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Chieffo Charity Tribute

Sono stati necessari alcuni anni – circa tre - a Benedetto Chieffo e ai tipi del Comitato amici di Claudio Chieffo per mettere a fuoco questo progetto, ma alla fine, con la pazienza dovuta e nonostante l’intralcio della pandemia il Chieffo Charity Tribute ha finalmente visto la luce, sul finire del 2021.

Claudio Chieffo è stato un cantautore forlivese, che fino al 2007 (anno della sua morte) ha dispensato le sue canzoni - doni da condividere, come le definiva lui - soprattutto agli ambienti ecclesiastici italiani e in particolare al movimento di Comunione e Liberazione. Questo non per sua scelta ma per le (spesso) distorte logiche commerciali e per qualche pregiudizio verso le sue canzoni, snobbate in quanto considerate non adatte al mercato. Ed è così che Claudio Chieffo, pur ricevendo il consenso di migliaia di persone in Italia e in diversi paesi all’estero non ha mai ottenuto il riconoscimento che avrebbe meritato. Nonostante potesse vantare la stima di due giganti della canzone d’autore italiana come Giorgio Gaber e Francesco Guccini, e questo dovrebbe bastare per farci capire la sua qualità artistica e la discriminazione che in vita ha subito. Le canzoni però sono pezzetti di storia, e la storia noi non possiamo fermarla, perché la storia è come un fiume che porta tutto a valle.
E così, giusto per “dare a Cesare quel che è di Cesare” (citando il titolo di un bell’articolo uscito di recente su questo lavoro), il disco "Chieffo Charity Tribute" arriva oggi non per chissà quale rivalsa ma sostanzialmente per dire che queste canzoni sono valide, sono vere e sono vive, nonostante alcune di esse abbiano qualche decennio sulle spalle. Soprattutto, come ricorda suo figlio Benedetto, sono canzoni per tutti, perché rispondono o alimentano domande esistenziali, che non vanno confinate, e ci mancherebbe, nello spazio della Chiesa.

L’album è ricchissimo e denso, composto da due cd per un totale di 23 canzoni, tutte da ascoltare e vivere con attenzione e trasporto. Un lavoro articolato, che ha saputo coinvolgere artisti italiani ed internazionali noti, meno noti ed emergenti. Il fil rouge del doppio album è costituito dai testi delle canzoni, che nascono dall’esperienza di vita di un insegnante di lettere che di notte diventava cantautore, lasciava a casa moglie e tre figli e girava l’Italia in furgone per andare a suonare dove lo chiamavano. Un lavoro faticoso e malpagato ma che lo arricchiva umanamente, grazie al rapporto con un pubblico che lo ascoltava in religioso silenzio mentre cantava, lasciando depositare direttamente nel proprio cuore le sue canzoni. Da un punto di vista musicale il disco è inevitabilmente molto vario e trova spazio il suono tipico della canzone d’autore, il folk, il tex-mex, un tango, qualche spruzzata d’elettronica, il quasi pop, nessun accenno invece al rock. È compresa la lettura del testo di una canzone, Stella del mattino da parte di Giovanna Marini e una ghost track live cantata da Claudio Chieffo, Il popolo canta. A parte una o due canzoni standard tutto il resto è di ottimo livello, con alcuni brani che catturano per intensità e delicatezza.



