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Maldestro

Egosistema

Un singolo individuo racchiude tante storie, e la meraviglia sta nel riassumerle così diverse sotto lo stesso volto. Ma non tutte le storie hanno il coraggio di uscire dalla bocca per bussare al petto di un altro, chiedendo permesso per farsi spazio tra i mille fiati di un giorno.

A due anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio, Maldestro torna con Egosistema, un album che raccoglie e confida le sensazioni più intime e profonde dell’animo umano. Il cantautore napoletano sfida i tabù emotivi, i filtri sociali e, per certi versi, anche la soglia di attenzione (e accettazione) relegata comunemente ad alcuni temi mettendosi a nudo, raccontando con delicatezza ma importanza diversi scorci del suo vissuto, del suo lato più nascosto; con l’obiettivo non di una certa pornografia dei sentimenti, quanto piuttosto una considerazione più completa e giusta di ogni sua i(n)spirazione.

Un viaggio nell’intimità emotiva dell’artista, in cui si affrontano e si mettono a fuoco le sensazioni della persona, e ogni pensiero e sentimento viene accolto e non zittito perché comunque indispensabile per la crescita dell’individuo. Dodici brani di un percorso sonoro arduo, coraggioso, a tratti buio, nella personalità di Maldestro. Ascoltando le canzoni nell’ordine esatto dell’album, si nota una esplicita ascesa dello stato d’animo, dapprima fosco, cupo, quasi rassegnato nello scavare a fondo senza trovare uscita, ma che poi riesce a trovare una soluzione costruttiva a questa analisi, come un armistizio col proprio sentire.

La svolta, lo switch esistenziale, si compie esattamente a metà lavoro con Il panico dell’ansia, non a caso presentata dal team come focus track in quanto chiave di lettura di tutto il progetto; interessante notare che in questa canzone il ritornello è cantato a più voci, riunendo quindi le varie sfaccettature dell’animo che finalmente vanno d’accordo, pronte a rimettere in piedi ciò che era a pezzi, in precario equilibrio.

Un album in cui ogni frammento è funzionale allo stato complessivo dell’individuo, visione olistica questa che rende giustizia e com-passione ad ogni dinamica a cui siamo inevitabilmente e umanamente soggetti, e oggetto. E se nei testi le figure retoriche e le metafore hanno l’intento di disseminare immagini in cui ambientarsi e riconoscersi, i titoli assegnati alle canzoni rimandano alle diverse percezioni fisiche del corpo, una panoramica sinestetica che appunto raffigurano storie e sensazioni dai diversi punti di vista: un tentativo di rifuggire quella censura spesso autoimposta, sintetizzata benissimo nell’artwork di copertina.

Nel complesso, il progetto di Maldestro non è molto lontano dal presentarsi come una autoanalisi che nella musica si sublima; e proprio la componente sonora riesce a rendere percepibile la maturazione, la risoluzione, in questo lavoro che è un approfondimento interiore a tutti gli effetti. Non è affatto facile cantare di storie intime, in virtù del fatto che un’artista affronta di petto un tema svariate volte, dalla preproduzione alla scrittura al lavoro in studio fino ai live. Ne vien fuori che la vulnerabilità è di per sé un atto di coraggio, dacchè ci vuole forza e convinzione per voler sentire e subire gli eventi, essere disposti a plasmarci e fidarci, senza sapere se torneremo identici dopo quell’esperienza.

Un dialogo tra le varie forze che non sono necessariamente contrapposte, ma anzi legate da un moto di tensioni ed equilibrio che ammiccano a quel visconte di calviniana memoria.

Con questo progetto, Antonio Prestieri (vero nome dell’artista partenopeo) mostra un deciso e coraggioso cambio di passo nelle tematiche e nello stile, senza abbandonare del tutto i connotati da folk singer semplice ed autentico con cui si è fatto notare nella scena cantautorale italiana: numerosi infatti i riconoscimenti passati, quali Premio Ciampi, De André, SIAE, AFI, Palco Libero e Musicultura, a cui si aggiungono il secondo posto alle Targhe Tenco del 2015, e la partecipazione al Sanremo del 2017 nella Categoria Nuove Proposte in cui si è aggiudicato il Premio della Critica Mia Martini.

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In dettaglio

  • Anno: 2020
  • Durata: 37:00
  • Etichetta: Arealive / Believe Digital

Elenco delle tracce

01. Ma chi me lo fa fare
02. EgoSistema
03. Precario equilibrio
04. Anna se ne frega
05. Pezzi di me
06. Il panico dell'ansia
07. Leggero
08. Segnali di fumo
09. Paranoie
10. Un'altra bella scena (porno)
11. Come Kim Ki-Duk

Brani migliori

  1. Ma chi me lo fa fare
  2. Il panico dell’ansia