Ciccio Merolla è noto per essere uno dei percussionisti che collabora con molti dei protagonisti musicali napoletani, come ad esempio Enzo Gragnaniello ed Eugenio Bennato. Con Fratammè, il percussionista partenopeo aggiunge un vestito nuovo alla sua carriera, quello di rapper ed autore di canzoni inedite, scritte in dialetto napoletano, e che dall’ambiente della città del Vesuvio prende ispirazione per raccontare delle storie.

Storie di integrazione e d’orgoglio per le proprie origini come succede in Arabian Groove; storie che finiscono male come succede in Fratammè, dove il fratello del protagonista viene freddato per strada; o storie di bulli di quartiere come in O’ pitbull.

La particolarità di Fratammè riguarda le musiche. Contrariamente a quanto accade nella maggior parte dei dischi di musica rap il suono non è prodotto artificialmente dalle basi del dj, ma è suonato da musicisti in carne ed ossa. Le sonorità sono quelle tipiche della canzone melodica napoletana mescolate con melodie arabeggianti che rendono l’ascolto sicuramente diverso rispetto alle solite produzioni di genere, ma anche gradevole.

L’importanza del proprio dialetto e della capacità di riadattamento di canzoni note al grande pubblico sono rappresentate da Mostro, in cui Merolla riscrive in napoletano la celeberrima Brava di Mina: mostro inteso come campione di bravura, in questo caso non tanto nelle doti canore ma in quelle di rielaborazione.

Indicato per gli amanti delle sonorità che strizzano l’occhio alle melodie dell’Africa del Nord e per gli estimatori del rap made in Napoli.

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