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Flim

Decelerate

Parafrasando il titolo di un noto brano del grande Barry White…“Let the music play…”, e dunque che musica sia. E, quando tre musicisti che provengono da esperienze musicali davvero, in linea di massima, molto distanti fra loro (fra Marco Mengoni o Francesca Michielin e Jeff Beck non c’è solo una notevole lontananza anagrafica, ma anche probabilmente un differente approccio alla musica, uno stile e, nei confronti dei collaboratori, presumibilmente delle esigenze altrettanto differenziate), la curiosità riguardo al ”che cosa ne verrà fuori” è sicuramente molta e, considerando il livello tecnico dei soggetti, quanto mai ovvia. Il primo fattore di interesse è indubbiamente il fatto che il trio abbia deciso di dedicarsi ad un lavoro esclusivamente strumentale e che lo abbia fatto in modo tale per cui i tre strumenti, chitarra basso e batteria, con l’aggiunta del pianoforte e delle tastiere in alcuni passaggi, siano contemporaneamente protagonisti in maniera molto manifesta: suoni puliti, squillanti, a tratti davvero potenti, quasi “tonanti”, e brani fortemente caratterizzati e dal differente andamento l’uno dall’altro.

Giovanni Pallotti, Davide Sollazzi e Massimo Colagiovanni sono l’ennesima dimostrazione che, anche in Italia, dietro alle grosse produzioni mainstream ci sono musicisti tecnicamente di alto livello, capaci, creativi, con idee ed intuizioni che spesso nell’ambito delle suddette produzioni vengono sacrificate, se non proprio cassate, in favore di esiti musicali più “vendibili” o comunque più “digeribili” presso il grande pubblico. Il progetto Flim dimostra inequivocabilmente, anche se non per la prima volta, che il sottobosco musicale nostrano è ricco, ricchissimo di talenti strumentali che il più delle volte passano in secondo piano rispetto alle voci; ed anche in questo caso la domanda, la consueta domanda, ovvero quali risultati avrebbero ottenuto se fossero nati, o avessero iniziato a lavorare, all’estero, appare tanto ovvia quanto, probabilmente, foriera della “solita” risposta.

Tuttavia se e quando questi talenti decidono di prendersi un loro spazio e del tempo per lavorare intorno ai propri progetti vale davvero la pena di seguirli e di accompagnarli; i cinque brani che compongono Decelerate sono un interessante anticipo dell’album che vedrà presto la luce e riflettono gusti ed interessi tanto differenti quanto capaci di integrarsi ed interagire. La base è indubbiamente post-rock con venature pop, ma è contaminata da innesti di derivazione dub, esprime atmosfere indubitabilmente oniriche, determinate da suoni liquidi, molto presenti ma che, nel contempo, paiono giungere da molto lontano. Ci sono poi una certa inclinazione verso l’intimismo ed una sottile vena malinconica, grazie a diversi passaggi “in minore”, verrebbe da dire, che connotano l’andamento delle cinque tracce di questo Ep.

Un gran bel lavoro, senza alcun dubbio, che attende solo di essere diffuso e di avere al più presto…un seguito.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Bodacious Collective
  • Anno: 2016
  • Durata: 20:29
  • Etichetta: Bodacious Collective

Elenco delle tracce

01. Mewl
02. Idle Clock
03. I Swear
04. Mirza
05. Opening

Brani migliori

  1. Mewl
  2. Mirza

Musicisti

Giovanni Pallotti: bass, synths  -  Davide Sollazzi: drums  -  Massimo Colagiovanni: guitars, synths  -  Fabrizio Boffi: pianoforte