Si parte molto bene con Giacomo Lariccia, giovane cantautore romano (finalista per ben tre volte alla Targa Tenco) residente a Bruxelles e attivo soprattutto all’estero, che offre una delicata interpretazione della Canzone del melograno. Dopo Lariccia ci sono Davide Van de Sfroos  (Il viaggio) e Luca Carboni  (la nota canzone di Chiesa Io non sono degno) che personalizzano alla loro maniera i brani. Giovanni Lindo Ferretti non è da meno con il suo recital-cantando in Il fiume e il cavaliere, adatto al suo stile.
Si prosegue con Massimo Bubola, accompagnato da Enrico Mantovani, che interpreta molto bene nel canto e nel suono la bella L’aviatore (“Ma io col mio aereo d’argento ho sfidato le nuvole, e grazie a Dio ho visto il cielo e non volevo guardare indietro, non potevo tornare indietro, non volevo tornare”), Giua con una vocalità grintosa a colorare l’intensa Amare ancora, ma forse il punto più alto del disco si tocca con una strepitosa versione di Lontano, una delle ultime composizioni di Claudio Chieffo, da parte di Giorgio Conte, accompagnato al piano da Alessandro Nidi. Una canzone che parla dell’amicizia, quella che nessuno potrà mai spezzare: “Mio caro amico di sempre, che mi hai insegnato a volare”.

Il secondo cd si apre con Stella del mattino, letta da Giovanna Marini, resasi disponibile su invito di Benedetto Chieffo. Segue un altro dei pezzi forti del disco. La voce è quella di Markéta Irglová, vincitrice con Glen Hansard di un Academy Award for best music per Falling slowly, canzone del film Once. Markéta canta Padre, intersecando la sua voce con quella originale di Claudio Chieffo e mantenendo l’esecuzione pianistica del brano da parte di David Horowiz. Ne esce un duetto commovente e bellissimo. Così come intensa e toccante è la pianistica Sulla collina, ben interpretate da Santoianni, con voce vibrata. Omar Pedrini entra benissimo nella parte di Favole, brano che racconta del rapporto tra padre e figlio, dimensione vissuta da Omar con grande pienezza, essendo figlio nonché padre di tre figli, e per questo resa come fosse una sua canzone: “Non avere paura piccolo figlio mio, è la strada più dura che ti porterà là”. Deliziosa La notte che ho visto le stelle, con lo splendido dialogo tra Paolo Fresu alla tromba e Daniele Di Bonaventura, al pianoforte e al bandoneon. La conclusione del disco è affidata ad una versione live di Il popolo canta, recuperando una registrazione dello stesso Claudio Chieffo, che la esegue con il trasporto e il calore tipici con i quali viveva i concerti, sia che si trattasse di bagni di folla davanti a migliaia di persone sia si trattasse di piccoli locali o cinemini di provincia.

Un ottimo disco, del quale Benedetto Chieffo, che lo ha curato in prima persona, dovrà andare sicuramente fiero. Una pubblicazione che contribuisce in maniera decisiva a sdoganare Claudio Chieffo per collocarlo nel novero dei cantautori italiani più noti, voce e testimonianza non solo di una fede certa ma anche di una vita vera, comunicata attraverso canzoni di popolo e di “liberazione”.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Comitato amici di Claudio Chieffo
  • Anno: 2021
  • Etichetta: Punto Fermo

Elenco delle tracce

CD 1
01.   Canzone del melograno – Giacomo Lariccia
02.   Il viaggio – Davide van De Sfroos
03.   Io non sono degno – Luca Carboni
04.   Ballata della società – Enza Pagliara e Dario Muci
05.   Il fiume e il cavaliere – Giovanni Lindo Ferretti
06.   L’aviatore – Massimo Bubola
07.   Avrei voluto essere una banda – Paolo Cevoli
08.   Canzone degli occhi e del cuore – Gioele Dix
09.   Reina de la paz – Mirna Kassis
10.   Amare ancora – Giua
11.   Lontano – Giorgio Conte e Alessandro Nidi

CD 2
01.   Stella del mattino – Giovanna Marini
02.  Padre – Markéta Irglová
03.   Argenta – Roberta Finocchiaro
04.   Ritorno – Svavar Knύtur
05.   In questa notte splendida – Ambrogio Sparagna e Gianni Aversano
06.   Canzone dell’Ideale – Kreg Viesselman
07.   La strada – Chico Lobo e Tatá Simpa
08.   Sulla collina - Santoianni
09.   Una vita – Lombroso
10.   Favola – Omar Pedrini
11.   La notte che ho visto le stelle – Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura
12.   Il popolo canta – Ghost Track, Claudio Chieffo

