ColapesceDimartino
«La mortalità è la condizione delle creature terrene e dell’uomo.
Credere all’immortalità dell’anima non è cosa da tutti,
la mortalità invece è un concetto oggettivo.
Tutti vediamo i nostri corpi sparire, disintegrarsi, diventare altro.
Ci piaceva l’idea di dedicare un disco a noi mortali, alla nostra banalità ma allo stesso
tempo all’infinita unicità del nostro pensiero di umani.
Di fatto "I mortali" è un disco che celebra la vita»
Con queste parole Colapesce e Dimartino ci presentano il loro primo disco insieme, scritto totalmente a quattro mani. Una collaborazione che era nell’aria da tempo per due dei più talentuosi esponenti di quella che può essere senz’altro definita come nuova scuola siciliana, insieme a Nicolò Carnesi e Oratio, solo per citarne alcuni.
I mortali si presenta come un prodotto pop accattivante e coinvolgente, che ti entra in testa già dal primo ascolto. In apertura troviamo l’ironia de Il prossimo semestre, omaggio a Piero Ciampi in cui si riflette sulla frustrazione del cantautorato moderno e dei suoi luoghi comuni (“Voglio scrivere per Mina/ Trasferisciti a Milano”).
La ballata d’amore che non ti aspetti è quella dedicata a Rosa e Olindo, coppia salita agli onori della cronaca per un efferato omicidio e che qui ritroviamo protagonisti di un amore che sfugge ai pronostici e alle classificazioni (“Eravamo già sospetti/ Mostri perfetti/ Che ne sa di noi la gente/ Sparisca per sempre”). Una delle punte di diamante dell’album è senz’altro Luna Araba, singolo uscito in questi giorni e che vede la collaborazione di un’altra grande artista sicula, Carmen Consoli. Una dichiarazione di amore per la Sicilia e i suoi scorci più caratteristici, che sarebbe funzionale al turismo più di una qualsiasi cartolina promozionale.
Manifesto e sintesi perfetta del disco Noia mortale, ritornello incredibile e testo tutto da cantare, per riflettere sulla nostra fallace condizione umana: “Per salvare la pelle/ Abbiamo anche creduto alla Resurrezione/ Comprato armi in cerca di una protezione”. Mortali ed inconsapevoli della nostra caducità, come in Cicale, dove ci si interroga sulla dubbia validità della teoria evoluzionistica, “Solo i peggiori sopravvivono all’estinzione”. La chiusura è dedicata all’adolescenza e alla sua spensieratezza (nei brani Adolescenza nera e Majorana), altro filo conduttore che attraversa tutte le canzoni di questo esordio che già è un piccolo classico, e ce lo godiamo in attesa di recuperare il tour promozionale, che li vedrà sul palco insieme quest’estate.
01. Il prossimo semestre
02. Rosa e Olindo
03. Luna araba (con Carmen Consoli)
04. Le cicale
05. Parole d’acqua (prod. Frenetik & Orang3)
06. Raramente
07. L’ultimo giorno
08. Noia mortale
09. Adolescenza nera (prod. Mace)
10. Majorana