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Alessandro Hellmann

Come prati a primavera

Dodici anni tra il primo e il secondo album sarebbero un’eternità per un cantautore se non fosse che, nel frattempo, Alessandro Helmann non se ne è stato certo con le mani in mano. Ha scritto libri, racconti, testi teatrali, canzoni per altri artisti (Rosario Di Bella, che compare come autore anche in quest’album, Roberto M. Giordi e Irene Fargo, tra gli altri), e testi da cui uno come Simone Cristicchi ha tratto spunto per propri lavori. In questi anni, Hellmann ha sicuramente anche molto ascoltato, e si è ascoltato nel profondo. È diventato padre di tre bimbe, e si è calato inevitabilmente in un nuovo universo tutto al femminile (pure il gatto di famiglia è femmina). Ha amplificato la propria sensibilità di riflesso (non è da tutti e non è così automatico) e ha rallentato il passo. Si è fermato a guardare le sue creature avviarsi saltellando alla vita, si è fatto piccolo per osservare il mondo da una distanza differente, da poco più che rasoterra, e l’ha infine raccontato, suonato e cantato.

Come prati a primavera è il secondo album del cantautore di origine genovese che vive a Roma e fa, anche, l’ingegnere. È un disco apparentemente semplice, ma all’ascolto attento non lo è poi davvero così tanto, innanzitutto per il tessuto prezioso degli arrangiamenti e poi per quell’amabile intarsio di parole che a volte produce filastrocche, ed altre racconta in modo diretto e fluido piccole storie. Lui si diverte a chiamarle “canzoncine”, ma probabilmente ci sta, e si sta, solo prendendo un po’ in giro. Sono storie piccole, delicate ed intime, è vero, ma sono anche le storie di tutti. Storie che ognuno può raccogliere e portare con sé perché non sono ingombranti, può far sue e tirar fuori dal cassetto quando il momento glielo suggerisce, quando c’è bisogno di leggerezza, di semplicità, di bellezza e di fare chiarezza dentro. Come in fondo dovrebbe essere con le canzoni, ma come non è detto che sempre succeda. Eppure, nella semplicità e nel minimalismo di queste dieci tracce, non si sfiora mai la banalità.

Perché, se tutti noi conosciamo una piccola Testadura (anche se non proprio quella della canzone), una donna forte come Matilde che vince con coraggio le proprie sfide quotidiane (Matilde forte in battaglia, uno dei brani a nostro avviso migliori dell’album), o un’Elisa che si guarda intorno e affronta le cose senza fretta (Elisa fa con calma), queste canzoni le sentiamo ancor più vere e nostre. Certo, ci sono a volte echi di frasi che suonano familiari e che possiamo riconoscere come semi-citazioni (forse di Cristicchi, forse di Fabi? sicuramente di De André e di Branduardi), ma appunto sono solo assonanze, o più o meno celati omaggi a tali grandi e inevitabili fonti di ispirazione (soprattutto per un cantautore genovese che vive a Roma ed è del ’71). Questo non toglie nulla all’originalità e alla bellezza di canzoni che si sviluppano come piccole architetture di suoni e di parole, come castelli di carte perfettamente in equilibrio; canzoni a volte quasi in forma di favola, ad esempio la giocosa Uno due tre e la disincantata Mai troppo grandi, ed altre invece come pagine di disarmante e sofferto realismo, come Prima di domani e Dopo il temporale.

E’ un disco “al naturale”, verrebbe da dire, dove gli strumenti suonano davvero (notevole il sax soprano di Manuel Trabucco ), la voce è gentile, sincera e non impostata, i suoni sono limpidi e non appaiono artefatti, e gli arrangiamenti di Michelangelo Brandimarte funzionano senza essere ingombranti. Come prati a primavera è un lavoro che sa quindi di fresco, di pulito, di quotidianità, in linea con il titolo dell’album, con il bianco dello sfondo e l’acquerello in copertina. Un disco che sembra “vestito di cotone”, naturale ed arioso, dalla trama leggera, ma proprio per questo oggi assolutamente utile, se non necessario.

Foto di Alessandro Ziantoni

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Michelangelo Brandimarte
  • Anno: 2019
  • Durata: 36:00
  • Etichetta: Maremosso Edizioni

Elenco delle tracce

01. Canzone a bassa velocità
02. Matilde forte in battaglia
03. Il suono del tuo nome
04. Uno due tre
05. Testadura (Agnese dolce Agnese)
06. Niente è come appare
07. Prima di domani
08. Elisa fa con calma
09. Mai troppo grandi
10. Dopo il temporale

Brani migliori

  1. Matilde forte in battaglia
  2. Niente è come appare
  3. Mai troppo grandi

Musicisti

Michelangelo Brandimarte: basso e contrabbasso - Pietro Di Domizio e Matteo Di Battista: chitarre - Luca Di Battista e Claudio Bollini: batteria - Fabio D’Onofrio: piano e synth – Giorgio - Distante e Jorge Rò: tromba - Manuel Trabucco: sax soprano - Quartetto Cablis: archi - Alice Pelle: voce