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  di Annalisa Belluco  ‘Canzoni & Parole’ il festival della canzone d’autore italiana organizzato dall’Associazione Musica Italiana Paris che ha esordito nel 2022 è pronto a riaccendere le luci della terza ...

Guardando il mondo (l'Ariston e dintorni) da un oblò. Senza annoiarsi.

Sa(n)remo senza Confini -3ª edizione

Non di solo Ariston vive il Festival

 

Big, nuovi big ed emergenti. Insieme senza confini.

Cinque giorni passati nella sede del Club Tenco a raccontar di musica e di artisti. Guardando il mondo (dell’Ariston e dintorni) da un oblò, senza annoiarsi.

Come ormai tutti sanno, il ‘Festival di Sanremo’ da molti anni non è più “solo” la classica e lunghissima diretta televisiva serale (quest’anno però particolarmente più lunga e brodosa del solito) e non è più “solo” una gara canora (questo invece lo sappiamo da decenni, non da anni…). È qualcosa di diverso, di omnicomprensivo, di compulsivo quasi, che assorbe e catalizza per una decina di giorni almeno, e siamo buoni, media e discussioni da social. Restando però a quel che succede “sul campo”, a Sanremo, il sale delle giornate festivaliere sono le decine e decine di iniziative collaterali che riempiono ogni ora e ogni spazio della città ligure.

Troupe televisive nazionali – e non solo - che propongono dirette che durano ore, per non parlare della giungla di microfoni lanciati in mezzo alla gente da parte delle radio che arrivano da tutta la Liguria, ovviamente, ma anche da ogni parte d’Italia. Alberghi che affittano le ampie hall ai network radiofonici, strutture ad hoc che vengono installate nei luoghi strategici (tra queste la più importante è certamente Casa Siae), la struttura storica del Palafiori che diventa ‘Casa Sanremo’ (uno spazio gestito dalla Gruppo Eventi di Vincenzo Russolillo e reso accogliente dalle  raffinate scenografie di Mario Garrambone) con i suoi mille incroci di live, interviste, incontri, il Forte di Santa Tecla che interagisce con la kermesse mettendo a disposizione i suoi suggestivi spazi (splendida la mostra dedicata ai 70anni del Festival), i tanti locali sparsi tra la Pigna (il centro storico) e il mare, che offrono occasioni di jam session (tra tutti segnaliamo il Mamely, una birreria/pub da oltre duecento posti), così come un luogo ormai ambito e conosciuto per minilive e jam session è diventato l’Attico Monina. Uno spazio di Optimagazine gestito dal popolare giornalista e opininista Michele Monina e da Mattia Toccaceli, su di un terrazzo vista mare appena fuori dal caos di Piazza Colombo, dove passano big in gara, ospiti come Mara Maionchi e giovani – e meno giovani - promesse cantautorali. Il tutto trasmesso in diretta sui canali OMTV e sui social di Monina stesso (qui una foto mentre intervista Piero Pelù). Altri luoghi per suonare sono il palco in Piazza Bresca, snodo strategico per chi si muove tra l’Ariston e il lungomare, gli eventi al Piccolo Teatro della Federazione Operaia, le installazioni e i dj set di Piazza Sardi, il mega Tir trasformato in postazione radiofonica da Radio 2 in Piazza Borea e poi, poi… E poi c’eravamo anche noi de L’Isola che non c’era, che per il terzo anno consecutivo ha utilizzato la prestigiosa sede del Club Tenco, sul lungomare Calvino, per mettere in piedi una rassegna che ha visto 42 mini-eventi tra showcase, interviste, presentazioni di libri e occasioni di approfondimento musicale.

Parliamo di “SA(N)REMO SENZA CONFINI”, un appuntamento pomeridiano che ha permesso ad artisti e pubblico di incontrarsi ad una distanza ravvicinata, certamente informale, serena e che grazie alle esibizioni quasi tutte in acustico hanno permesso di far emergere appieno il potenziale di ognuno. Cinque giornate “senza confini” (da martedì 04 a sabato 08 per tre ore di fila) durante le quali il palcoscenico si è riempito di musica e lo ha fatto attraverso linguaggi diversi, dai più classici ai più contaminati, con lo scopo principale di condividere una passione, un mestiere o più semplicemente dare aria ad un sogno rimasto troppo tempo nel cassetto.

