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Fortemente a rischio la prossima rassegna del Premio Tenco a Sanremo

Un passo indietro tutti per andare avanti insieme

Il rebus del Tenco

Abbiamo volutamente aspettato qualche giorno prima di rimarcare anche da queste pagine il “rischio” (molto concreto) che la rassegna del Premio Tenco 2011 salti.  La speranza era quella di avere qualche smentita dai diretti interessati (Comune e Regione in primis) per farne un bell’articolo con tanto di scampato pericolo, ma invece nulla, anzi.Qui riportiamo per intero il comunicato stampa che il Club Tenco ha fatto girare la settimana scorsa, che chiarisce – a nostro giudizio in maniera emblematica – lo stato dell’arte, il punto morto su cui le varie parti si stanno impantanando.

Il capitolo di fondo è sempre quello, i soldi, le palanche come dicono da quelle parti.

In tutti i manuali di marketing insegnano una cosa molto semplice: quando le risorse diminuiscono bisogna concentrare gli sforzi sulle cose più strategiche. Questo discorso vale nel campo pubblicitario (per esempio più c’è crisi e più le aziende concentrano i loro budget sulle testate più importanti) così come per qualsiasi altro settore. E anche nel mondo degli eventi, un Comune, una provincia o una regione dovrebbero valutare attentamente quali sono le priorità da salvaguardare.

Secondo noi (e con noi qualche migliaia tra artisti, addetti ai lavori e persone comuni che su facebook stanno esprimendo solidarietà a Enrico de Angelis, Antonio Silva, Sergio Sacchi, Roberto Molteni, Giorgio Vellani e tutto lo staff del Tenco) la rassegna che da oltre 35 anni si svolge a Sanremo è una risorsa culturale per quel Comune, per quella Regione e per l’Italia intera. Fin dalla sua prima edizione nel 1974, quando un Signore, con la esse maiuscola, di nome Amilcare Rambaldi ha voluto chiamarla così (la foto qui a fianco è della prima edizione) in onore e in ricordo perpetuo di Lugi Tenco e del modo di concepire l'arte della canzone.

Certo, uno potrebbe dire che L’ISOLA è di parte, considerando che lavora da oltre dodici anni nel mondo della canzone italiana, soprattutto quella d’autore, e quindi… Può essere vero, visto che nel nostro Dna c’è un rispetto totale per una rassegna che da quel 1974 ha tracciato una linea, chiara e fuori dal coro, capace di intendere la valorizzazione degli artisti nel modo che anche noi ci sentiamo di condividere. Unendo cioè dignità della persona, delle sue opere e del suo modo di proporle. Nessuno sconto alla “popolarità” (al Tenco ci vai perché sei bravo, non perché sei famoso) e questo negli anni è sempre stato anche il nostro “credo”, per esempio dando copertine ad artisti semi-sconosciuti al grande pubblico ma di forte impatto qualitativo per la nostra redazione.

Ma tornando alla vicenda Tenco 2011, più ci si addentra nei ragionamenti che arrivano dalle parti in causa e più ci si accorge che la matassa è difficile da sbrogliare. Difficile ma non impossibile. Certo, qualche passo indietro andrebbe fatto da tutti.

Provando ad essere solo per un attimo asettici, super partes, ti accorgi che ognuno ha elementi validi per cui far valere le proprie ragioni. Il Tenco da parte sua potrebbe cogliere l’occasione per affinare, ulteriormente, i costi della rassegna (già comunque limati negli ultimi anni), lasciando davvero sul tavolo quelli vivi e necessari a garantire tre giorni all’insegna della qualità artistica a cui ci ha abituati. Come in un tutte le aziende, le famiglie, le rassegne, nei momenti di crisi economica bisogna saper stringere o eliminare alcuni dettagli o iniziative di contorno che - a onor del vero - rendevano il Premio Tenco un evento unico in Italia e forse in Europa.

Un concetto, quello cioè che al Tenco puoi vivere dei momenti "unici", che abbiamo racchiuso in alcune foto, scegliendo tra le mille possibili rimanendo nell'ambito della musica italiana. 

