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Frammenti

“Back in the eighties”, verrebbe da dire, ma la realtà non è affatto così lineare, perché è vero, le sonorità, l’approccio “minimal”, i suoni new wave sono, in effetti, patrimonio ripescato da quella decade, ma il lavoro che Luigi Maresca e Mirko Ravaioli hanno privilegiato è stato quello di inserire, all’interno di un contesto musicale “dark”, una sorta di confessione attuale, moderna, ed incentrata sulle problematiche della vita di oggi: nessun rimpianto, nessuna esagerata malinconia, ma una cruda, e per certi versi poetica, rappresentazione della realtà odierna filtrata attraverso le reminiscenze della propria storia musicale. Questa operazione ha addolcito i suoni, ha alleggerito le atmosfere che avrebbero potuto, per argomenti e trattazione, essere davvero cupe, se non plumbee, ed è per questo che Frammenti può essere tranquillamente definito un lavoro post-wave, con forti connotazioni cantautorali, e quindi un’evoluzione sicuramente interessante pur partendo da lontano.

C’è un continuo inseguirsi fra passato e presente, l’equilibrio è precario per definizione ma l’impressione è che le dieci tracce di questo lavoro (undici con il remix di 11.12.13), siano più una sorta di accettazione, ma in senso fortemente programmatico, del presente, piuttosto che una riflessione che si ferma e riflette su sé stessa senza prospettive future. L’idea è di pensare, comunque, a ciò che accadrà domani, accettando peraltro le sollecitazioni, non sempre positive, del presente. L’ambiente che si viene a creare è quello di un mondo in cui la solitudine, comunque, avrà una fine, non si pone come un esito inevitabile e definitivo: certo, la realtà descritta non è né delle più semplici né delle più piacevoli, ma sotto sotto si intravede per lo meno il desiderio di scivolare fuori da questa sorta di stagnazione. 11.12.13, in questo senso, ma anche Nebbia o Ansia, descrivono bene questa specie di sospensione temporale, di attesa, in cui certo non è facile prendere l’iniziativa, ma neppure attendere che le cose cambino da sole.

Ed allora l’album vive e si sviluppa intorno a questa “sospensione” continua in cui, davvero, basta un attimo per modificare la realtà e smuovere una situazione altrimenti destinata ad un continuo impasse. Le atmosfere sono a tratti trasognate, sembra quasi che i piani della realtà e del sogno si mescolino, in una visione onirica del presente, all’interno della quale ogni direzione da prendere è consentita senza che, almeno in partenza, ci siano giudizi da dare o valutazioni da esprimere: l’obiettivo è il movimento, comunque ed in qualsiasi modo. Ed il fascino di questi suoni, elettronici sì, ma per nulla freddi o “lontani” (ci sono, anche se solo in alcuni frammenti, passaggi quasi pinkfloydiani, soprattutto del periodo di Animals) sicuramente permette di apprezzare ancora di più questo sforzo, per realizzare il quale, comunque, alla fine non si è da soli.

Foto di Sofia Vicchi

Prossime date:
31/03/2016 - Concerto al Mataluna a Rossetta di Bagnacavallo (RA)
24/04/2016 - Concerto al Moog di Ravenna

 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Lorenzo Montanà, Gianluca lo Presti
  • Anno: 2015
  • Durata: 44:09
  • Etichetta: Autoprodotto

Elenco delle tracce

01. La gabbia
02. 11.12.13
03. Sono calmo
04. Fiore di campo
05. Nebbia
06. Pugile
07. Attimi
08. Distante
09. Ansia
10. 40 anni
11. 11.12.13 remix (Nevica su quattropuntozero)

Brani migliori

  1. 11.12.13
  2. Nebbia
  3. Ansia

Musicisti

Luigi Maresca: voce, chitarra elettrica, synth, basi elettroniche  -  Mirko Ravaioli: basso elettrico