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One Dimensional Man

A better man

Scordatevi Il Teatro degli Orrori. Toglietevi dalla testa anche i primi One Dimensional Man. Pierpaolo Capovilla ha deciso di cambiare ancora una volta le regole del gioco. Ha scelto di farlo col solito piglio beffardo che lo caratterizza e con tanto coraggio. In un momento in cui il testo in italiano è più che santificato e l’appellativo “cantautore” è ormai sdoganato, ecco che la solita voce controcorrente si svela. Vestito scuro d’ordinanza, un’ironia che conosciamo tutti benissimo, chitarre, riverberi e tanta voglia di ricominciare da capo contando su di un seguito di fedelissimi maggiore questa volta. Tra il primo e il secondo tempo targato ODM abbiamo visto Capovilla poeta, Capovilla scrittore, Capovilla eterno cameriere, vedremo presto un Capovilla attore, eppure tutto questo non è bastato a calmare un corpo e una mente che avevano bisogno di rinchiudersi in studio, abbandonare quella che senza dubbio è stata una delle band più innovative degli ultimi anni, e mettersi a lavorare duramente. A Better Man nasce così, col sudore della fronte, l’appoggio degli amici di sempre (La Tempesta in primis) e nuove storie che bruciavano dentro in un’altra lingua. Prima che il disco vedesse la luce, il terzetto già calcava i palchi della penisola per sondarne l’effetto. A conti fatti, con il ricordo del live da qualche parte in testa e il disco in mano è evidente lo scarto: dal vivo non ci si annoia, bisogna fare attenzione a non esporsi troppo alle casse e l’impatto è quello che da sempre caratterizza le esibizioni della prima stagione ODM. Su disco le cose cambiano. Le tracce sono posizionate in modo da farti girare forte su una giostra, con i suoi alti e i suoi bassi: tra i primi spicca probabilmente la traccia più riuscita dell’intero lavoro, A Measure of My Breath, un vero e proprio marchio di fabbrica. La title track, Ever Smile Again, This Strange Disease disposte rispettivamente a inizio, metà e fine del disco rappresentano invece il volto della band oggi, con un bagaglio di esperienze imprescindibile e qualche annetto in più sulle spalle. Provate invece a chiudere gli occhi e a non riconoscere il calco di Mr. Reznor in Face on Breast. I delusi della prima leva non mancheranno, così come chi cercherà in ogni piega echi de Il Teatro, ma accontentare tutti non è facile e forse nemmeno interessante.

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In dettaglio

  • Anno: 2011
  • Durata: 39:47
  • Etichetta: Tannen Records/La Tempesta International/Universal

Elenco delle tracce

01. A better man

02. Fly

03. A measure of my breath

04. This crazy

05. This hungry beast

06. The wine that I drink

07. Ever smile again

08. Ever sad

09. Too much

10. Face on breast

11. This strange disease

Brani migliori

  1. A measure of my breath
  2. Ever smile again

Musicisti

Pierpaolo Capovilla: voce e basso Giulio Ragno Favero: chitarra Luca Bottigliero: batteria