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Patrizia Cirulli

Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica

Torna Patrizia Cirulli e centra (ancora una volta) l’obiettivo. Unire Musica e Poesia è ormai una sua prerogativa - non l’unica, certo, visto le sue capacità anche come cantautrice – e così dopo il prezioso lavoro intitolato “Mille baci” di qualche anno fa, a ottobre 2022 esce Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica. Ma prima di entrare nel cuore di quest’ultimo lavoro, è doveroso fare un passo indietro per coglierne appieno la genesi.

 

In “Mille baci” Patrizia aveva musicato poesie di Pessoa, Baudelaire, Garcia Lorca, Alda Merini, Trilussa, Quasimodo, Umberto Saba, Oscar Wilde, Catullo (da qui il titolo dell’intero lavoro), Frida Kahlo, D’Annunzio e, unico fiore ‘smarcato’ da questo elenco, Cirulli musicò anche una poesia di Fausto Mesolella, artista immenso e riconosciuto come tale nel mondo musicale ma che in pochi sapevano scrivesse anche poesie. L’album uscì per Egea Music e colpì subito pubblico e critica per la capacità della Cirulli di rendere “canzoni” poesie vere e proprie, non quindi un’interpretazione di versi famosi, declamati magari con un tappeto sonoro di violino e pianoforte in sottofondo, ma un grande lavoro sul fronte musicale – tutto il disco è arrangiato splendidamente da Lele Battista - capace di creare armonie e melodie intorno alle parole, senza cambiarne neanche una virgola, rendendole appunto “canzoni” vere e proprie.

Un album, “Mille baci”, che gli valse anche la cinquina nella Targa Tenco sezione Miglior Interprete. Ultima nota, ma che è poi la chiave per collegare il tutto: oltre ai poeti citati, in quell’album c’era anche una poesia di Eduardo De Filippo. E con lui, più che con altri, fu subito scintilla. Infatti, nel preparare quel disco Patrizia lesse decine e decine di poesie prima di individuare quella “giusta” da musicare per ogni singolo poeta (alla fine furono circa una dozzina in tutto), ma quando si trattò di scegliere quella di De Filippo rimase incantata dalla bellezza di quei testi e sceglierne solo una non fu facile. Alla fine inserì nel disco Quanno parlo cu te (ascolta il branoma subito dopo iniziò a lavorare su altre sue poesie, senza un obiettivo preciso, solo per una vena emotiva che aveva trovato in quelle parole, innestando uno stimolo creativo spontaneo.
E così, l’anno scorso, quella scintilla tornò ad accendere il fuoco della passione per i testi di Eduardo e decise di farne un lavoro completo. Ne parlò a Mimmo Ferraro di Squilibri che colse subito la portata dell’operazione e così, partendo da ‘Fantasia’, titolo di una poesia di De Filippo, il progetto iniziò a prendere forma e quella poesia divenne anche il titolo. La squadra di lavoro scelta da Patrizia è di prim’ordine, visto che alla direzione musicale troviamo Marcello Peghin, talentuoso chitarrista e polistrumentista veneto (ma che vive in Sardegna da parecchi anni) che ha voluto intorno a sé musicisti di riconosciuta levatura nazionale come Mauro Palmas, giusto per dirne uno, capaci di creare l’atmosfera giusta per arrangiare le musiche di Patrizia e le parole di Eduardo. Il risultato sono dieci brani di una raffinatezza straordinaria, capaci di muoversi sul crinale sottile che separa il rischio di essere troppo reverenziali e debitori verso sonorità tradizionali partenopee o, al contrario, di scegliere suoni e arrangiamenti pseudo “moderni” che avrebbero snaturato l’idea di fondo del progetto che invece è chiara e precisa: portare rispetto, un profondo rispetto per il mondo da cui quei testi provengono, aggiungendo man mano colori, suoni, suggestioni, lasciando che le parole vengano avvolte dalla voce calda di Patrizia che a quel punto chiude il cerchio. Un lavoro prezioso quello di unire musica e poesia che ci porta a dire, dopo due album così riusciti, può essere coniato un neologismo: Patrizia Cirulli è la “musica-poeti” contemporanea.

