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Marta De Lluvia

Grano

Da qualche mese è uscito Grano, disco d’esordio di Marta Natalini, in arte Marta De Lluvia, che già nella scelta del suo pseudonimo racconta storie che le appartengono. Classe 1984, marchigiana, Marta è laureata in lingue ed ha viaggiato molto, e in questo suo muoversi per il mondo un posto di riguardo l’ha sempre avuto l’inseparabile chitarra. Nel 2013 pubblica una piccola raccolta di poesie, ‘In sé maggiore’, da cui poi è stato tratto un recital nel quale alla lettura della stessa Marta segue l’accompagnamento improvvisato del pianista Alessandro Menichelli.

Un’attitudine naturale alla scrittura (e in senso lato alla poesia) che unita allo studio del canto e della chitarra classica hanno fatto di questa cantautrice l’interprete migliore per i brani da lei composti. In Grano troviamo nove tracce inedite e la cover di Ojos azules, brano tradizionale andino presente nel repertorio degli Inti Illimani. Un disco che si avvale di eccellenti collaborazioni, che rendono ogni traccia un intreccio di ingredienti raffinati e pur evidenziando lo spessore complessivo del lavoro, alcuni brani meritano qualche dettaglio in più. Nel brano che dà il nome all’album, per esempio, la voce intensa e vellutata ci accompagna in un quadro notturno in cui si racconta l’intimità di un incontro in una serata estiva, durante la quale le sensazioni sono amplificate grazie ad una natura avvolgente e onirica, dove il pianoforte (suonato da Tina Omerzo) punteggia la notte di note luminose mentre l’intervento di Maria Pierantoni Giua per i cori completa e ammorbidisce l’atmosfera. Da segnalare anche Mai abbastanza, un brano che racconta interrogativi, consapevolezze, sconfitte e successi espressi in un linguaggio fotografico semplice e fluido. Parole cucite su misura per la struttura musicale del brano, ma che già da sole convincono, come ad Aversa nella finale del ‘Premio Bianca D’Aponte’ 2017, dove con questo brano Marta si aggiudica la targa per il Miglior Testo (vedi il video dell'esibizione).

Ascoltando I dervisci, invece, avvertiamo una tensione che rende altalenante il meccanismo del darsi e trattenersi, in uno stato emotivo ben descritto dal violoncello di Stefano Cabrera e dallo chalumeau (un antico strumento ad ancia semplice, conosciuto anche come salmoè, usato nel tardo XVII e nel XVIII secolo) di Edmondo Romano che, oltre a ricreare la sensazione del sincopato dell’antica danza sufi, cala l’ascoltatore in una dimensione altra. E poi ancora due piccole gemme, Inutile e felice e Gomitoli di vento, una pagina di diario, un appunto sulla vita che prende via via forma nella bellissima tessitura vocale che Marta crea con Giua. Si chiude con Il piede sulla terra, ultima traccia inedita del lavoro, una lettura di versi che son rimasti poesia senza trasformarsi in canzone; al piano sempre Tina Omerzo che incornicia i pensieri di Marta dando loro ancora più colore e carattere.

Un lavoro omogeneo con una gran cura dei suoni, registrati e mixati da Raffaele Abbate che ha firmato anche la direzione artistica del progetto, mentre a Pier Mario Giovannone è stata affidata la supervisione dei testi. Canzoni che conquistano, che convincono, che saranno anche canzoni “di pioggia”, ma dove l’artista marchigiana riesce a farti immergere delicatamente nella sua poetica, sospesa tra spiritualità e quotidianità. Con “Grano”, Marta De Lluvia entra con piglio sicuro nel novero delle cantautrici da seguire per i prossimi anni. Tutto sembra fuorché un album di esordio.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Raffaele Abbate
  • Anno: 2019
  • Etichetta: Orange Home Records

Elenco delle tracce

01. Mai abbastanza

02. I dervisci

03. Gomitoli di vento

04. Tendenzialmente

05. Inutile e felice

06. Romanticismo forse

07. Grano

08. Il piede sulla terra

09. Ojos azules

Brani migliori

  1. Mai abbastanza
  2. Gomitoli di vento
  3. Inutile e felice

Musicisti

Marta De Lluvia (chitarra classica e voce)  -  Maria Pierantoni Giua (chitarra classica, acustica e voci)  -  Armando Corsi (chitarra classica)  -  Stefano Cabrera (violoncello e arrangiamento archi)  -  Pietro Martinelli (contrabbasso)  -  Lorenzo Bergamino (batteria, percussioni)  -  Raffaele Abbate (percussioni)  -  Tina Omerzo (pianoforte e Rhodes)  -  Edmondo Romano (chalumeau)  -  Stefano Bergamaschi: tromba