Questione complicata, la fede. Questione intima e universale, legata alla musica da un nodo quasi ancestrale. È per questo che parlare di dischi come questo Esta soy yo, particolarmente intrisi di fervore spirituale, diventa quasi un percorso minato.
Senza dubbio, la catanese “nera” Jenny B, al suo terzo LP (quasi di sicuro ve la ricordate nella versione dei Gemelli DiVersi di Dammi solo un minuto, o per il suo successo sanremese Semplice Sai), canalizza la sua altissima celebrazione con un’intensità che ha poco a che spartire con i cori da stadio da corteo papale, ma al contempo sembra concedere troppo a un immaginario sonoro che ha più in comune con il film The Mission che con una sincera riscoperta musicale del motore intimo della fede di ognuno di noi.

La prima parte del disco mischia atmosfere salsa e afro-cubane (per lo più in punta di chitarra classica) alla necessità di celebrazione mistica, tra cui spiccano una maestosa Ave Maria e la samba francescana di Canto Madrigal. Nella seconda parte, invece, Jenny riprende alcuni brani di musica sacra Petite Messe Solenelle di Gioacchino Rossini, con un Qui Tollis dalle pieghe quasi gabrieliane (per intensità e linguaggio ci si avvicina alla sua soundtrack de L’ultima tentazione di Cristo).

L’estremo nitore della produzione e il calibro degli artisti coinvolti rende davvero l’operazione un raggio di luce: certo, Jenny B. dimostra una tale padronanza della propria voce da mettere in dubbio le sue identità musicali precedenti, ma non sono da meno le ospitate del gruppo musicale Bamboleo di Lazayto Valdes, del bassista Manuel Orza, del percussionista Renaldo Hernandez e della tromba di Fabrizio Bosso. C’è poco da dire: è un lavoro d’indubbia bellezza, ma che saprà sintonizzarsi solo su certe frequenze.

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