Vecchioni per esempio, (tra i più assidui frequentatori, già dal 74), Bersani (invitato nel 1990 senza ancora un disco in promozione), oppure Vinicio Capossela (spinto e sostenuto come una star ben prima che... lo fosse) e infine Van De Sfroos (invitato a Sanremo quando sotto il Po non lo conosceva nessuno). Quanti nomi tutelari della canzone italiana sono passati dal Tenco, quanti artisti in erba hanno potuto crescere all'ombra di un palco severo ma quanto mai ospitale in quei fatidici tre giorni! Un invito a trovare la quadratura del cerchio quindi, a non demordere, mettendo in campo fantasia e conoscenze. Tagliando l’antipasto, il dolce e i contorni, per qualche anno ci si accontenterà di primo e secondo, che comunque è pur sempre un bel cibarsi. Quando i cuochi sono validi (organizzazione Tenco) e gli ingredienti sono di qualità (panel di artisti su cui operare) qualche miracolo si può fare.

In poche parole: saper perdere qualcosa per non perdere tutto.

Sul fronte sanremese, invece, il Comune potrebbe per esempio valutare meglio l’investimento messo in campo per gestire Sanremo Lab (è solo la prima cosa che mi viene in mente forse perché è l’ultima pubblicizzata), una mega macchina organizzativa che volendo riassumerla potremmo dire che è una montagna che genera il topolino, visto che muove centinaia e centinaia di giovani che dopo un percorso di alcuni mesi si troveranno (forse) in due sul palco del Festival di Sanremo. Non mettiamo assolutamente in discussione la bontà dei nomi chiamati a gestire la struttura (tra tutti una persona perbene come Paolo Giordano o gli artisti che compongono la commissione come Niccolò Agliardi, Mauro Ermanno Giovanardi, Davide Van De Sfroos, Peppe Voltarelli, Edoardo Bennato e altri ancora). Tutto questo, come è stato detto dal vicesindaco Lolli in occasione della conferenza stampa, perché si vuole dare un’immagine nuova e di qualità alle proposte che arrivano dal Comune di Sanremo verso il Festivalone storico.

A parte il fatto che se il Comune volesse proporre qualcosa di valido al Festivalone storico potrebbe chiederlo a chi queste cose le segue tutto l’anno…. e non dovrebbe neanche andare lontano, basterebbe che a metà novembre passasse tre giorni in Via Matteotti e mettesse il naso nell’Ariston. Ma a parte quest’ultima frase, che chiaramente è una provocazione e non una speranza, ci sembra che spazi di manovra per non perdere un evento come il Tenco ci siano. Il ViceSindaco Claudia Lolli (con un cognome così, lo riteniamo un buon segnale….) si è dichiarata vicina al sentire comune del Premio Tenco e delle sue ragioni storiche per cui nacque, rimarcando pubblicamente lo spessore artistico di uomo come Amilcare Rambaldi (la foto messa in apertura è del 1991, in occasione dei suoi 80anni).

Seguiremo questa vicenda e ve ne daremo conto, nel frattempo vi lasciamo alla lettura del comunicato del Premio Tenco pronti come sempre ad ospitare qualsiasi altra comunicazione ufficiale dovesse arrivare dal Comune o dalla Regione.

Paternale del giorno: fare un passo indietro tutti per andare avanti insieme. Una frase e un concetto tanto caro a Napolitano (Giorgio) per uscire da questo impasse in cui si trova la politica attuale. Qui i valori in campo sono meno drammatici per le sorti del nostro paese, d’accordo, ma per quello della musica forse no. Nessuno lascerà l’Italia…. se il Tenco traslocasse dalla riviera dei fiori o se riducesse a due le serate (o a una sola, come leggerete nel comunicato), rimane il fatto che se parliamo di musica in Italia il Premio Tenco è un’istituzione e rimane incredibile pensare come non si riesca a far sedere intorno a un tavolo un pool di partner (tecnici ed economici) che possano affiancare la “cosa” pubblica ligure e sanremese in particolare. I soldi pubblici stanno finendo (o è meglio usare il verbo al presente?) e sempre di più gli eventi, grandi o piccoli che siano, dovranno fare i conti con questa realtà, abituandosi a creare nuove sinergie che “integrino” l’intervento pubblico. Più facile a dirsi piuttosto che a farsi, non c’è dubbio. Come non c’è dubbio alcuno che se non si passa da questa strettoia l’uscita non si trova.

Eppure una timida luce, fioca, in fondo si vede. Portiamo a casa questa edizione (in qualsiasi modo pur di non perdere la storicità del luogo) e lavoriamo tutti insieme per quella del 2012. Siamo certi che "salvare" il Premio Tenco sia utile a tutti quelli che si muovono sulla canzone di qualità in Italia e che hanno bisogno di un momento annuale in cui incontrarsi, discutere, proporre, e ascoltare vecchie glorie e nuovi virgulti musicali. Cambierà la forma? No problem, l'importante è che non cambi la sostanza.

Francesco Paracchini

 

 


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