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Casa del Vento

Alle corde

La boxe come metafora della vita: combattere, rischiare, trionfare o finire al tappeto sono situazioni e possibilità di fronte alle quali la quotidianità pone gli individui. Ma anche quando si viene messi alle corde è necessario utilizzare le proprie doti di resilienza, o di resistenza, per trovare una via d’uscita. Questa è la filosofia alla base del nuovo disco della Casa del Vento, intitolato, appunto, Alle corde. Sulla copertina fanno bella mostra di sé un paio di guantoni appartenuti al pugile toscano Sandro Mazinghi (1938-2020), più volte campione italiano, europeo e del mondo nella categoria dei pesi medi.

La band aretina celebra con questo nuovo lavoro i 30 anni di attività, dopo 9 album, un live, un’antologia e vari altri progetti all’attivo, tra i quali la prestigiosa collaborazione con Patti Smith. Ricordiamo, infatti, che nell’ultimo album della “sacerdotessa del rock”, Banga, i musicisti della formazione guidata da Luca Lanzi sono presenti in due brani, Seneca e Costantine’s Dreams. Tematiche importanti, come immigrazione, integrazione, memoria storica e smarrimento delle giovani generazioni sono, ancora una volta, al centro dell’ispirazione della Casa. I dieci brani, come altrettanti round di un combattimento, sono caratterizzati da atmosfere folk acustiche con incursioni rock e roots.

La title track vede come ospite Mike Rivkees, cantante della band folk-rock australiana The Rumjacks, e si caratterizza per un coinvolgente riff di chitarra. Le liriche riflettono la consapevolezza delle contrarietà dell’esistenza e nel contempo esortano a reagire contro le ingiustizie:

Pioggia di colpi come un temporale/Sei un’onda ribelle in questo mare
Sei al tappeto, ti vuoi rialzare/Anche se è la fine non rinunci mai a lottare.

Il Pane e le Spine è una suggestiva ballad che nasce dai racconti di Mirella, madre di Luca Lanzi, cresciuta in un paesino in provincia di Arezzo. La canzone ne rievoca l’infanzia durante la Seconda Guerra Mondiale, tra la fame, la povertà, la paura dei bombardamenti e, come punto di riferimento, la figura eroica della nonna.  Dedicata al medesimo periodo storico, nonché uno degli episodi più significativi dell’album, è poi Girotondo a Sant’Anna. Introdotto dalla voce di Neri Marcorè, il brano è dedicato alla strage nazi-fascista di Sant’Anna di Stazzema avvenuta il 12 agosto 1944, nella quale furono trucidate 560 persone, tra cui anche la piccola Anna Pardini di soli 20 giorni di vita. Il girotondo diventa un auspicio di pace che purtroppo non si realizza, mentre i ribelli della montagna caduti, come nei canti partigiani, si trasformano in fiori:

Hai visto i ribelli/che vanno sui monti
Qualcuno è già un fiore/qualcuno è tra i venti
Chi prende un sentiero/non sa se ritorna
Ma fare una scelta/è già libertà.

Un trittico di canzoni tratta invece il tema dell’immigrazione: Danza del mare, pezzo dal ritmo incalzante con intrecci sonori di violino e tin whistle, Born in the Ghetto – con una bella intro di mandolino - e Mare di Mezzo. Quest’ultima è un toccante racconto di migranti che attraversano il Mediterraneo e fa riferimento all’omonima chitarra realizzata dal liutaio cortonese Giulio Carlo Vecchini con i legni dei barconi arrivati a Lampedusa, utilizzata da Moneti durante i concerti per rendere omaggio alle tante vite spezzate dai naufragi. La voce narrante è quella di un padre che protegge il suo bambino durante una traversata verso i sogni e i cieli aperti: “anche se non ti risveglierai/ questo legno non affonderà… questo legno un giorno suonerà.”

Altra tematica affrontata è quella dell’adolescenza, con un paio di brani che esortano i giovani a vivere un’esistenza appagante e sincera. La tua vita, caratterizzata dai timbri di violino e slide, è un invito a coltivare il giardino della propria anima, innaffiando le rose, leggendo, viaggiando e difendendo le proprie aspirazioni: “È la tua vita, la tua libertà/ Non vendere i tuoi sogni, la tua dignità”. Sulla tua pelle è invece un rock gioioso che si rivolge ad un giovane bello e ribelle e alla sua esigenza di autenticità.

Atmosfere nostalgiche e intimiste pervadono le rimanenti due tracce. Raccontami ancora è dedicata ai rimpianti e alle cose non dette tra un genitore, ormai prossimo alla morte, ed un figlio. A chiudere l’album, infine, Kenmare, un’altra ballad sognante e suggestiva, in cui il violino di Moneti e l’assolo di chitarra trasportano l’ascoltatore in una dimensione onirica. È una delicata canzone d’amore che rievoca una figura femminile dagli occhi smeraldo e capelli di miele e fa rivivere il ricordo del territorio irlandese ed esperienze che appartengono ad un tempo che non c’è più, l’epoca dei propri vent’anni, con il desiderio di un legame eterno.

Ospiti dell’album diversi amici musicisti come Michela Munari al violoncello, Simone Talone alle percussioni, Simone Copellini alla tromba, Alberto Orlandi al corno, Valentino Spaggiari al trombone e Arjuna Lacci al sax. 

Alle corde è un altro lavoro coerente e ricco di episodi memorabili per una band che ha fatto dell’impegno sociale il fulcro attorno al quale ruota la propria creatività.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Casa del Vento e Andrea Rovacchi
  • Anno: 2022
  • Etichetta: New Model Label / Mescal

Elenco delle tracce

01. Alle corde
02. Il pane e le spine
03. La tua vita
04. Danza del mare
05. Raccontami ancora
06. Mare di mezzo
07. Born in the Ghetto
08. Girotondo a Sant’Anna
09. Sulla tua pelle
10. Kenmare

Brani migliori

  1. Alle corde
  2. Il pane e le spine
  3. Girotondo a Sant’Anna