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Talèa

Aura

Sappiamo che, come recita un vecchio detto, la differenza tra l’ottimista ed il pessimista consiste nel vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Però, l’ottimista è anche colui (o colei) che riesce a trarre da uno svantaggio o da un disturbo una nuova opportunità. Inoltre, sviscerarne tutti gli aspetti reconditi non è impresa da tutti ma, se si è dotati di estro, fantasia e voglia di scandagliare le sfumature più profonde, ecco che l’idea di scrivere un concept-album sul disturbo neurologico della’Aura, quella pre-condizione che porta spesso all’emicrania, è specialità concessa a pochi.

Talèa (Cecilia Quaranta), traendo spunto dal suddetto disturbo (presente in lei da circa un lustro), ha messo a punto un eloquente e concreto debut-album dal titolo Aura, per tanti aspetti spiazzante e sussultorio, come quando ti sbuca qualcuno all’improvviso e sei sovrappensiero e non t’immagini così tanta sorpresa. Tanta farina è del suo sacco, certo, ma nel progetto c’è anche l’ausilio dell’estroso Flavio Ferri (Delta V, Olden) alla produzione, mixaggio e master, del pregiato Marco Olivotto per la quadratura logistica del progetto e dello stimato Nicola Lotto per il supporto alle liriche. Per il resto… beh, ci troviamo di fronte ad una artista che fonde, in quest’occasione, la classicità del folk-pop rosa (Baez, Mitchell, Morissette) con l’aulicità di Radiohead e Muse, con l’intento di proporre episodi (quasi) agli antipodi rispetto al primo Ep.  

La prima sensazione che arriva da questo nuovo corso è che l’artista marchigiana abbia osato, con lodevole coraggio, di abbracciare percorsi che forse neanche lei si aspettava di attraversare. E proprio il fatto di lasciar fluire il suo fiume istintivo e di ricerca, ha fatto sì che Aura determini la chiara volontà del suo indirizzo stilistico futuro. Il via al tracciato lo dà l’eterea ballad Tempie, carica di fermenti eclettici, mentre il singolo Vetri (ascolta il brano) attanaglia i neuroni con elettronica dry e l’ossessivo incipit “continuo a scavare l’acqua” che non lascia scampo al “delete” cerebrale. Da un episodio all’altro, la noia non è di casa: dall’ambient-track Stencil, alla pulsante Rovesciamenti o alla minimale e stilosa Sconnessi (col feat. di Antonio Aiazzi al piano) è tutto fascino che scorre con istrionica semplicità, con l’aggiunta che mai, nell’ascolto, si avverta una sensazione…Vuota, con l’aggraziata voce di Talèa che t’accompagna in racconti confidenziali ed empatici. Nella triade conclusiva formata dai brani Calendo, Amandoti e Bianco, si respirano ancora prospetti fantasiosi e di ricerca, tra delucidazioni pop e atmosfere malinconiche che portano a far ri-emergere, in coda, l’incalzante passaggio “continuo a scavare l’acqua”: evidentemente, per la Nostra, un palese e fondamentale crocevia di pensiero per le sue suggestioni contemplative. Se - come ci insegnano i dotti - il caos, la confusione e la stranezza sono un’occasione, ebbene son tutti elementi che qui troverete sì, in ordine sparso, ma presenti con lucida inventiva.

  

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Flavio Ferri
  • Anno: 2023
  • Durata: 36:03
  • Etichetta: Vrec Music Label / Audioglobe

Elenco delle tracce

01. Tempie

02. Vetri

03. Stencil

04. Rovesciamenti

05. Ombre

06. Sconnessi

07. Vuota

08. Spigoli

09. Caleido

10. Amandoti

11. Bianco

Brani migliori

Musicisti

Talèa (Cecilia Quaranta): voce, testi - Flavio Ferri: tastiere, basso, programmazioni - Ulrich Sandner: chitarra acustica - Antonio Aiazzi: pianoforte, fisarmonica