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Cristina Donà

deSidera

Si apre dritto il nuovo album di Cristina Donà. E mette subito in chiaro intenti e chiavi di lettura: ci si muove intorno alle stelle declinate al neutro plurale e incastonate in quel gioco di parole che dà il titolo al disco, come un monito, un approdo. Un de-siderio da raggiungere o a cui fortemente aspirare, ma anche un vuoto con cui fare i conti. Non troppo lontani dalle stelle buone e dagli universi in cui Cristina si è mossa sempre, qui siamo in un terreno più insidioso, aspro, disagevole, potremmo dire denudato anche musicalmente e lasciato scoperto, per farsi materia viva e trasparente, urgente (notevole l’apporto di Saverio Lanza, polistrumentista e produttore dello stesso disco).

 

È il presente quello che si canta, un presente sempre più difficile da afferrare, spesso avvolto in immagini che giocano a dadi con la fragilità umana provando a camuffarla e, tornando in cima al titolo, mancante di stelle: de-sidera, senza stelle, ma intento a indagare luci e ombre per ambire ad arrivare dove il cuore pulsa, oltre la paura che non ci merita. Mentre noi distratti ci giriamo intorno, senza ossigeno andiamo controcorrente, il più delle volte stando fermi su noi stessi. Senza fucile né spada è un colpo nel petto che risuona forte perché brucia ancora nelle nostre ferite aperte: scritta durante la pandemia e il conseguente lockdown, incede seguendo lo spron battuto di una marcia nera e ci ricorda ciò a cui siamo stati chiamati in un soffio di tempo, in uno schiocco di dita, dalla sera alla mattina: restare soli, lontani, sospesi nell’aria alla stessa distanza che ci tiene divisi, chiamati a combattere la morte come statue di cera, sbeffeggiati anche dalla primavera.

Gli occhi e gli approcci sono quelli di una Donà più adulta (trent’anni di carriera non son mica acqua tonica) che senza infingimento alcuno narra, indaga, dice, con voce, chitarra e un’elettronica preistorica (secondo la definizione di Lanza) quello che serve, senza superare mai il numero di battute previste dalla necessità, senza sbrodoli o retorica. La sua cifra da rockeuse, che fin dagli esordi ama scavare dentro l’anima e disegnare contorni, tra il minimalismo di una voce bellissima e cristallina e le corde di chitarre acustiche ed elettriche, in deSidera si fa ancora più vivida, perché non sgomita, non chiede, ma si assume un coraggio pulitissimo, quello della verità, che in un mondo odierno fatto di abissi di tiepidità, tanto per citare Paolo Conte, sta scivolando via sempre più rapidamente. Proprio per questo scuote, non rassicura, come è giusto che sia, per ritrovare la strada in quel codice stellare che morire non può.
Titoli di coda:
Serve tempo per ascoltare.
Senza tregua e, soprattutto, senza paura. 

foto di Francesca Sara Cauli

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Saverio Lanza  
  • Anno: 2021
  • Etichetta: Fenix Music / The Orchard

Elenco delle tracce

01. Distratti

02. Colpa

03. Conto alla rovescia

04. Desiderio

05. Come quando gli alberi si parlano

06. Torna

07. Senza fucile né spada

08. Oltre

09. L’autunno

10. Titoli di coda

Brani migliori

  1. Senza fucile ne spada
  2. Distratti
  3. Oltre