L’Isola che non c’era ha nel cuore questo appuntamento, perché alla base dell’iniziativa c’è la cura e l’attenzione per la canzone d’autore che nel tempo assume inevitabilmente anche nuove declinazioni. E il nostro intento, nel limite del possibile, è quello di essere capaci di intercettarle e farle conoscere al pubblico e soprattutto alla filiera degli operatori. Il nome della rassegna deve ricordarci proprio questo e cioè che non sempre è giusto o possibile mettere un’etichetta su un artista che abbia margini precisi e ben definiti, ma che la bellezza dell’arte sta proprio nello sconfinamento e nella rottura di questi margini formali.

I musicisti che si sono esibiti sono stati sia vecchie conoscenze (per dirne due Vittorio De Scalzi e Nino Buonocore, qui durante la sua esibizione con il fido contrabbassista Antonio De Luise che per l'occasione lo accompagna al piano), che giovanissimi esordienti in qualche maniera tenuti a battesimo con entusiasmo e incoraggiamento (ad esempio Marco Arati, Eleonora Toscani o Giovanni Segreti Bruno). Abbiamo anche avuto il piacere di ascoltare molte cantautrici in una speciale giornata aperta da Sara Jane Ceccarelli (vincitrice nel 2019 del Premio L’artista che non c’era e tra l'altro in partenza con il suo tour il 21 febbraio da Gubbio, clicca qui per tutte le date) che dopo la sua esibizione condotta con Paolo, suo fratello chitarrista (qui insieme nella foto prima di entrare nella sede) ha poi lasciato il testimone ad Adel Tirant, Marte, Margherita Zanin, Cristiana Verardo, Eleviole?, Chiarablue, Cinzia Gargano, Lamine, proposte artistiche che toccano e lasciano il segno. Così come il segno, un segno d’affetto nei nostri confronti, l’ha lasciato il giorno dopo Gabriella Martinelli, che non essendo in gara all’Ariston quella sera ha voluto tornare nella sede del Tenco per dimostrarci la sua vicinanza, pur non potendosi esibire per una clausola del contratto Rai. Dicevamo che è “tornata” perché in qualità di vincitrice 2018 de L’Artista che non c’era, la invitammo l’anno scorso alla rassegna mentre quest’anno…era sempre a Sanremo ma era negli otto “giovani” a giocarsi la vittoria finale insieme a Lula… (qui sotto la foto della sua esibizione nel 2019).
Ci piace pensare che questo possa avvenire anche per Sara Jane Ceccarelli.

Ma oltre ai nomi già citati, quest’anno ‘Sa(n)remo senza Confini’ ha richiamato cantautori e interpreti da tutta Italia, ospitando voci, chitarre, pianoforti dietro cui si sono esibiti anche Sergio Pennavaria, Andrea Amati, Francesco Anselmo, Giulia Mei, Mosè Santamaria, talentuosi cantautori a cui si è aggiunto Lorenzo Polidori, abilissimo chitarrista co-vincitore della sezione Strumentale de L’Artista che non c’era 2019. E poi ancora Renato Franchi, Moreno Delsignore, Valerio Sanzotta, Christian Gullone, Michelangelo Giordano, Filomena Pascale, Edy, Andrea Marino, Cecilia Quadrenni, Lorenzo Del Pero, Tuccio D’Amico, Pino Bruno, Benedetto Alchieri, Labirinto di Eva, Volosumarte e i Lovesick Duo (più in basso nella foto)Oltre agli showcase veri e propri, segnaliamo anche l’interessante incontro avuto con Doc Servizi martedì pomeriggio, con Ale Formenti che ha sottolineato l’importanza di un’iniziativa nazionale atta a valorizzare e remunerare meglio il “lavoro” del musicista, sradicando il concetto che per forza di cose la stragrande maggioranza degli artisti, specie quelli di piccola o media notorietà, debba continuamente alimentare un’economia sommersa. Nessuno ha criminalizzato nessuno, solo la constatazione che si vuole affrontare e risolvere un problema serio. Certo, è una proposta difficile da riassumere in poche righe, ma ne consigliamo l’approfondimento.

Spazio anche per la presentazione della nuova edizione del Premio “L’Artista che non c’era”, partito proprio in questi giorni. È la 17ª edizione e l’impegno che la redazione e i collaboratori della testata metteranno in campo per l’ascolto e la valutazione di tutti gli iscritti sarà la stessa di sempre, quella che ci ha permesso in questi anni di ‘consegnare’ alla giuria di qualità esterna una rosa 25 semi-finalisti di forte spessore e di avere poi vincitori come, giusto per ricordarne qualcuno, Pino Marino, Zibba, Pilar, Erica Mou, Piji, Arianna Antinori, le Iotatola, Veronica Marchi, The Crowsroads, Francesca Incudine, fino agli ultimi due già citati in precedenza: Gabriella Martinelli (2018) e Sara Jane Ceccarelli l’anno scorso. (qui tutte le info a riguardo della nuova edizione 2020).

