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Le Furie

Il futuro è nella testa

Se avete un debole per le formazioni musicali composte da quattro elementi (di cui una donna al basso), allora il gruppo che vi presentiamo oggi ha tutte le carte in regola per essere scoperto ed ascoltato. Dopo l’esordio nel 2012 con Andrà tutto bene, Le Furie escono con un secondo album dal titolo Il futuro è nella testa. Da un primo approccio si può subito notare come la grafica e le fotografie del booklet siano particolarmente curate e apprezzabili e scorrendo i crediti del disco l’occhio non può non prestare fin da subito attenzione ad alcuni nomi di un certo rilievo: se a Davide Autelitano de I Ministri è affidata la produzione artistica, la registrazione del disco – presso gli studi del Noise Factory e de La Cùpa – vede invece la firma di Taketo Gohara (qui le collaborazioni si sprecano: da Vinicio Capossela a Mauro Pagani, passando per Brunori Sas, Edda e Negramaro).

Composto da quattro giovani, tutti di stanza nel capoluogo toscano, quello de Le Furie è un album che suona giovane ma maturo allo stesso tempo. Il futuro è nella testa si configura infatti come un disco “manifesto”, come una finestra aperta sulla generazione dei giovani d’oggi, combattuti tra la voglia di farcela e la consapevolezza di vivere in un periodo storico tanto precario da un punto di vista lavorativo (Camerieri, uno dei brani a nostro giudizio più forti del disco) quanto effimero da un punto di vista prettamente artistico (Artisti da fast food). Sono questi brani estremamente efficaci in termini di credibilità proprio perché figli di chi queste situazioni non le analizza certo dall’esterno o dall’alto ma le vive dall’interno e sulla propria pelle ogni giorno. Le Furie si fanno dunque portavoce di una certa inquietudine che caratterizza buona parte dei loro coetanei. Questa amarezza di fondo nel linguaggio è però bilanciata al contempo da una certa dose di ironia caratterizzante buona parte dei testi dell’album. Emblematici a tal proposito brani come Questo nostro continente (“Questo nostro continente / sta affondando lentamente / però adesso dobbiamo riderci su”, uno dei motivi dell’album che rimane più impresso, soprattutto perché cantato in forma corale) e Siamo messi male (“La mia generazione è un carnevale / ci sono maschere ma non fa ridere”).

Passando invece al “come suona il disco”, a nostro giudizio è il sound il vero punto di forza dell’album. Quello de Le Furie è uno stile che si inscrive nel mondo musicale dell’alternative rock e che, per questo, fin dai primi ascolti ricorda esponenti illustri di questo genere in Italia (i primi nomi che vengono in mente sono quelli degli Afterhours e dei Verdena). Ogni canzone dell’album si costruisce su un buon equilibrio tra testo e musica, con delle melodie tanto ricercate quanto originali, sinonimo di una non breve esperienza maturata dal gruppo (nonostante alcuni componenti siano cambiati nel tempo, resta poco più di un anno a Le Furie per festeggiare i 10 anni di attività).  A conferma di ciò basta ricordare che sono passati ben cinque anni dal precedente disco (cosa più unica che rara nel mercato discografico odierno). Menzione speciale infine per il brano Il futuro è nella testa, l’ultimo del disco e quello che dà il titolo all’album. Un brano diverso dagli altri per le sue sonorità (quasi angoscianti) e che, nel ripetere la stessa frase più volte, si configura come un vero e proprio mantra contenente al suo interno un messaggio ben preciso: Quello che verrà è già dentro di noi, sia nel bene che nel male. Sta a noi scegliere quella parte che sta dentro di noi e farla diventare reale. In potenza possiamo creare tutto: l’album è un invito a creare ciò che c’è di buono dentro di noi”. Queste le parole di Edoardo Florio Di Grazia, voce del gruppo e autore di tutti i testi dell’album. Il filosofo Aristotele si esprimeva in termini simili quando parlava di “potenza” e “atto”. Quest’ultimo riferimento filosofico, lungi dall’essere una divagazione, vuole essere invece una conferma del fatto che la band fiorentina, per quanto giovane sia, ha idee chiare e uno stile artistico ben definito che permea tutto l’album: un album fresco ma ben curato, che ti prende sempre un po’ di più ad ogni ascolto.

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In dettaglio

  • Produzione artistica: Le Furie, Davide Autelitano (Ministri)
  • Anno: 2017
  • Durata: 37:00
  • Etichetta: Gelsomina

Elenco delle tracce

01. Artisti da fast food
02. Camerieri
03. Il mare
04. Se non avessimo più tempo
05. Questo nostro continente
06. Siamo messi male
07. Confido in te
08. Cucine finte e telefilm
09. Caterina
10. Il futuro è nella testa

Brani migliori

  1. Camerieri
  2. Questo nostro continente
  3. Confido in te

Musicisti

Edoardo Florio Di Grazia: Voce, chitarre, pianoforte  -  Giacomo Mottola: Chitarre, vibrafono, marimba, voce  -  Irene Bavecchi: Basso, cori  -  Theo Taddei: Batteria, percussioni, cori