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Zucchero, Black cat, nuovo album di inediti.

Grande ritorno con un album ricco di prestigiosi produttori e di grandi musicisti internazionali

Conferenza stampa Palazzo Clerici, Milano, 28 aprile 2016

A oltre cinque anni da Chocabeck, ecco Black cat, un nuovo album di inediti per Zucchero, che segna un grande sforzo produttivo e di ulteriore internazionalizzazione in quantosono previste diverse versioni del disco: oltre a quella italiana ci saranno infatti una versione internazionale, una  asiatica ed una spagnola. Zucchero presenterà il disco dal vivo in un tour europeo tra Ottobre e Novembre per una trentina di date (sarà il primo italiano a fare due date consecutive alla Royal Albert Hall di Londra), mentre per le dieci date italiane all’Arena di Verona dal 16 al 28 Settembre sono già stati venduti oltre settantamila biglietti.

Black cat, un gatto nero o una gatta nera, ha un significato molto diverso altrove; e infatti per gli afroamericani ed i bluesman è indice di buon auspicio e simboleggia anche un saluto confidenziale ed amichevole, come a voler dire: “Hey man”! Addirittura “molti bluesman portano un osso di un gatto nero in tasca come portafortuna”.

Sono ben tre i produttori del disco, registrato in parte in digitale (brani veloci) e in parte in analogico (brani lenti) e che nomi: da  Don Was Rolling Stones, Bob Dylan), a T Bone Burnett (Elvis Costello, Elton John e altri) a Brendan O’Brien (Bruce Springsteen, Pearl Jam), tutti e tre riuniti da Zucchero prima della registrazione dei brani, per assicurare una cera omogeneità nella produzione, vista la diversità di stili e preferenze musicali. Il risultato è ottimo e il disco evidenzia un’armonia e coerenza di fondo, anche se poi Zucchero non ha mancato di sottolineare che il reale produttore dei suoi dischi è prima di tutto lui stesso. Nei tredici brani del lavoro, assolutamente godibili, si alternano grandi musicisti. Basti menzionare, tra gli altri, Mark Knopfler, Elvis Costello, Greg Leisz (Jackson Browne, Bruce Springsteen, Eric Clapton solo per citarne alcuni), Jim Keltner (Tom Petty, Bob Dylan,Traveling Wilburys) e Jerry Douglas (Led Zeppelin ,Robert Plant) che arricchiscono ulteriormente il tutto con il loro grande talento.

C’è poi anche la collaborazione artistica con Bono che, incontrato a Torino durante il concerto degli U2 dello scorso anno, partendo da un provino che Zucchero gli aveva lasciato, ha portato alla scrittura del testo di Streets of Surrender (S.O.S.), fortemente ispirato ai terribili fatti dello scorso anno a Parigi che hanno profondamente colpito tutti e in modo particolarmente personale Bono che si trovava con gli U2 proprio in quei giorni in città per un concerto, annullato dopo i tragici fatti .

L’ispirazione per questo nuovo lavoro che Zucchero considera il suo “più nero”, è arrivata anche dai  38 concerti tenuti negli USA , in particolare negli Stati del Sud, che lo hanno portato ad inserire nel disco suoni e canti delle piantagioni di cotone, rumore  delle catene degli schiavi e dei  prigionieri, cori  gospel, suoni vintage, tribali e antichi di batteria e percussioni.    

Il primo  singolo, Partigiano reggiano, a conferma delle radici padane e della provenienza di Zucchero dalle terre “rosse” dell’Emilia è l’occasione per confermare che “…i partigiani per me erano personaggi romantici, raccontati da genitori e nonni come eroi che lasciavano le famiglie per aiutare la gente…di sicuro i fascisti non sono bravi…il 25 Aprile per me è ancora importante.” Nel testo c’è anche una strana parola, slempito , inventata da un menestrello della Lunigiana, che significa coraggio, energia, e che diventa una sorta di invito che l’artista lancia ai giovani di oggi  un po’ apatici ad avere slanci, ideali, a combattere per qualcosa che non funziona.

Zucchero, 60 milioni di dischi venduti , rivela che per i dieci concerti all’Arena di Verona saranno sul palco con lui 13-14 musicisti, oltre a vari ospiti in fase di definizione e di essere anche al lavoro per fissare le date di un tour mondiale tra il 2016 e il 2017, confermandosi cosi l’artista italiano che, oltre a un elevato numero di collaborazioni internazionali, fa più concerti all’estero.

Foto di Giuseppe Verrini

 


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