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Mauro Ermanno Giovanardi

Ho sognato troppo l’altra notte?

Un dandy quasi “mefistofelico”, immerso in sonorità anni ’60, candidamente e protervamente consapevole della sua natura di seduttore incallito, capace di vivere slanci passionali avvolgenti e proclamare una fede nell’amore come comunione che ha come voce «il sudore» e come «frase la pelle» (Desìo), tra l’incontro e l’inevitabile sipario dell’addio («Niente è per sempre e lo sai / è il mestiere di vivere», La malinconia dopo l’amore), così come in grado di esibire il naufragio in un dolore cocente e il timore del morso di una solitudine smarrita: questo è il personaggio vissuto/incarnato da Mauro Ermanno Giovanardi nel suo secondo album da solista, dopo il collage raffinato di musica, letteratura e poesia di Cuore a nudo (2007).

Senza la componente sperimentale di instabilità sintetiche inquiete, apportata da Cesare Malfatti nei La Crus, Giò indifferentemente in cover e brani inediti accentua il pathos languido di un romanticismo di pose e suoni assoluti ed estatici, con violini magniloquenti e struggenti, cori enfatici (con la complicità di Syria, protagonista anche di un duetto intenso ne La malinconia dopo l’amore), chitarre cinematiche, irrequietudini di theremin ed organo, fiati d’effetto.

I suoni si espandono in vuoti calibrati con solennità sontuosa ed elegante; la musica risuona con l’ardore perentorio e la vitalità luccicante dei 60’s tra balli del mattone (v. la cadenzata Desìo, scandita dai fiati) e cenni quasi di surf (Se perdo anche te, a sua volta cover di Neil Diamond, arrangiata da Morricone per Morandi nel 1967 con testo italiano di Franco Migliacci), per quanto la qualità delle registrazioni riporti ai giorni nostri.

Il crooner-vampiro, pronto a succhiarti l’anima sulle labbra, sfodera il meglio del suo fascino vocale-musicale ne Il diavolo, nell’immaginifica Il garofano nero, emblema di un’inquietudine nera di sensualità e di abissi affacciati pericolosamente sul vuoto, nonché ovviamente nella sanremese Io confesso, rivendicazione di una superiore, irresistibile complicità con l’amata al di là delle proprie debolezze carnali, con le caratteristiche ombre riflessive ed inquiete della chitarra di Malfatti e la voce morriconiana di Barbara Vignudelli.

Un lirismo semplice esplora tenebre interiori, sensazioni fisiche ed emozionali, «morsi» e «lividi» (Lascia che), rivolgendosi ad un femminile con cui si intesse un rapporto di incontro/scontro, che procede per fulminazioni d’amore e d’abbandono: è il caso della doppia cover di Bang bang, singolo di successo scritto da Sonny Bono per l’allora consorte Cher, che lunga storia ha avuto da Nancy Sinatra a Paul Weller, passando in Italia, tra gli altri, per Milena Cantù/Equipe 84, Dalida/Corvi, Ivan Cattaneo e Ornella Vanoni; qui è proposta con Violante Placido, ma anche dal solo Giovanardi con il testo che Mario Coppola adattò per la versione di Dalida ribaltato al maschile.

Un’evasione in un cosmo poetico «oltre la cenere […] / oltre le orbite / i motori e le bugie / oltre le nuvole / e le mie malinconie» è infine l’onirica e rarefatta Neil Armstrong.

Il gusto per certe orchestrazioni essenziali e drammatiche retrò mostra anche i segni dell’apporto simpatetico di casa Amor Fou (non solo per la collaborazione-addio di Malfatti, che vi abitò per il primo album del progetto di Raina, ma soprattutto per la co-produzione di Leziero Rescigno, già comunque collaboratore dei La Crus, e l’ospitata di Paolo Perego), ma al posto della tipica pensosità, talora intellettualistica, della band dei Moralisti, qui troviamo ovviamente la passionalità esibita di Giò, densa di fumo e notte.

Gli orologi della copertina riportano le lancette indietro nel tempo, nell’abbraccio turbinoso di nostalgie musicali. Chapeau alla classe; però per inoltrarsi invece nel futuro, forse serve un po’ di coraggio innovativo in più nella tessitura dei suoni?

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Roberto Vernetti e Leziero Rescigno con Mauro Ermanno Giovanardi
  • Anno: 2011
  • Durata: 34:44
  • Etichetta: Sony Music

Elenco delle tracce

01. Io confesso

02. Se perdo anche te

03. Il diavolo

04. Desìo (Il rumore del mondo)

05. Bang bang

06. Lascia che

07. Un garofano nero

08. La malinconia dopo l’amore

09. Neil Armstrong

10. Bang bang (Ok Corral Version)

Brani migliori

  1. Io confesso
  2. Un garofano nero
  3. Neil Armstrong

Musicisti

Mauro Ermanno Giovanardi: voce, cori Leziero Rescigno: batterie, percussioni, pianoforti, organi, chitarre, cori Marco Carusino: bassi, chitarre acustiche, chitarre elettriche, cori Cesare Malfatti: chitarra in 01 Paolo Perego: bassi, cori in 05 e 09 Massimo Zanotti: trombone Daniele Giardina: tromba, flicorno Royal Beat Orchestra: archi Cecilia Syria Cipressi: voce in 08, cori in 01, 06 Barbara Vignudelli: voce soprano in 01 Violante Placido: voce e cori in 05 Giulio Corda: cori in 05 Fabio Gurian: arrangiamenti archi e fiati