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Pino Marino: una festa all'Angelo Mai per il nuovo album in uscita a fine Marzo

Nel corso della serata il cantautore regala al suo pubblico qualche inedito

Andrea Satta dei Tetes de Bois e Francesco Forni tra gli ospiti intervenuti

Lo scorso 5 gennaio il cantautore Pino Marino aveva chiamato a raccolta attorno a sé la sua band (Roberto Angelini, Andrea Pesce, Cristiano Defabritiis, Fabrizio Fratepietro, Lorenzo Corti, Margherita Musso e Andrea Ruggiero) e nel teatro che gli è più caro, quello dell'Angelo Mai (Roma), aveva deciso di condividere con il pubblico l'ultima parte degli arrangiamenti e delle registrazioni del suo prossimo disco in uscita a fine marzo. Alla nottata di registrazioni audio e video, è seguito sabato 10 un live che ha avuto come scopo principale il “festeggiamento”. Festeggiare l'ultimazione del lavoro discografico, farlo con attorno i propri musicisti, accompagnato da alcuni amici (tra gli altri Francesco Forni, Andrea Satta, Francesco Martinelli e Valerio Vigliar), in uno dei luoghi più cari della sua città (qui un po' della storia recente dell'Angelo Mai) e, soprattutto, davanti al suo pubblico.

Questa prima festa dell'anno, che segna anche la prima co-produzione dell'Angelo, da sempre vero e proprio laboratorio, attivo e partecipe nella creazione di cultura, è stata sporcata da una parte di pubblico poco educata.
Educata all'arte, alla musica, alla cultura, e al rispetto. Il live era intimo e necessitava di ascolto ed attenzione, mancati a tratti e richiesti a gran voce sia dalla maggior parte del pubblico presente che dallo stesso artista che così ha provato ad azzittire le troppe voci fuori posto «questo è un teatro, non c'è il velluto come negli altri teatri ma è come se ci fosse, il velluto è dentro di voi, deve essere dentro chi ascolta».
Come non dargli ragione. Se non si comprende appieno come sia possibile pagare un biglietto (ad un prezzo popolare perché questa è sempre stata la politica dell'Angelo) per ascoltare un concerto e poi, di fatto, non ascoltare, diventa ancora più difficile sostenere le ragioni di chi non modifica il proprio atteggiamento una volta richiamato al silenzio e al rispetto dall'artista stesso.

Al di là della sporcatura la serata è stata l'occasione per riascoltare alcuni dei bellissimi pezzi di Pino, L'alluvione del '43 con Andrea Satta dei Tetes de Bois (qui a fianco nella foto), Sparafucile riproposta dal cantautore Francesco Forni (nella foto sopra, chitarra in mano), le sue personali versioni di, tra gli altri, Via da qui e L'acqua e la pazienza rispettivamente del primo e secondo album del cantautore romano (Dispari e Non bastano i fiori) e L'uomo che guarda le stelle, Binario 3, Lo strozzino e il piccolo capolavoro L'uomo a pedali dell'ultimo lavoro edito (ormai dieci anni fa), Acqua, luce e gas; e per ascoltare per la prima volta alcuni dei nuovi brani che andranno a comporre il tanto atteso nuovo disco, tra i quali spiccano la splendida Io so che immagina il ritorno di Pier Paolo Pasolini ad Ostia alla ricerca dei suoi occhiali «con il mare a mezzo metro e gli occhiali senza vetro» e Non basterà, solo due degli esempi di una rinnovata, e mai perduta, capacità compositiva dell'artista romano.

Pino Marino (ricordiamolo vincitore nel 2004 della prima edizione del nostro concorso L'Artista che non c'era) sa raccogliere e riunire un'altissima scrittura ad una grande attenzione al suono stesso delle parole, con melodie pensate spesso con momenti musicali che ritornano, il tutto a costruire brani che,  intrisi dei dettagli della quotidianità, non spiegano ma lasciano intuire, capaci di parlare ad un livello profondo dell'animo. Festeggiamo perciò con lui la fine delle registrazioni e attendiamo, con l'ansia con cui si aspettano solo le cose belle, l'uscita di questo nuovo lavoro.

(foto di Valeria Tomasulo)


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