Reduci dal primo posto ottenuto a X-Factor, la trasmissione che li ha lanciati, gli Aram Quartet sfornano il loro disco d’esordio, chiARAMente. Il gruppo salentino (Antonio Maggio, Raffaele Simone, Antonio Ancora e Michele Cortese) si presenta con un biglietto da visita dalla scaletta molto variegata, ma comunque di solida impronta pop-rock, con nove cover e un inedito scritto dal loro mentore musical-televisivo Marco Morgan Castoldi.

Proprio lo spaziare tra i generi evidenzia il talento del quartetto canoro, che si cimenta in grandi classici del rock (passando da un’impetuosa Pinball Wizard dei Who a una delicata Walk on the wild Side di Lou Reed) e della canzone italiana (trascinante Un’emozione da poco) con piglio grintoso, ma sempre nel rispetto degli originali. Ed è proprio questo il limite del disco: per quanto le interpretazioni energiche e tecnicamente impeccabili riescano persino a rendere più freschi alcuni brani (Se bruciasse la città), gli Aram Quartet peccano d’impersonalità, con arrangiamenti spesso pedissequamente ricalcati sugli originali. Lo stesso inedito scritto da Morgan, Chi (Who), trait d’union ideale tra i filoni italiano e rock entrambi affrontati con le cover tradisce troppo nel testo l’influenza del suo autore e quella (dichiarata) degli Who nella musica, in un omaggio gustoso ma che dice davvero poco sull’identità del gruppo.

Il disco ha comunque un grande punto di forza nella scorrevolezza e nell’orecchiabilità, garantita dalla versatilità di un quartetto che si spera di veder crescere in modo più autonomo e originale. E l’appuntamento con il primo disco di inediti, stando a quanto si vocifera, è proprio dietro l’angolo.

Altri articoli di Paolo D'Alessandro

Dentro ogni casa