ultime notizie

Canzoni&Parole - Festival di musica italiana ...

  di Annalisa Belluco  ‘Canzoni & Parole’ il festival della canzone d’autore italiana organizzato dall’Associazione Musica Italiana Paris che ha esordito nel 2022 è pronto a riaccendere le luci della terza ...

Contrada Lorì

Cicole Ciacole

Continua il percorso di crescita di Contrada Lorì, effervescente combo veronese giunto al terzo lavoro, che anche per loro si conferma l’album della maturità. Il disco si presenta subito con Bossa nova, delizioso brano che chiarisce quali siano gli intenti di questa band: mantenere la radice folk tradizionale arricchendola però di gusti e colori del mondo. Dal folk ci si dipana quindi attraverso innumerevoli rivoli che attingono alla musica etnica internazionale, così da far gustare agli ascoltatori diverse speziature sonore e confezionare un disco al passo con i tempi.

In Cicole Ciacole troviamo infatti suoni che variano dal bossa nova carioca al folk veronese, transitando attraverso atmosfere anni ‘40, suoni della tradizione folk italiana, qualche incursione nei suoni celtici, una strizzatina alla canzone partenopea e perfino un affondo nei suoni caraibici. Questo è lo scenario del disco, che ha il pregio di proiettare l’ascoltare in un viaggio sonoro globale senza però fargli percepire passaggi traumatici o trasmettere un senso di frammentarietà. Questo significa che Contrada Lori ha acquisito, come dicevamo all’inizio, una maturità espressiva che le consente di esprimersi con grande padronanza ed equilibrio, adottando una formula musicale che potremmo definire new folk, o folk contemporaneo. Questa loro scioltezza, che denota grande padronanza della materia sonora, è il primo spunto che ci preme sottolineare e che va oltre la piacevolezza delle singole canzoni, tutte particolarmente godibili. Il secondo spunto lo ritroviamo nella prima canzone composta e cantata in italiano da Contrada Lori. Si tratta di L’amore è come i pomodori, canzone scritta molti anni fa dal fondatore della Contrada Roberto Rizzini, scomparso nel 2015. E’ un brano accattivante, orecchiabile, che ricorda il sound del primo Sergio Caputo ma anche del Gruppo Italiano, folgorante band degli anni ’80 dalla vita breve ma dal notevole impatto. La canzone presenta una riflessione leggera sull’amore, ed ha la potenzialità per diventare un piccolo successo “commerciale”. Un brano che ci induce a pensare che Contrada Lorì potrebbe anche uscire dal “recinto” folk nel quale è nata e che rappresenta in un certo senso il suo habitat naturale. Ma sappiamo che la musica vive di stimoli continui ed è fisiologico, per chi ha amore e passione, provare a cambiare direzione, anche solo “per vedere l’effetto che fa”.

Ultimo spunto importante è costituito dal brano che chiude il disco, ‘Na casa su Titano, che raccoglie nei suoi ben 26 minuti diverse provocazioni. L’inizio è struggente, su una base pianistica si dipana meravigliosamente la tromba di Davide Veronese, che scalda il clima prima di entrare, con un cambio di ritmo notevole, in un mondo che ricorda il son cubano, denso di ritmo e di suggestioni, con la voce iniziale di Paolo Marocchio, autore del brano. Dopo questa introduzione la voce passa a Francesco Scardoni, che guida la band tra i pertugi di un mondo sonoro latino attraverso il quale ben si destreggia il dialetto veronese, dall’alto della sua musicalità. E così accade per ben 26 minuti tra assoli, interventi canori, rallentamenti, momenti di riflessione pianistica e accelerazioni, un po’ come se avessimo a che fare con Vinicio Capossela vestito da cubano. Un suono allungato, che accompagna l’ascoltatore quasi cullandolo, mentre il testo racconta di questa casa che è un investimento, tra sogno e follia: ‘Na casa su Titano è una via di fuga e una presa di distanza dal mondo che non comprende: “l’ignoransa quella si che la fa paura e alora me sa che vò a viver su a Titan”. La canzone è come una lunga suite dal vivo, che si conclude con una serie lunghissima di saluti a tutti i musicisti che hanno contribuito a realizzare la canzone (e il disco).

Cicole e ciacole è un album da ascoltare con calma e attenzione, per gustare le mille sfumature di un lavoro al quale Contrada Lorì ha aperto – come sempre - le porte a moltissimi amici. Semplice ma ben curato il libretto, che introduce i vari brani per aiutare l’ascoltatore a cogliere il significato delle canzoni, la cui realizzazione ha richiesto evidentemente un intenso lavoro preparatorio.

0 commenti


Iscriviti al sito o accedi per inserire un commento


In dettaglio

  • Produzione artistica: Contrada Lorì e Are Zovo musica
  • Anno: 2020
  • Durata: 67:29
  • Etichetta: Are Zovo musica

Elenco delle tracce

01. Bossa nova
02. Sogna Nina
03. L’amore è come i pomodori
04. Tasin
05. Bala laica
06. L’albero impantanà
07. Mazurca del Polesine
08. Cicole e ciacole
09. Ninna nanna delle Fontanelle
10. I vòl che mè merida
11. Amore e cante
12. 'Na casa du Titano

Brani migliori

  1. L’amore è come i pomodori
  2. Bossa nova
  3. 'Na casa su Titano

Musicisti

Federico De Vittor: pianoforte, vibrandoneon, percussioni e voce - Francesco Scardoni: canto - Massimo Florio: fisarmonica e voce - Roberto Nicolino: contrabbasso e voce - Paolo Marocchio: chitarre, mandolino, bouzouki e voce - Andrea Trevisan: chitarra e voce - Ester Wegher: violino, viola e voce - Turopero: compositore, paroliere e violoncello
Ospiti: Mauro Ottolini: conchiglie in Amore e cante - Marco Pasetto: sax e clarinetto - Tommaso Castiglioni: marimba e percussioni - Ernesto Da Silva: djembè - Manuel La Palma: percussioni latine - Davide Veronese ed Eusebio Martinelli: tromba - Ivo Da Badin e Francesco Quanilli: chitarre - Maddalena Fasoli e Lorella Baldin: violino - Mauro Falsarolo: ukulele - Raf: tabla