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Têtes de Bois

Goodbyke

Non per la prima volta, le “teste di legno” (com’è noto da una canzone di Bécaud) offrono il fianco della loro produzione alla bicicletta (che non è solo ciclismo, anche se molto – epicamente parlando – passa di lì). Stavolta, però, le dedicano un intero album. Non fra i loro migliori, lo diciamo subito, anche se gli episodi degni di nota non mancano, ed è in ogni caso l’idea globale a colpire.

L’aspetto concettual-intenzionale, tuttavia, per una volta (una sola?) sembra superare gli esiti artistici. Che sono talora tirati un po’ per i capelli, in un patchwork che all’omogeneità bada non poco, arrivando però, in tal modo, a giustapporre brani, a volte, fra loro sin troppo omogenei (leggi monolitici).
Ma si alludeva alle gemme di questo nuovo lavoro del gruppo romano: certo ci entra di diritto l’iniziale Alfonsina e la bici, dedicata alla leggendaria (quasi fiabesca) Alfonsina Strada, che nel 1924 riuscì a correre un Giro d’Italia con i maschietti (che si chiamavano – citiamo a memoria – Girardengo, Binda, Belloni). Qui il suo ritratto suona come la cosa probabilmente migliore del disco, riecheggiando (fin dal titolo, sì) la memorabile Vincenzina e la fabbrica di jannacciana (e monicelli-muti-tognazziana) memoria.


Fra gli omaggi – ufficiali, stavolta – l’elegante versione del Coppi di Paoli batte (e vorrei ancora vedere, considerato il protagonista del brano) La bicicletta di Montand (titolo originale A bicyclette, di Barouh/Lai), in cui si segnala un bell’intervento (fra i molti suoi) di Luca De Carlo alla tromba. Per il resto sono da segnalare l’humus etno della Bicitrombetta (peraltro leggerina), lo charme domestico di Dai (e qui la tromba decarliana ha accenti à la Nino Rota, quello della Strada, tanto per restare in tema), i generosi parlati presenti nelle ultime due tracce, l’una ancora in forma di canzone (testo francese del sempiterno Gianni Mura, che di quel coacervo di voci fa ovviamente parte), l’altra come autentica maratona finale (21’28”) di testimonianze varie, ora preziose (Alfredo Martini) ora decisamente prolisse (nonché di un didascalismo che lambisce qua e là il verboso).


Lo si era premesso, del resto: le teste di legno ci hanno saputo regalare di meglio, in passato. E certo vorranno ripetersi in futuro. Troppo puntuali, nel panorama nostrano, per non farlo.
 

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Ala Bianca & Têtes de Bois
  • Anno: 2010
  • Durata: 62:50
  • Etichetta: Ala Bianca/Warner

Elenco delle tracce

01. Alfonsina e la bici
02. Corrosivo acido
03. La bicicletta
04. Noi siamo il traffico
05. La canzone del ciclista
06. Mia cara miss
07. Coppi
08. La bicitrombetta
09. Dai
10. Le bal des cols
11. Goodbike extra
 

Brani migliori

  1. Alfonsina e la bici
  2. Coppi
  3. Dai

Musicisti

Andrea Satta: voce
Luca De Carlo: tromba, voce
Angelo Pelini: pianoforte, tastiere
Maurizio Pizzardi: chitarre, voce
Carlo Amato: basso elettrico, computer, campionamenti, voce
Lorenzo Gentile: batteria, percussioni
Ospiti: Militant A: voce rap in 01
Karisa Kahindi: voce campionata in 08
Claudio Ferretti, Gianni Mura, Maurizio Crosetti, Alessandra De Stefano, Marco Pastonesi, Alfredo Martini, Margherita Hack, Marc Augé, Marino Sinibaldi, Chris Carlsson, Paolo Lombardi: voci in 05, 10 e 11