A tutto questo aggiungiamo l’ampio set dedicato sabato pomeriggio all’Associazione Minuetto-Mimì Sarà, capitanata dall’indomito Enzo Adriani, vulcanico patron di questa realtà che coinvolge - anche attraverso un concorso - artisti di tutta Italia che trovano in lui, in Giancarlo Del Duca (responsabile per la parte artistica) e Manuela Dentella (coordinamento generale) i principali referenti di un ampio staff capace di creare un ambiente e un calore famigliare. Una sorta di “factory” che continua da anni a portare alto il nome di Mia Martini e lo fa con diverse iniziative, di cui molte live (bellissimo il loro incontro annuale al Teatro Nuovo di Milano). In questi giorni festivalieri hanno portato a Sanremo una rappresentanza degli artisti che condividono questa bella realtà che ha la sua sede a Milano, un luogo fisico dove si produce e si condivide musica e socialità, dove ci si incontra, si studia, si provano gli spettacoli che spesso vedono il formarsi di una band residence che possa poi accompagnare i ‘big’ durante i loro incontri annuali.
Tornando alle giornate festivaliere, quest’anno sono state molte le location sanremesi in cui hanno potuto presentare il repertorio dell’indimenticata Mimì, ma è stata anche l’occasione per presentare i primi due album curati e prodotti dall’Associazione stessa. Ci riferiamo a “Passione e dolore”, primo lavoro del polistrumentista Raffaele Moretti, scritto con Luca Rustici e Philippe Leon e di Gara, alias Giuseppe Garavana, fresco della sua opera prima “Senza senso”. Due artisti differenti che intendono la musica con sfumature ed esperienze diverse, che portano il primo a cercare un punto di congiunzione tra canzone d’autore e pop, mentre il secondo è intento a tracciare un solco sempre più personale in quella difficile strada che risponde ai territori blues cantati in italiano (nella foto in alto, nell'ordine, Gara, Raffaele Moretti e Andrea Castrignano). Oltre a Raffaele Moretti e a Gara, si sono esibiti anche altri artisti dell’Associazione, tra cui un giovane e validissimo Andrea Castrignano (a breve si dovrebbe concretizzare anche per lui l’album d’esordio), Sara Dalè, Monica Bordino, Barbara Cirrone, Elena Corbella, Chiara Giovannelli e Valentina Borchi, fresca vincitrice dell’ultimo Premio Mimì Sarà. Tra i tanti ragazzi dell’Associazione che si sono avvicendati sul palco, spazio anche a due ospiti: Aida Cooper, vocalist d'eccezione per moltissimi artisti italiani e compagna di molte avventure - in studio e live - delle sorelle Bertè e Luisa Corna, spesso invitata negli eventi dell’associazione e che può oramai essere considerata una vera e propria madrina di questa bella avventura dedicata al ricordo e alla divulgazione dell’opera di Mia Martini. Vale la pena segnalare che nonostante un periodo in cui era rimasta in ombra, Luisa è (ancora) dotata di una splendida voce e lo ha dimostrato con una performance davvero emozionante cantando Cu’mme insieme a Giancarlo Del Duca.

È stata una cavalcata di cinque giorni con oltre 40 artisti che ha visto la nostra redattrice romana Viviana Berardi cerimoniere di ogni cambio palco. Una manifestazione resa possibile dalla partnership con Vrec, LAtlantide, Tilt Music Production e l’Associazione Minuetto-Mimì sarà, oltre naturalmente al sentito ringraziamento che va al Club Tenco per il prezioso spazio concesso (cogliamo anche l'occasione per ringraziare Luciano Barbieri e Francesco Maccario, operativi ed efficaci "padroni di casa"), così come ci pare doveroso segnalare l’importante collaborazione tecnica di Dimensione Musica Sanremo, che grazie a Ramon Rossi e alcuni giovani aiutanti ha messo in condizioni ottimali gli artisti e con tutti quei cambi-palco così ravvicinati… non era una cosa né semplice né scontata.

