Ilaria Graziano e Francesco Forni  sono due musicisti napoletani  con un vasto passato artistico (teatro, colonne sonore) che dopo l’eccellente e sorprendente esordio, From Bedlam to Lenane, ritornano con un nuovo lavoro, questo Come2Me, registrato in casa e che li conferma come una delle più originali ed interessanti  realtà della musica italiana.

Gli undici brani, di cui quattro cantati in inglese, sono tutte loro composizioni originali, con di nuovo  un riuscito intreccio nell’utilizzo delle voci di entrambi  gli artisti, che si alternano nel canto nei diversi brani e a volte anche nello stesso brano. Lavoro minimale con  voci, chitarra, banjo, ukulele, che si colloca nell’area folk e folk-blues anche se non mancano momenti jazz-manouche e altri più vicini alla canzone d’autore. C’è un chiaro riferimento ed accostamento agli  Swell Season di Glen Hansard e Marketa Irglova, quelli del bel film Once,  ma Ilaria e Francesco  hanno una loro forte personalità ben espressa nei testi che ci raccontano di amore, morte, guerra e  viaggi,  attraverso brani dai toni leggeri, delicati, visionari che sembrano una sequenza di acquarelli musicali.  

Inizio che sorprende con una “pirate songs” come Filibusteria, tra cori e  deliziosi intrecci acustici tra banjo, ukulele, chitarra, mentre Come vira verso un folk-blues fortemente influenzato da ritmi manouche, e il terzo brano Io sono è permeata dalla bella, espressiva  e sensuale voce di  Ilaria e da un irresistibile banjo, un brano veramente che cattura l’ascoltatore. In Giardini di rose, cantato insieme, c’è una forte influenza della migliore ed intima canzone d’autore, mentre Il giro dell’oca, che ci riporta  a scatenati  ritmi manouche, è anche l’occasione per Francesco di mostrare la sua bravura di musicista  in gradevoli assoli.

Da segnalare anche Cavalli selvaggi, intensa e sognante ballata senza tempo, forse il brano migliore di tutto il disco, Red & blues con un particolare ed affascinante inizio, che poi ci immerge nella pura musica delle radici americana,  e Chiudi gli occhi  che conclude il lavoro, dove fanno la comparsa anche un violino e la fisarmonica , quasi una ninna nanna di stampo irlandese. Forse per il futuro andrà fatta una scelta tra cantare in italiano o  in inglese evitando un’alternanza che  a volte un po’ disorienta.  Piccolo gioiello  acustico, visionario, etereo, emozionante che conferma  Ilaria Graziano e Francesco Forni  come una delle più originali, coraggiose  ed interessanti  realtà della musica italiana .

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