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Cose di famiglia

Doana

Ritrovare la sana abitudine alla leggerezza nell’ascolto del nuovo album di Cose di Famiglia

Doana è una conca erbosa visibile dal Bivacco Spagnolli che si trova nelle vicinanze dell’altopiano di Razzo, lungo la strada che da Vigo di Cadore conduce al pianoro. 140 ettari di verdeggianti distese erbose ove si incontrano al pascolo vacche e cavalli e da dove si gode di uno spettacolare panorama sul Monte Antelao, sulle Marmarole, sul Pelmo e sulle Tofane. Da qui, sia d’estate che d’inverno, si può partire per affascinanti ed impegnative escursioni ed è proprio da qui che i fratelli di Vittorio Veneto Giacomo e Mauro Da Ros (ovvero il duo Cose di famiglia) hanno iniziato a lavorare nel 2016 sul loro secondo album in questa formazione.

Doana è quindi oggi anche un disco, uscito dopo quasi due anni di gestazione, che si compone di dieci tracce che suonano come un invito a fermarsi, prendersi una pausa per ascoltare ed ascoltarsi. Cambiare ritmo, prendersi del tempo, rallentare il passo e il respiro, sentire la terra sotto ai piedi, il vento nei capelli e nei vestiti, assaporando il profumo della natura e il sapore delle cose genuine. Aprire gli occhi, le orecchie e il cuore, magari spegnendo il cellulare per staccare dal mondo virtuale di cui siamo abili frequentatori in questo tempo e recuperare l’essenza delle cose insieme all’essenza stessa della felicità, per il tempo reale di un ascolto o anche di più naturalmente.
Naturalmente, appunto.

L’album si apre proprio con un inno alla spensieratezza, Leggero, un brano orecchiabile, dal sapore reggae, nato per primo e che ha colto lo stupore lieve dell’inizio di quest’avventura. E come tutti gli inizi, spalanca porte e finestre all’aria nuova, a voci limpide e ad una musica che vien da dire “artigianale”, che ci permette di accogliere le storie che arrivano come una fresca boccata di fiato. Come succede nella vita, infatti, in Doana non c’è spazio solo per la riflessione proposta da canzoni intense come Un’altra volta, sul tema del viaggio, impreziosita giochi di parole e da un bellissimo finale di sax o Vento, un gioiellino di un minuto e 54 in omaggio ad una persona scomparsa, o ancora Caldo a novembre, che affronta con disincanto il tema - impegnativo per un brano musicale - del riscaldamento globale. Vi sono anche brani giocosi, ironici e, come s’era detto, spensierati: Afrobaita, ad esempio, pezzo nato dopo una jam session dall’insolito sapore appunto “afro” tra le montagne del Cadore, e Vino, un brano simpatico, vivacissimo e assolutamente nella sua giusta ambientazione, nato da “veneti d.o.c.” che così esprimono l’amore per questo frutto prezioso della loro terra.

Tra gli episodi migliori dell’album, citiamo ancora Parlami, sul valore dell’amicizia e sul senso “terapeutico” del contatto umano, dello scambio di sguardi e di parole sincere “viso a viso” e Altopiano, in cui si esalta il contatto diretto con la natura, con la terra, con il paesaggio tutt’intorno in cui anche chi ascolta può provare in qualche modo, con l’immaginazione piacevolmente solleticata, ad immergersi.

“Poserò su di te i miei passi e poi ti sfiorerò con questi occhi/che ancora solleverò leggeri quassù./ Sentirò nuovi brividi/ vento che mi accoglie io respirerò”

Le voci si intrecciano e si librano leggere, e tra le due non ce n’è una predominante: si alternano, si dividono o si ricongiungono, diventando spesso complementari. Superfluo ed inutile l’accostamento ad altri “duo” famosi, o a generi musicali d’oltreoceano. Il suono dei fratelli Da Ros è caratteristico e si fa riconoscere per il sapore acustico e l’uso “naturale” degli strumenti. Naturale è persino il libretto del cd, realizzato in carta riciclata e rilegato a mano, con graffette come si usava un tempo per le tesine di scuola, ad esempio.

Tutto appare volto a una ricerca costante e un obiettivo di “genuinità” che riteniamo ampiamente raggiunto, musicalmente parlando, grazie anche ad eccellenti compagni di viaggio: Andrea Fontana (che è coautore dei brani e presenza stabile nei live della band) alla batteria e alle percussioni, Nicola Peruch al pianoforte e alle tastiere, Gianni Vancini al sax e infine Christian Rigano, che ha prodotto il disco e suonato in Leggero. Tutti musicisti di grande esperienza che provengono da importanti collaborazioni con altri personaggi di rilievo nel panorama musicale italiano (da Fossati a Elisa, da Zucchero a Ramazzotti).

Con i brani Vino e Altopiano, contenuti nell’album, i fratelli Giacomo e Mauro Da Ros si sono aggiudicati nel 2017 il prestigioso Premio Alex Baroni al Festival dell’Adriatico. A questo punto possiamo tranquillamente affermare che il progetto del duo Cose di famiglia, nato alla fine del 2014 e concretizzatosi con l’uscita del primo album (omonimo) nel dicembre 2015, è per noi de L’Isola una piacevole conferma ed una realtà autentica da seguire con piacere.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Christian Rigano
  • Anno: 2018
  • Durata: 30:00
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. Leggero
02. Lascia che sia
03. Aquila
04. Un’altra volta
05. Vento
06. Caldo a novembre
07. Afrobaita
08. Altopiano
09. Parlami
10. Vino

Brani migliori

  1. Vento
  2. Afrobaita
  3. Altopiano

Musicisti

Andrea Fontana, batteria  -  Nicola Peruch e Christian Rigano, tastiere  -  Aldo Betto, chitarra elettrica  -  Gianni Vancini, sax  -  Giacomo Da Ros, basso e voce  -  Mauro Da Ros, chitarra e voce – Andrea Fontana: arrangiamenti