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Marco Castello

Contenta tu

Diciamolo subito: anche se ad un primo ascolto distratto ci assomiglia molto, il disco Contenta tu di Marco Castello non appartiene al filone indie, l’ultima moda musicale che imperversa nella penisola da un paio di lustri. Eppure la sua etichetta, la 42 Records, è la stessa che ha saputo tirar fuori dalle camerette molti talenti musicali che passavano le nottate a trasmettere su youtube i loro lamenti generazionali suonati sui pianini elettronici.

Con quella faccia da sfacciato ragazzone di provincia che si approccia all’età adulta con il sogno dell’eterna fanciullezza appiccicato addosso, Marco prova a raccontarci qualcosa di diverso. Per capire che qui siamo di fronte a qualcosa di veramente inedito, basta ascoltare i primi 30 secondi di ogni suo pezzo: emerge subito il modo sghembo e dissonante con cui riesce a mettere insieme e a far convivere, nella stanza stretta di una canzone, il candore di un bimbo con una musica jazz adulta e raffinata. È fresco ed elegante il groove di questo polistrumentista di Siracusa che ha imparato a suonare la tromba a Milano, ha girato il mondo nelle jam session de “La comitiva” di Erlend Øye dei Kings of Convenience, e poi ha fatto ritorno a casa con in testa 10 piccole canzoni fumetto che già dai titoli assomigliano ad una specie di sberleffo grottesco.

I testi di Porsi, Torpi, Palla, Dopamina sembrano usciti dai ricordi di un’adolescenza che era qui solo l’altro ieri: le foto sfocate, incorniciate ed appese sulle scrivanie, dei grupponi alle gite durante le scuole superiori, i diari con le dediche ed “i cazzi a forma di coniglio”, i seni nudi fuori dal reggipetto da sbirciare. È una scrittura semplice, quella di Castello, ironica e tenera, iconica e scanzonata, spogliata da ogni velleità poetica ma, anzi, appunto per questo, genuina ed innocente. Si diletta a prenderci un po’ in giro, Marco Castello, sfoderando la sua vocina in falsetto facendo finta che, sotto il tappeto musicale su cui è sdraiato, non ci sia una magnifica fusion o un funky tiratissimo come in Cicciona o ancora una delicata ballata blues come in Contenta tu. E tutti suonati benissimo, peraltro, con strumenti veri, senza campionamenti o robe così, e pure con tempi dispari: lui stesso alla batteria, chitarre e fiati, Leonardo Varsalona alle tastiere ed allo splendido synth anni 70 a regalarci atmosfere vintage, e Lorenzo Pisoni al basso a tenere il tempo.

Se vogliamo fare con Marco Castello il giochino di incasellarlo in un genere di musica italiana, possiamo dire che le sue atmosfere s’incastrano fra il Battisti di Supermarket e di Perché no, il sound pieno dei Napoli Centrale, il Dente degli esordi con le sue canzoni cortissime, ed un po’ tutte le sigle dei cartoni animati degli anni 80-90. Queste apparenti contradizioni che emergono dall’ascolto di questa sua opera prima, non sono segno di una personalità acerba ancora in cerca di una netta definizione ma, anzi, sono esattamente il contrario: è proprio questo il mood del suo ricercato carattere di musicista ed autore. È infatti lui stesso a parlarci del rapporto conflittuale che vive con la sua Siracusa, cui ha dedicato il bellissimo cameo in siciliano Addiu, città bella ma violentata dal cemento armato di un santuario eretto in onore di una madonna che piange lacrime di sangue. E ci spiega di quel sentimento di vergogna e tenerezza che prova ogni volta che incontra “la bellezza sommersa dalla cacca”, un contrasto, una incoerenza che prova a raccontarci e trasmetterci attraverso quei pezzetti di vita domestica vestiti sempre con l’abito della domenica che sono le sue canzoni.

Un gran bel lavoro, dunque, questo esordio di Marco Castello, un sound che ci fa venire voglia di sentirlo dal vivo, a battere il piede a ritmo del suo coinvolgente e sgangherato jazz, a ridere, a farci salire la voglia di tornare adolescenti, e cantare con lui a squarciagola “sono già le tre, forse dovremmo dormire, ma sta canzone di merda non vuole finire”, sperando però, che il concerto non finisca mai.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Marco Castello, Marcin Oz, Daniel Nentwig
  • Anno: 2021
  • Durata: 36:00
  • Etichetta: 42 Records/Bubbles Records

Elenco delle tracce

01. Porsi

02. Cicciona

03. Luca

04. Torpi

05. Palla

06. Marchesa

07. Contenta tu

08. Villaggio

09. Addiu

10. Dopamina

Brani migliori

  1. Cicciona
  2. Contenta tu
  3. Addiu

Musicisti

Marco Castello (voce, batteria, chitarra acustica, chitarra elettrica) - Lorenzo Pisoni (basso, chitarra elettrica) - Leonardo Varsalona (sintetizzatori, wurlitzer, rhodes, organo, mellotron) - Gigi Scialdone (archi) - Sebastian Mashat (trombone) - Marcin Oz (Roland CR-78, sintetizzatore)