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Alessandro Sipolo

Eresie

Decidere di usare il termine ‘Eresie’ per intitolare un nuovo album è una scelta precisa, che mette subito in chiaro (o in scuro) quel che andremo ad ascoltare.
Alessandro Sipolo, artista bresciano giunto al suo secondo album, nelle sue undici tracce cerca di cogliere alcune contraddizioni di questa società, prende di petto alcuni spunti di cronaca recenti (Tra respirare e vivere, brano dedicato ai tanti Piergiorgio Welby o Emanuela Englaro) oppure lontani nel tempo ma che non vuole dimenticare, come ad esempio la vicenda di Arnaldo da Brescia, “eretico” che venne ucciso a Roma (tra le sue accuse più pesanti c’era la richiesta di una Chiesa più lontana dalle ricchezze e più vicina ai poveri) a cui dedica il brano Arnaldo, rivoluzionario ecclesiastico e nello stesso tempo rivoluzionario politico (bella la frase inserita nel brano che dice “la barba di Beppe”, riferimento certamente voluto a Giuseppe Mazzini, visto che la statua che si trova a Brescia ha le fattezze del personaggio risorgimentale).

Sipolo è un artista, ma prima ancora un uomo, un soggetto attivo, che vive quotidianamente - sporcandosi le mani come si dovrebbe dire - le difficoltà del nostro tempo e il suo impegno civile lo vede spesso parte attiva di molte iniziative di solidarietà nel territorio bresciano e in quello milanese. E anche nella sua componente artistica questa sensibilità non rimane esclusa.
Nel disco trova così spazio anche la denuncia, neanche troppo velata, di una provincia, quella bresciana, che lentamente è finita nelle mani di speculatori senza scrupoli che l’hanno invasa di villette a schiera su strade asfaltate che nascondono rifiuti nocivi. Il pezzo è Le mani sulla città e il video ben chiarisce che qui ci si sta riferendo ad una situazione generale (non a caso sul tavolo dei due protagonisti si vede in primo piano un libro/dossier dedicato a Buccinasco, uno dei comuni del milanese passato alle cronache nazionali per via delle infiltrazioni nelle istituzioni) che può essere applicata a qualsiasi altra provincia.
Un tentativo, riuscito, di non mollare l’attenzione sulla piaga che sta attanagliando le zone che fino a qualche anno fa si pensavano lontane dal fenomeno “mafioso” (anche se questo termine sarà bene che tutti noi impariamo a declinarlo con le nuove accezioni che si porta dietro), costringendoci invece ad aprire gli occhi su quanto sta avvenendo nel Nord Italia. Musicalmente il pezzo esprime bene le atmosfere che troveremo in tutto l’album e l’incedere ritmico ricorda certi passaggi dei Mumford and Sons, ed è un bel sentire. (vedi il video del brano)

Un album cantautorale Eresie, di quelli che mettono in primo piano il testo, che lanciano spunti, riflessioni, ma non vogliono insegnare nulla, solo toglierci quella patina di torpore che ormai pervade gli ascolti veloci a cui siamo abituati. Detto questo non è che le musiche siano un corollario, una parte poco importante. Anzi, diciamo che soprattutto nella parte musicale Sipolo riesce a ritagliarsi un proprio stile, un suono che già avevamo conosciuto nel suo primo album, Eppur bisogna andare, uscito nel 2013. Fedele compagno di viaggio è ancora una volta Giorgio Cordini (con cui firma anche un brano), uno dei chitarristi più stimati del mondo cantautorale italiano (e non solo per i lunghi trascorsi in studio e nei live con Fabrizio De André) che in questo album regala la sua esperienza e la sua tecnica per costruire con Alessandro (anche lui un buon chitarrista), musiche intrise di riferimenti andalusi e manouche, impreziosite da una ritmica percussiva che ne diventa il marchio, la sua identità (c’è molta America Latina in questo, come ad esempio il Perù, nazione in cui Alessandro ha prestato servizio civile).

Ma Sipolo e Cordini vogliono spingere ulteriormente sulle atmosfere chitarristiche e chiamano intorno a loro personaggi come il bravissimo Finaz dei Bandabardò, Alessandro Stefana (chitarrista di stampo internazionale per via delle sue numerose collaborazioni, tra cui quelle con Marc Ribot, Pj Harvey, Mike Patton - oltre che essere uno dei fondatori dei Guano Padano - che qui suona il banjo) o amici di vecchia data come Enrico Mantovani, altro talentuoso chitarrista della scena bresciana che da anni offre la sua sei corde (in questo caso è una steel guitar) a grandi nomi della musica italiana. Sempre in ambito chitarristico, non va infine dimenticato il lavoro accurato di Omar Gazhouli (sia con l’elettrica che con la classica, qui in una foto durante le registrazioni), che insieme a Paolo Malacarne alla tromba, possono essere considerati colonne portanti di tutto l’album. Grande attenzione quindi nella scelta dei musicisti che devono dare forma alle idee iniziali e in questo senso merita una citazione il lavoro al basso di Max Gabanizza, di Alessandro Adami alla fisarmonica e di Ellade Bandini alla batteria.

Su tutto arriva poi la voce di Alessandro, calda (in molti passaggi ricorda Mario Castelnuovo, grandissimo artista romano che ha scritto alcune tra le più belle canzoni degli anni Ottanta e Novanta), che diventa a sua volta “un suono”, capace di amalgamare in modo personale e riconoscibile testo e musica. Il disco è registrato da Takedo Gohara nelle Officine Meccaniche di Mauro Pagani. Ennesimo tassello di un lavoro curato e degno di essere ascoltato con attenzione.

Foto di Alessandro Zampatti

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Alessandro Sipolo e Giorgio Cordini  
  • Anno: 2015
  • Etichetta: Fasolomusic.coop

Elenco delle tracce

01. Eresie

02. Gagiò Romanò

03. Le mani sulla città

04. Tra respirare e vivere

05. Dannata

06. Arnaldo

07. Denoda

08. Saintes Maries

09. Cresceremo anche noi

10. Comunhão Liberação

 

11. Alla sera

Brani migliori

  1. Le mani sulla città

Musicisti

Alessandro Sipolo: voce, chitarra classica, chitarra acustica, charango  -  Omar Gazhouli: chitarra elettrica, chitarra classica  -  Giorgio Cordini: mandolino, chitarra elettrica, bouzouki  -  Max Gabanizza: basso  -  Ellade Bandini: batteria  -  Alessandro Adami: fisarmonica  -  Alberto Venturini: percussioni  -  Paolo Malancarne: tromba  -  Alessandro “Asso” Stefana: banjo  -  Enrico Mantovani: pedal “steel” guitar  -  Alessandro “Finaz” Finazzo: chitarra classica  -  Diego Maggi: clavicembalo