 

Ma tornando nello specifico all’album su De Filippo, non è solo una nostra impressione quella di segnalare questo disco come un lavoro di alto valore culturale che ha saputo interpretare, senza snaturarlo, il mondo del grande drammaturgo napoletano. Ci viene in aiuto infatti anche un illustre personaggio come Pasquale Scialò (musicista e musicologo, uno dei più stimati conoscitori e studiosi degli autori napoletani, non solo musicali ma anche teatrali), che nell’introduzione del libretto (peraltro bello e corposo, come sempre quelli di Squilibri) scrive:
Per quanto sia vissuto a diretto contatto con la sua ‘città cantante’, dalle Piedigrotte al varietà fino alla sceneggiata, le poesie di Eduardo De Filippo risultano impegnative da musicare essendo state deliberatamente impostate dall’autore in modo da non potersi sovrapporre facilmente alla forma canzone, con la solita alternanza di strofe e ritornello, quasi a volersi distanziare da una tradizione culturale che pure amava in modo particolare. Un’impresa ardua, dunque, quella della trasposizione in musica dei suoi testi, tanto più se a cimentarvisi è un’artista di “fuori regno”, per giunta milanese, come Patrizia Cirulli… I risultati sono però ottimi sia sul piano creativo che interpretativo, collocandosi in modo equilibrato tra ammirazione e distacco, rapporto ravvicinato con questa tradizione poetica e autonomia espressiva”.

 

Della qualità dei musicisti dicevamo prima, ma rimane da aggiungere un tassello importante nell’economia finale del disco. Infatti, ad accompagnare Patrizia in questa immersione nelle atmosfere e nei suoni della “città cantante” per antonomasia, due voci di grande prestigio che chiudono, come in un ideale abbraccio, diverse generazioni di artisti napoletani: Fausta Vetere, della Nuova Compagnia di Canto Popolare, e Dario Sansone dei Foja, una delle realtà più interessanti nate sotto il Vesuvio negli ultimi anni.
E adesso inizia la parte più affascinante di questo viaggio nel tempo e nel mondo di Eduardo, partono le prime date live, dimensione in cui Patrizia Cirulli riesce ad esprimere al massimo la sua potenzialità vocale ed emotiva.
Il disco verrà presentato in anteprima a Milano, al Teatro 89, sabato 08 ottobre.

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Marcello Peghin (direzione musicale); Consulenza artistica e supervisione: Mimmo Paganelli; Gli arrangiamenti sono stati realizzati da tutti i musicisti. Disegni di Beppe Stasi Graphic Designer Daisy Jacuzzi Registrato e masterizzato da Attilio Lombardo presso The chicken coop studio, Alghero (SS).
  • Anno: 2022
  • Durata: 33:05
  • Etichetta: Squilibri Editore

Elenco delle tracce

01. Si t’ ‘o ssapesse dicere
02. L’ammore ched’è? (feat. Dario Sansone)
03. Relogio cumpiacente. 'Fantasia'
04. Io vulesse truvà pace (feat. Fausta Vetere)
05. Penziere mieje
06. Quanno parlo cu te
07. ‘E mmargarite
0.8 È notte
09. A…B…C…D…
10. E allora bevo…

 

Brani migliori

  1. Relogio cumpiacente (Fantasia)
  2. L’ammore ched’è?
  3. A…B…C…D…

Musicisti

Patrizia Cirulli (voce)
Marcello Peghin (chitarra classica 10 corde, chitarra baritono, chitarra basso e viola caipira); 
Mauro Palmas (liuto cantabile, mandoloncello, mandola);
Maria Vicentini
(violino, viola, bandolim)
Paolo Zuddas (percussioni)
Salvatore Maltana (contrabbasso)
Salvatore Corazza
(percussioni in A…B…C…D…)
Fausta Vetere
voce in Io vulesse truvà pace 
Dario Sansone
voce in L’ammore ched’è