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Cecilia

Cupid’s catalogue

Il Catalogo d’amore e di fiori della "pop-arpista" torinese

Cecilia è musicista e cantautrice di Torino, una ragazza talentuosa e coraggiosa. Che abbia talento lo si capisce fin dal primo ascolto, e poi basta vederla suonare dal vivo: non è facile suonare l’arpa e contemporaneamente cantare. Non lo è perché l’arpa è uno strumento ingombrante che costringe a una postura seduta dall’assetto leggermente sbilanciato di lato, che non è proprio la posizione ideale per cantare. Un po’ come suonare il violino cantando, in pochi riescono a farlo bene, e qui oltretutto abbiamo una differenza evidente di peso da portare addosso. Ma Cecilia è cresciuta con l’arpa poggiata sulla spalla, suona questo strumento fin dall’età di nove anni, quando lo chiese in regalo a Babbo Natale (invece di un gioco, una bambola o magari dei pattini in linea, come tutti gli altri bimbi della sua età).

Cecilia Lasagno detta Cilla è oltretutto bionda, con due occhioni celesti e vivaci, e il sorriso sempre pronto. È solare e testarda, dolce e forte al punto giusto. Quando da una vita ti porti appresso uno strumento enorme come l’arpa, non puoi avere paura di nulla, anche se hai il viso da fatina e le treccine bionde. Infatti Cecilia è anche una cantautrice coraggiosa, come dicevamo all’inizio, perché uscire oggi sul mercato discografico con un disco suonato con l’arpa e cantato in inglese può al primo acchito far pensare al “solito” anonimo disco di musica celtica, e magari far storcere il naso. Niente di più sbagliato, attenzione!

Cupid’s catalougue è il secondo album di Cecilia, ed esce a inizio 2019 a quattro anni dal primo disco d’inediti. Nel frattempo, un’infinità di progetti e collaborazioni tra cui l’apertura dei live di Niccolò Fabi e la partecipazione al Festival di Sanremo dello scorso anno come arpista ad accompagnare sul palco il brano in gara di Max Gazzè. L’intensa attività dal vivo non solo in Italia di questi anni (nel 2017 suona anche in Danimarca, Estonia, Finlandia e Inghilterra) le ha quindi dato sicurezza e maturità artistica, e l’ha condotta a questo lavoro ricco, meglio definito stilisticamente e certamente più maturo rispetto al precedente.

Dieci canzoni d’amore compongono questo suo immaginario Catalogo di Cupido: sono brani densi d’atmosfera e di colori, che raccontano di fiori e piante e lune solitarie, popolati da personaggi avventurosi immersi nella natura e in paesaggi fiabeschi, con quel pizzico di magia e di mistero che il suono dell’arpa, così raro e prezioso, evoca facilmente. La voce di Cecilia si snoda fluida ma sicura su un tappeto di arpeggi e un incalzare di archi leggeri e di bassi corposi. L’arpa è, insieme alla voce, ovviamente protagonista, ma senza essere invadente o, peggio, noiosa. Tutt’altro: introduce, suggerisce la melodia, sottolinea le parole del testo e accompagna la voce come in un dialogo tra Cecilia stessa e il suo strumento.

Tra i brani migliori segnaliamo sicuramente Maine, dalla bella melodia che si fa ricordare e canticchiare facilmente, la vivace Cypress vine, la dolce e malinconica Too much love too soon che apre il disco e la delicata Vita Sackville-West che lo chiude. Anche la copertina dell’album ha i colori della natura. Cecilia ti fissa dalla foto e sembra stia per dirti: eccomi, sono qui, ascoltami e poi dimmi tu che ne pensi. All’interno, nel libretto, c’è poi un’altra piccola meraviglia inaspettata: una serie di disegni a matita di Alice @alicelovesdrawing , delicati e accurati, che rappresentano fiori e piante accostati simbolicamente ad ognuna delle canzoni dell’album (alla piratesca Rose è dedicata appunto la rosa, a Maine l’abete rosso, a Birches ovviamente un gentile tronco di betulla, per Lonely Moon vi è l’accostamento con l’ipomenea bianca, il fiore lunare e così via.)

Cecilia dei boschi, Cecilia nel paese delle meraviglie, che esce dalla favola e ci regala i suoi fiori. Cecilia che arriva in punta di piedi, perché quando suoni l’arpa devi avere il passo silenzioso ma anche piedi che sanno esattamente dove andare, perché l’arpa si suona - oltre che con le dita delle mani - anche con le punte dei piedi (ha infatti i pedali che, anche se non si notano, servono a spostare i suoni di mezzo tono tendendo più o meno le corde) e anche lì ci vuole forza e determinazione.

“Can you remember the first time I saw you?/ I stood cold on my chair. /Trying controlling my posture / and trying not to fall so deeply”
(da Birches )
Ecco Cecilia, la sua musica e l’amore. Cecilia, che ha una bella strada davanti su cui camminare sicura, e danzare.

 

Dal 18 gennaio Cecilia è in tour. Porterà il suo album in giro per l’Italia fino al 28 marzo con un nuovo set: sul palco arpa, percussioni e strumenti vintage, synt e giochi elettronici.

Foto live: Elena Rajteri
Foto di copertina: Carlotta Sillano

 

 

 

 

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Fabio Rizzo
  • Anno: 2019
  • Durata: 31:00
  • Etichetta: Qui Base Luna

Elenco delle tracce

01.Too much love too soon
02.Lonely moon
03.Maine
04.Say something nice
05.Rose
06.Cypress vine
07.Cupid’s catalogue
08.The hut
09.Birches
10.Vita Sackville-West

Brani migliori

  1. Maine
  2. Cypress vine
  3. Vita Sackville-West

Musicisti

Cecilia Lasagno, arpa e voce  -  Alan Brunetta, batteria e percussioni  -  Carlotta Sillano, organo  -  Giulia Bachelet, viola e violino  -  Alice Ghiretti, violoncello  -  Carlo Alberto Meluso, basso  -  Fabio Rizzo, sintetizzatori  -  Elisa Fagà, cori