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Marian Trapassi

Bellavita (L’arancia e altri viaggi)

Il Mediterraneo nelle vene, un braccio di mare che separa due terre toccate dagli Arabi; la Sicilia, terra di origine della cantautrice Marian Trapassi; la Spagna, meta di viaggio e soggiorno, sono i luoghi, i paesaggi musicali e non, del quarto album della già vincitrice del Premio Ciampi. Bellavita è il titolo del nuovo lavoro, ma è nel sottotitolo L’arancia e altri viaggi che troviamo la chiave per comprendere appieno le nuove canzoni. Ogni tanto è necessario fermarsi per poi ripartire lungo un percorso nuovo ed illuminato dalle riflessioni scaturite dalla pausa, così come racconta la stessa Marian: “È dal silenzio che nascono le cose migliori. Credo che per me ci fosse bisogno di spazio e luoghi nuovi per ricominciare a fare musica, facendo riaffiorare quei ricordi assopiti dalla frenesia della quotidianità. Questo disco è un’intenzione, un desiderio di creare una musica confortevole e accogliente ma che insieme sappia sorprendere. Bellavita è un disco che ha preso vita in viaggio, in Spagna e in particolare nella meravigliosa Siviglia, città piena di suoni e di colori e profumi. Un viaggio lungo un anno, passato a proporre le mie canzoni in italiano. Ogni viaggio lascia cose da raccontare: stupore e sensazioni che trovano nelle canzoni una loro dimensione. Il disco è appunto un ponte tra l’esperienza di questo anno e il ritorno a casa”.

È proprio così. Ascoltando le dieci tracce del disco, partendo da Bellavita, che sembra proprio voler fare da introduzione, pezzo rivelatore delle intenzioni e della filosofia di tutto il suo lavoro (“Da grande io vorrei con la musica girare il mondo”), fino all’ultimo brano A casa, sembra proprio di viaggiare e ripercorrere le mete dell’artista, conservandone i ricordi, le immagini e le sensazioni ("cambierà la mia memoria, resterà in questa storia”).
Sicuramente il brano che maggiormente segna queste strade, queste linee immaginarie, è L’arancia, un brano ispirato ad un paesaggio del saggio 'Frammenti di un discorso amoroso' di Roland Barthes. L’arancia rappresenta la gelosia, sentimento umano che accompagna la vita di ognuno di noi; l’arancia inoltre lega Siviglia e la Sicilia, le due terre idealmente cucite da questo disco.

E poi c’è l’amore da cercare senza fine, instancabilmente ed ovunque come un meticoloso e lento lavoro, alla stessa maniera de Le formiche, che vanno su e giù come i pensieri, al ritmo pizzicato di una chitarra, o al battere di un tamburello siciliano. Un lavoro essenziale che ricalca la già affermata linea cantautorale di Marian, suonato diligentemente con un suono acustico in cui le chitarre rimandano al folk, al country e spesso al jazz e al blues, con arrangiamenti che sembrano farci rivivere lo stile tipico e classico di una colonna sonora da film.

Tra i pezzi fa capolino anche un omaggio alla Spagna con una cover di Concha Buika, Por el amor de amar, che ci fa apprezzare la voce di Marian che sa essere calda nell’occasione, ma che forse non evita il rischio di proporsi in una lingua non propria. Infine una citazione per Barfly, in cui il personaggio descritto da Bukowsky si mostra in ogni spigolatura, propria anche di artisti che sembrano respirare nell’intero progetto con citazioni ed ammiccamenti (Modugno in Giovanni e Jim Morrison in Finimondo).
Bentornata dal viaggio iberico, Marian, e per chi vuole rimanere sulle tue “tracce”, ascolti le dieci del tuo Bellavita.


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In dettaglio

  • Produzione artistica: Paolo Iafelice - Simone Chivilò
  • Anno: 2014
  • Durata: 35:16
  • Etichetta: Adesiva Discografica

Elenco delle tracce

01. Bellavita
02. L'Arancia
03. Giovanni
04. Le Formiche
05. My Love
06. Barfly
07. L'Attesa
08. Finimondo
09. Por el amor de amar (Necesito Amor)
10. A Casa

Brani migliori

  1. L’arancia
  2. Bellavita
  3. Le formiche

Musicisti

Simone Chivilò: chitarra acustica, semiacustica, elettrica, programmazioni  -  Edu Hebling: contrabbasso  -  Lucio Enrico Fasino: contrabbasso  -  Mario Arcari: sax soprano, clarinetto  -  Vittorio Cosma: fender rhodes  -  Raffaele Kohler: filicorno  -  Lele Rodighiero: pianoforte  -  Özgür Yalçın (Kara Güneş): santur  -  Mehmet Mert (Kara Güneş): bendir   -  Mübin Dünen  (Kara Güneş): ney  -  Nicola Cioce: cori