Brani migliori

  1. Lontano
  2. Io non sono degno
  3. Favola

Musicisti

Canzone del Melograno
Giacomo Lariccia: voce e chitarre - Marco Locurcio: batteria, basso, organo e mixaggio
Il viaggio
Davide Van De Sfroos: voce e chitarra acustica - Angapiemage Galiano Persico: violino
Io non sono degno
Luca Carboni: voce - Fulvio Biguzzi Ferrari: Pianoforte e tastiere:
Ballata della società
Enza Pagliara: voce - Dario Muci: voce - Claudio Tuma: chitarre - Marco Tuma: fiati, percussioni e arrangiamento
Il fiume e il cavaliere
Giovanni Lindo Ferretti: voce - Luca A Rossi: chitarra elettrica
Avrei voluto essere una banda
Paolo Cevoli: voce - Roberto Ravaioli: arrangiamento, clarinetto - Giovanni Ravaioli: arrangiamento, tastiera, fisarmonica - Tommaso Ravaioli: arrangiamento, sax - Massimo Ghetti: flauto e ottavino - Gaio Biondi: tromba - Stefano Valli: percussioni - Filippo Fracassi: mixaggio
L’aviatore
Massimo Bubola e Enrico Mantovani: produzione e musica
Canzone degli occhi e del cuore
Gioele Dix: voce - Silvano Belfiore: pianoforte, tastiere, programmazione - Cesario Savino: chitarre - Silvano Belfiore e Savino Cesario: arrangiamento
Reina de la Paz
Mirna Kassis: voce - Salah Namek: arrangiamento e solo violoncello - Stefano Bergamaschi: studio e mixaggio
Amare ancora
Giua: voce e chitarra acustica - Lorenzo Patellani: chitarra elettrica, sintetizzatori e programmazione, arrangiamento, produzione e mix - Roberto Izzo: violini
Lontano
Giorgio Conte: voce - Alessandro Nidi: arrangiamento e pianoforte - Elio Cantù - Village Studio (Parma): record e mix
Stella del Mattino
Giovanna Marini: voce e registrazione
Padre
Marketa Irglova: voce - Sturla Mio Þórisson: record e mix Masterkey Studios, Iceland - Claudio Chieffo: voce - David Horowitz: piano - DHMA, NY: record e mix
Argento
Roberta Finocchiaro: Voce, chitarra, basso - Gino Finocchiaro: Fisarmonica - Diego Finocchiaro: fonico - Studio Finocchiaro music Catania
Ritorno
Svavar Knútur: Ukulele, Guitar, Vocals - Stefán Örn Gunnlaugsson: Keyboards, Percussion
In questa notte splendida
Ambrogio Sparagna: voce e organetto - Gianni Aversano: voce - Domenico De Luca Phoneapolis, Napoli: record e mix
Canzone dell’ideale
Kreg Viesselman: voce e chitarra acustica - Bård Ingebrigtsen and Kjartan Kristiansen: produzione e mix
La strada
Chico Lobo: viola brasileira 10 cordas e voz - Tatá Sympa: acordeons e voz - Ricardo Gomes: baixo, violão aço e percussão - Tatá, Ricardo e Chico: coro
Sulla collina
Santoianni: voce - Giuseppe Barbera: pianoforte - Chiara Bella: supervisione artistica - Maurizio Parafioriti: produzione artistica, record e mix
Una vita
Dario Ciffo: voce e chitarra - Agostino Nascimbeni: batteria e cori
Favola
Omar Pedrini: voce, cori e chitarra acustica - Marco Franzoni: basso acustico, tastiere, piano, chitarre elettriche e acustiche, programmino - Francesco Venturini: tromba
La notte che ho visto le stelle
Paolo Fresu: tromba - Daniele Di Bonaventura: pianoforte e Bandoneon