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Tao

Between hope and desperation

Tao è, in tutto e per tutto, un artista “di strada”, nel senso che potrà essere capitato a chiunque di incrociare un luccicante pullmino Volkswagen del 1974, dai brillanti colori psichedelici, con in bella vista la scritta “Tao Love Bus”, dotato di robusto portapacchi che regge, fissate sopra, delle potenti casse acustiche ma, soprattutto, dall’interno quanto mai particolare.

Una volta aperto lo sportello laterale appaiono una batteria “ridotta all’osso”, con relativo suonatore, un bassista adeguatamente “incastrato” di fronte ed un chitarrista e cantante generalmente in giacca e cravatta che, seduto a fianco del bassista, con i piedi appoggiati sullo spigolo del pianale, racconta le sue storie, oppure prende a prestito storie di altri da riproporre in versioni minimali. Minimali ok, ma decisamente piene di energia: “750 shows in 6 anni, 500 città toccate, 150.000 km. percorsi sono alcuni dei numeri della TAO Love Bus Experience ovvero: il “Concerto che va direttamente dalle Persone”.

L’ultimo lavoro di Tao, questo Between hope and desperation, raccoglie una dozzina di pezzi fra i tanti che il cantante e chitarrista milanese propone nei suoi concerti in giro per l’Italia equamente ripartiti: sei brani originali, altrettante cover, da Gene Vincent a Bob Dylan, passando per Lennon/Mc Cartney, Trent Reznor, The Smiths e C.C. Putman Jr.
Arrangiamenti, esecuzione, produzione sono tutti rigorosamente “home made” perché, mentre in tour ci sono Giuseppe Fiori, basso, armonica, ukulele e voce, e Luca Campagnari o Alex Canella, batteria, ad accompagnarlo, in studio Valerio Ziglioli ha fatto tutto da solo, affiancato alla voce da Ana Poetelea.
E che ci sappia fare è un dato di fatto, perché i brani da lui composti reggono eccome il confronto con quelli coverizzati, i quali peraltro beneficiano di interpretazioni, quasi unplugged, di notevole livello; certo rimane il dubbio che forse un confronto aperto con altri musicisti avrebbe potuto far scaturire chissà quali altre idee, versioni, arrangiamenti, ma questo è un po’ il limite di quei lavori in cui un artista si occupa, da solo, di tutti gli strumenti.

In ogni caso il quinto album di questo interessante progetto non è affatto né un esercizio di tecnica né una sorta di autocelebrazione: nei dodici brani proposti troviamo raccontate tutte le speranze e la disperazione che il titolo sintetizza, arrangiamenti raffinati ed un po’ malinconici, echi di rock and roll, ma esecuzioni sempre molto misurate, mai debordanti, eccessive, o che cerchino di “fare colpo” con virtuosismi e numeri ad effetto. Certo, nella dimensione live cambiano molte cose e chi ha visto in azione la Tao Love Bus Experience lo sa perfettamente: lì si canta, ci si sgola, si suda, ci si muove, ma anche i rocchettari più incalliti, si sa,  hanno i loro momenti di riflessione e le tracce di un album possono così davvero rappresentare quell’attimo di tranquillità fra un concerto e quello successivo, quando la scena chiamerà di nuovo…


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In dettaglio

  • Produzione artistica: Tao
  • Anno: 2013
  • Durata: 53:43
  • Etichetta: Taovox Records

Elenco delle tracce

01. The man in blue
02. The day the world turned blue
03. Between hope and desperation
04. Green green grass of home
05. The prisoner
06. Hurt
07. The dream’s alive
08. There is a light that never goes out
09. What is love
10. There’s a place
11. Free road
12. Blowin’ in the wind

Brani migliori

  1. Green green grass of home
  2. The dream’s alive
  3. There is a light that never goes out

Musicisti

Tao (Valerio Ziglioli): vox, backing vocals, 6 & 12 strings acoustic and electric guitar, bass. drums, glockenspiel, tambourine, maracas, harmonica, mandolin  -  Ana Poetelea: voice and inspiration