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Arcane Of Souls

Cenerè

Un uomo dai mille volti, ed anche dai numerosi nomi, Alfonso Surace, ma anche dagli altrettanto numerosi amici. Tant’è vero che, pur suonando praticamente tutto il suonabile, si è circondato di un piccolo gruppo di musicisti che gli hanno permesso di completare ed affinare la realizzazione di Cenerè: il nuovo lavoro del musicista e cantautore calabrese, “naturalizzato” orobico, realizzato con lo pseudonimo (uno fra i tanti)  di Arcane Of Souls.

Surace fa parte, per attitudine, suoni e coordinate artistiche, di quella generazione di cantautori che ha lasciato alle spalle i cosiddetti “classici” ed ha reso la propria proposta artistica più aggressiva mescolando le scelte musicali a quella ondata indie nata verso la fine degli anni ’80 e sviluppatasi poi nel decennio successivo. Quest’ultimo lavoro ha una caratteristica che spicca immediatamente al primo ascolto: contrariamente alla maggior parte delle produzioni lo-fi, in cui è l’aspetto musicale ad essere prodotto volutamente in “bassa qualità” audio, in questo caso ciò avviene per la voce, che appare quasi provenire “da dietro”, rispetto alle line strumentali che, viceversa, spiccano per una certa dinamica ed altrettanta potenza.

L’effetto è sicuramente straniante e regala, contemporaneamente, un senso di profondità inusuale legato ad una altrettanto particolare ruvidezza complessiva: dalle nove tracce fuoriesce una sorta di rock “post-grunge” che si rifà al cantautorato più che altro per i testi e per il loro modo di essere raccontati, ma da lì si allontana proprio nelle scelte musicali. Anche in questo caso si crea una sorta di “dissonanza” stilistica che non passa inosservata, facendo sì che tutto l’album sia, di fatto, una sequenza di divergenze, peraltro perfettamente omogenee  nella resa finale.

Cenerè è, nei fatti, una summa di paradossi, un insieme coeso di differenze, un lavoro che, giocando con gli opposti, riesce miracolosamente a renderli connessi e coerenti, e quindi un album che attira l’attenzione per tutta una serie di motivi, non ultimo la personalità con cui è stato realizzato. Può sembrare spiazzante, magari di difficile collocazione o di ostica metabolizzazione, ma proprio nel momento stesso in cui l’ascoltatore inizia a porsi tutta questa serie di quesiti, di fatto se n’è già impossessato, ha iniziato a “masticarlo” ed a trarne stimoli e suggestioni; non siamo di fronte ad un lavoro diretto, esplicito, palese nelle sue intenzioni e nella sua direzione artistica, ma ad un’opera che “lavora” sottotraccia, penetra sottopelle e poi riemerge, improvvisamente, lasciando ancora una volta stupefatti.

Foto di Monelle Chiti

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Alfonso Surace, Mauro Mazzola, Marco Ghezzi
  • Anno: 2015
  • Durata: 33:28
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. L’oro in bocca
02. Maggio
03. Gennaro
04. Povero me
05. Lunatico romantico stomp
06. Respirare
07. Sintomatico
08. Settembre
09. Opera

Brani migliori

  1. Maggio
  2. Gennaro
  3. Respirare

Musicisti

Falcone Ussaro: voce, batterie, cimbali, percussioni, shaker, clavie, woodblock, clap  -  Fauno Lacrosse: lapsteel, synth, glockenspiel, cori, clap  -  Saul Carnos Feo: voce, basso, fuzz, piano, Rhodes, Wurlitzer, clap  -  Rossano Fecula: chitarre acustiche, elettriche, cori, clap  -  Aninder Baryah: tabla  -  Francesca Arancio: violini, pianoforte, Rhodes  -  Francesco “Barba” Donadoni: batteria  -  Luciano Finazzi: batteria  -  Mauro Mazzola: magikator, whammykator  -  Marco Schacktar: cori -  Paolo Ferri: tromba  -  Stefano “Il Tubo” Donadoni: basso tuba