in cui fu madrina al Premio di Bianca non manca mai, sul palco e non solo, regalando al pubblico le sue canzoni e alle concorrenti il suo sostegno come discografica. Come pure Kaballà, grande artista che non ha mai lasciato la “famiglia” del Premio e ogni anno si esibisce per il pubblico del Cimarosa. Il quale, tra le tante eccezionali esibizioni, ha potuto anche godere dell’inedito duetto di Mesolella con Vittorio De Scalzi, anima dei New Trolls, sorridente e generoso; e al fondo della loro esibizione, un’acclamatissima Quella carezza della sera cantata in coro dal pubblico, mentre dietro a loro si esibivano in un elegante ballo Antonio Silva e – anticipando la sua uscita “ufficiale” sul palco – la madrina di questa edizione, Irene Grandi. Il lungo applauso di congedo dedicato a Vittorio De Scalzi si è fuso con quello di accoglienza per la cantante toscana, che con il suo sorriso aperto ha avuto parole commosse per il luogo, le persone, l’atmosfera che si respirava. E nel mezzo dei suoi brani di successo - Prima di partire per un lungo viaggio, Brucia la città, Lasciala andare – ha cantato la canzone di Bianca Ci ritroveremo: una scelta, come lei stessa ha voluto sottolineare, piena di significato fin dal titolo; una canzone che parla ancora di amore, dell’amore che mai si perde.

Ma le vere grandi protagoniste della serata del sabato sono state le dieci finaliste del concorso, cuore vivo che dà anima a tutto questo. Le giurie – quella principale, composta da artisti e discografici, e l’altra composta da giornalisti e organizzatori di eventi musicali cui è affidata l’assegnazione del Premio della Critica – erano sedute in platea tra il pubblico, mentre le concorrenti si sono esibite una dietro l’altra con la loro canzone in gara in apertura di serata, prima degli ospiti. Vogliamo sottolineare che le cantautrici si sono dimostrate tutte capaci di presentare il loro brano in modo convincente, disvelando sul palco quello che al semplice ascolto non sarebbe stato percepibile: ottime le loro interpretazioni, tutte, ci permettiamo di dire, dimostrando che sempre più la professionalità si accompagna alla creatività nel vivaio della nostra canzone. Le ricordiamo una per una, ché poi i premi finali, si sa, hanno sempre un valore relativo. Erano Ilaria D'Amore, Giovanna Dazzi, Marta Delfino, Gabriella Martinelli, Chiara Minaldi, Nicoletta Noè (Nicoletta Grazzani), Veronica Punzo, Sighanda (Dominique Fidanza), Agnese Valle e Clarissa Vichi.

Terminata l’esibizione di Irene Grandi, è giunto il momento di conoscere il verdetto della giuria. L’emozione era palpabile tra le ragazze chiamate tutte a ricevere gli applausi della platea, sorridenti e strette in un abbraccio lungo tutto il palcoscenico, a sancire, per un altro anno ancora, lo spirito di amicizia e di condivisione di questo Premio tutto speciale. A rassicurarle, come sempre, è salito papà Gaetano, che fa davvero da padre a tutte loro; e ancora, i presentatori hanno chiamato sul palco la mamma Giovanna, e finché non è arrivata lì, insieme a loro, Antonio Silva non ha voluto procedere con la lettura dei premi assegnati. Allora si sono finalmente elencati nomi e premi: la giuria della critica ha dichiarato vincitrice Agnese Valle, con Cambia il vento, un brano che ha convinto tutti nella sua lenta andatura melodica e il ritmo morbido di voce, chitarra e clarinetto (suonato dalla stessa cantautrice); premio consegnato da Enrico de Angelis, Direttore artistico del Club Tenco e qui presidente di giuria. Il Premio per la Migliore Composizione è stato assegnato a Giovanna Dazzi per Orione, mentre Miglior Testo è stato giudicato Un fiore, di Clarissa Vichi. Il Premio per la Migliore Interpretazione è andato a Chiara Minaldi, che ha cantato Un’anima; l’artista palermitana ha conquistato anche Mariella Nava, la quale le ha consegnato personalmente il Premio Suoni dall’Italia della sua etichetta discografica. A Nicoletta Noè per Ad Abelardo, Eloisa è andato invece il Premio Officina delle Musiche e delle Parole di Alberto Salerno e Mara Maionchi. Infine, è stato annunciato il nome della vincitrice assoluta dell’edizione 2016: è la bella, elegante, teatrale Sighanda (nella foto a sinistra), cantautrice e attrice italo-francese, con L’acciddruzzu, brano sofisticato ma spiritoso, con un testo che alterna il dialetto siciliano alla lingua francese, espressione delle due radici dell’artista.

Chiudiamo con un appunto sulla forma del premio “fisico”: si tratta di un’opera di Umberto Guarino che raffigura una nota musicale, una croma, ma che ha la forma precisa di una “b”, iniziale di Bianca, che si staglia contro un disco chiaro lasciandone intravedere solo uno spicchio, come di luna. Quella luna che Bianca aveva voluto incidere, con un bellissimo tatuaggio, sulla sua pelle.

Il comitato di garanzia dell'edizione 2016:
Giuseppe Anastasi (paroliere), Roberta Balzotti (RAI), Giuseppe Barbera (musicista e compositore), Antonella Bubba (Bubba Music), Tony Bungaro (cantautore), Lino Cannavacciuolo (musicista e compositore), Enrica Corsi (Premio Bindi), Paolo Corsi (operatore culturale), Enrico De Angelis (Club Tenco), Mauro De Cillis (giornalista RAI), Tonino Delle Donne (operatore culturale), Enrico Deregibus (giornalista), Angelo Franchi (Universal), Kaballà (paroliere), Massimo Germini (musicista e compositore), Elena Ledda (cantautrice), Elisabetta Malantrucco (giornalista RAI), Nino Marchesano (La Repubblica Napoli), Bruno Marro (musicista e compositore), Alberto Menenti (paroliere), Andrea Mirò (cantautrice), Alfredo Rapetti Mogol (paroliere), Mariella Nava (cantautrice), Martina Neri (Musicalnews), Francesco Paracchini (L'isola che non c'era), Valentina Casalena Parodi (Premio Andrea Parodi), Paolo Pasi (RAI), Fausto Pellegrini (Rainews24), Timisoara Pinto (giornalista RAI), Alessia Pistolini (giornalista), Gianfranco Reverberi (musicista e compositore), Marco Ragusa (Warner), Ivan Rufo (Festival Botteghe d'Autore), Alberto Salerno (paroliere), Brunella Selo (cantautrice), Corrado Sfogli (musicista e compositore), Antonio Silva (Club Tenco), Ferruccio Spinetti (musicista e compositore), Paolo Talanca (critico musicale), Silvia Tessitore (Ed. Zona), Roberto Trinci (Sony), Fausta Vetere (cantautrice), Dario Zigiotto (operatore culturale), Maria Cristina Zoppa (RAI).

 

Foto di Mary Addari e Giorgio Bulgarelli

 


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