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Fabio Cinti

Il minuto secondo

Un concept album e una riflessione sul tempo tra promesse e ricordi, tra uno sguardo verso il passato, rinnovato dal punto di vista del presente, e l’attesa del futuro: Fabio Cinti è tornato con un nuovo album, Il minuto secondo, prodotto dai suoi stessi fan, per dare ossigeno e cieli in cui librarsi alla musica di qualità.

Come se si trattasse dei due lati di un prezioso LP da collezionare, il disco si divide in due parti con rispettivo titolo, Vigilia con sette inediti e Memorabilia con sette cover. Nella sezione più personale e originale del lavoro possiamo assaporare un cantautorato accorato e cangiante, che guarda all’esempio di Battiato; anche a causa di questo comune modello, evidente resta ancora l’affinità elettiva con Morgan, già produttore dell’album L’esempio delle mele, a cui Cinti è legato da amicizia e stima reciproca. Eppure Fabio mostra quello spirito sperimentale che in Castoldi (non ce ne voglia) appare purtroppo sopito, tra impegni televisivi e stanche cover.

In Vigilia ci guida nell’esplorazione delicata di timori e demoni, tra il presagio della fine di un amore e un desiderio di immersione nostalgica nell’infanzia (v. Questo strano abisso) grazie ad una voce ora piana, ora con punte virtuosistiche, come in Canto alla durata, struggente, piccola sinfonia acustico-sintetica. Un’interpretazione a tratti da bel canto, a tratti persino da crooner governa anche la ballata I Don’t Love You, una favola triste immersa nell’incanto di suoni vintage evanescenti e fascinosi, con una coda strumentale maestosa e chirurgicamente emozionante. 

In brani come May Day Cinti propone un synth-pop intimo e sacrale, intessuto di lirismo immaginifico (evidente anche in Canto alla durata), figlio della new-wave, nonché canto dei pensieri inespressi e delle parole perdute. Loop, mantra su «tutte le cose che mi fanno stare bene» e «male», sfodera invece sonorità sintetiche più leggere e solari, pur sempre sfumate, tuttavia, di un’ombra di malinconia, mentre Avevi freddo è un’elegia di speranza, materiata di piano, violino e glockenspiel, un sogno vaporoso ed estatico di serenità, calore e nuova condivisione («Tornerò a vivere di nuovo / quando ti potrò toccare il viso / senza però svegliarmi e capire che era solo un sogno»), nella consapevolezza che il passato non torna («non si torna indietro / e non si contano i giorni felici. / Non si torna indietro / se non per resistere al presente»). L’antidoto posa uno sguardo delicato e di rara sensibilità sulle cose, la società e gli stati d’animo che la filtrano, tra ricami eleganti e poetici di violino e piano, esempio della musica raffinata e emozionata che l’artista sa elaborare.

In Memorabilia c’è ancora il profumo dell’eleganza di Battiato nello stile vocale di Sonnet 18 (David Gilmour, con testo di Shakespeare), così come nella reinterpretazione di un compositore amato dal cantautore siciliano come Händel in Lascia ch'io pianga (dal Rinaldo) e Silent Worship, adattamento dell’aria Non lo dirò col labbro (dal Tolomeo), che qui presenta sobrie e finissime tessiture di voce e piano. Le stesse alchimie musicali bastano a sostenere le drammatiche atmosfere dell’aria When I Am Laid in Earth (Dido’s Lament) di Purcell, proposta in duetto con Lele Battista. Tra gli altri brani si segnala anche Until, con cui Sting vinse un Golden Globe Awards, un’intensa ballad colonna sonora di un film che sogna il romanticismo di altri tempi, Kate e Leopold (2001), anche in questo caso piano e voce, asciugata e ancora più essenziale dell’originale.

Cinti sfoggia in definitiva un pathos sempre discreto e contenuto, in brani di grande levigatezza, sostenuti da maestria e sensibilità musicale, che suscitano ancora maggiore interesse quando si proiettano nel futuro con i palpiti sintetici delle loro orchestrazioni pregevoli. 

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In dettaglio

  • Produzione artistica:  Fabio Cinti
  • Anno: 2012
  • Durata: 50:38
  • Etichetta: Sounday/Venus

Elenco delle tracce

Vigilia:
1. Questo strano abisso
2. May Day
3. Loop
4. Avevi freddo
5. Canto alla durata
6. L'antidoto
7. I Don't Love You

 

Memorabilia:
8. Sonnet 18
9. Silent Worship
10. When I Am Laid in Earth
11. Eine Kleine Fruhlingsweise
12. Frivolous Tonight
13. Lascia ch'io pianga
14. Until

 

Brani migliori

  1. Avevi freddo
  2. May Day
  3. Until

Musicisti

Fabio Cinti: voce, chitarre, piano, musica e testi Lele Battista: voce in 10 Elena Cirillo: violino in 06 Maddalena Balsamo: voce in 07 Federica Sala: voce in 02 Marco Santoro: tromba in 12 Giovanni Mancini: chitarre elettriche Mauro Mazzetti: coautore del testo di 02, autore del testo di 07  Paolo Sturniolo: basso Alessandro Russo: pianoforte e tastiere Gianluca Giannasso: batteria Silvia Veraldi, Pierluigi Prandini, Maria B.: produzione esecutiva Simone Di Turo: artwork e cover Emanuele Calderone: artwork e cover Omar Macchiavelli: foto