Chitarra, basso, batteria, ovvero alla radice più essenziale del “gruppo”; Fluttering, nuovo album del Renato Pompilio Trio trova nella semplicità e nella fluidità dei suoni la propria essenza più intima; nove tracce che scorrono lineari, naturali, suonate “in presa diretta”, senza alcun artificio sonoro: una chitarra classica, Renato Pompilio, spontanea e ricca di armonie, un basso, e contrabbasso, Fabio De March, profondi e avvolgenti, ed una batteria, Nicola Stranieri, che verrebbe da definire “più spazzole che bacchette”, per la capacità di dosare il drumming soprattutto nelle situazioni più soft, nelle quali il tocco è determinante.

Nite trite, ad esempio, è indicativa di come il trio abbia impostato il lavoro nel corso di tutto l’album con suoni definiti ed asciutti, mentre la successiva Swingatella rappresenta la capacità di variare improvvisamente il mood, passando da un groove profondo ed avvolgente ad uno swing spigliato, allegro, ma sempre misurato e dotato di una naturale e mai ostentata aristocraticità.

Senza mai spingere troppo sull’acceleratore e dosando in maniera attenta i passaggi solisti, i tre musicisti riescono nel non facile compito di realizzare brani equilibrati, in cui gli strumenti, sia per quantità che per qualità di suono, non si accavallano mai, pur riuscendo ad esprimere pienamente le proprie peculiarità; LFJ (Latin-Flam-Jazz), è forse l’esempio migliore per descrivere questo approccio sicuramente vincente.

Qua e là appaiono anche momenti che si potrebbero definire, assai impropriamente peraltro, “etnici”, e ciò si verifica quando i tre musicisti affrontano melodie meno occidentali, come in Klezando, oppure in Nao briga com ela, tanto ricca di aromi “mediterranei” la prima, quanto di “saudade” profondamente sudamericana la seconda; tra le due un brano come Amanhecer, che si può tranquillamente definire “romantico”.

Chiude l’album Nice day, sorta di augurio che i tre musicisti, entrando uno alla volta, con garbo, nel brano, pare vogliano fare agli ascoltatori; un piccolo omaggio intenso, malinconico e solare nel contempo, quasi un compendio del lavoro svolto.

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