Partiti martedì 04 febbraio con il giovanissimo Marco Arati (non ha ancora un album all’attivo e ha lanciato da poco il suo primo singolo) si è chiuso sabato 08 febbraio con un set pazzesco, improvvisato, tra Vittorio De Scalzi alla chitarra acustica e voce e il duo S.L.O. Express Band, formato da Ivan Margari (chitarra elettrica) e Jean Michel Byron (voce). Quest’ultimo è un artista dal timbro incredibile, con trascorsi nei mitici Toto (dal 1989 al 1991), qualche esperienza come solista e poi varie collaborazioni tra cui Van Morrison, Scorpions, Dionne Warwick. Un fisico imponente, una simpatia innata e una voce piena che emoziona non appena inizia a cantare. La sua presenza in Italia è dovuta alla collaborazione iniziata a metà 2018 con l’agenzia Joseba Publishing e all’Art Director Gianni Testa, che hanno colto l’occasione della settimana sanremese per farlo esibire in qualche evento collaterale. E così dopo varie ospitate nelle location più rappresentative, Gianni Testa ha raccolto il nostro invito per farlo esibire nella sede del Club Tenco in chiusura di manifestazione. Una suggestiva performance con una manciata di cover internazionali, chiusa alla grande da De Scalzi che con il suo sorriso contagioso dice “chiudiamo con questa qua…” e fa così partire un accordo pieno, il Fa che lancia l’inossidabile Quella carezza della sera, riportando la barra al centro, al centro della canzone d’autore italiana che tanto deve anche ai New Trolls, nella sede più idonea a farlo. Impagabile la scena di un raggiante Byron a (tentare di) cantare il ritornello con tutto il pubblico presente.

Tra le altre cose che vanno ricordate di questa 3ª edizione, ci mettiamo la diretta effettuata giovedì pomeriggio dall’emittente calabrese Esse Tivù (con il funambolico Renato Grandinetti a fare da collante tra le varie esibizioni live, coadiuvato per l’occasione da Alberto Calandriello de L’Isola), a cui va aggiunto il prezioso lavoro di Promolive.it, che in più di un’occasione ha mandato i suoi inviati a riprendere, intervistare e testimoniare l’evento per il format ‘Saremo in Promo Live’, curato da Rossano Eleuteri per la parte artistica e da Chicco Fabbri per le interviste.

Insomma, ‘Sa(n)remo senza Confini’ si inserisce in quell’offerta poliedrica e diversificata che per fortuna rende la settimana sanremese meno autoreferenziale intorno alla gara serale e alla melensa dose di gossip che non ci appartiene ma con cui vanno fatti i conti. Infatti, come avrete notato in questo articolo abbiamo tralasciato completamente tutto quello che è successo “dentro” il Festival (qui potete leggere invece la cronaca 'festivaliera' della nostra redattrice Laura Rizzo) per concentrarci e raccontarvi quello che si muoveva fuori. Giorni in cui a Sanremo potevi incontrare e ascoltare gratuitamente la performance di una star mondiale come Zucchero (ci eravamo dimenticati all’inizio di citare, tra le varie offerte gratuite messe in campo dal comune, il grande palco centrale di Piazza Colombo…) e l’artista con la chitarra sulle spalle senza contratto discografico, con lo zaino pieno di sogni e che stava cercando solo il modo per farsi ascoltare. Eventi e universi paralleli che si mischiano, ma che spesso permettono agli artisti emergenti di saggiare la folla e di vedere ‘l’effetto che fa’, ma che hanno un valore enorme anche per chi ha già qualche disco alle spalle, perché in quei giorni nascono occasioni per conoscere nuovi addetti ai lavori e instaurare nuove collaborazioni. È consuetudine pensare che tutto ciò che non è prettamente mainstream sia superfluo, ma fortunatamente le cose non stanno così. “Sa(n)remo senza Confini” vuole sfatare proprio questo pregiudizio e portare attenzione e visibilità al maggior numero possibile di artisti, mettendoli in relazione con i molti addetti ai lavori che proprio nei giorni consacrati al mainstream per eccellenza si muovono come trottole per le vie infarcite di faune varie e portarli invece ai nostri showcase. E per farlo, L’Isola ha scelto uno dei luoghi simbolo della musica che amiamo, la sede del Club Tenco. Una manifestazione che cresce anno dopo anno, che permette una grande libertà di espressione e probabilmente questo l’ingrediente che fa di questa rassegna un appuntamento al quale si resta inevitabilmente affezionati, visto il lungo elenco di richieste che sono già partite per la prossima edizione. È una promessa: anche l’anno prossimo L’Isola, nei giorni di Sanremo, sarà senza confini. Se non altro quelli mentali e artistici. Esattamente quello che cerchiamo di fare ogni giorno.

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